premio Cesarini 2025, e-sport

Premio Cesarini: l’e-sport diventa tricolore e stage alla Jayco-AlUla

07.10.2025
4 min
Salva

E’ sempre più stretto il legame tra ciclismo e mondo virtuale. Gli e-sport hanno conquistato uno spazio crescente anche su pedali e rulli, trasformando la tecnologia in un trampolino verso il professionismo. Basti pensare a Jay Vine o a Fabio Vergallito, passati dal rullo al gruppo WorldTour. E a questo spirito si ispira il Premio Francesco Cesarini – Dream Ahead.

Questo evento è dedicato al grande gregario umbro degli Anni ’80. Professionista sì, ma al tempo stesso anche appassionato di tecnologia. E così la figlia, Francesca, lo scorso anno ha deciso di creare questa iniziativa, che ora cresce e va avanti con interessantissime novità.

Francesca Cesarini, ideatrice dell’evento, con il vincitore 2024, Pietro Scottoni
Francesca Cesarini, ideatrice dell’evento, con il vincitore 2024, Pietro Scottoni

L’e-sport cresce

Nato per unire sport, innovazione e memoria, il Premio Francesco Cesarini – Dream Ahead è un evento unico nel suo genere, pensato per i giovani ciclisti che desiderano confrontarsi su una piattaforma e-sport e al tempo stesso avvicinarsi al professionismo reale. La seconda edizione, in programma il 25 ottobre a Spoleto, consolida un format di grande successo che unisce competizione, formazione e opportunità.

I ragazzi pedaleranno con la propria bicicletta su rulli Elite collegati alla piattaforma MyWhoosh. Ogni prova è regolata dal rapporto watt/chilo espresso dall’atleta, tradotto in velocità sullo schermo. L’obiettivo non è solo decretare un vincitore, ma individuare chi, attraverso potenza, costanza e tecnica, sappia cavarsela in una situazione di tensione tecnico-tattica e di conseguenza anche sulla strada reale.

La gara coinvolgerà 40 atleti juniores, selezionati tra i migliori delle classifiche regionali FCI di strada, mountain bike e ciclocross. E’ un’occasione di confronto ad altissimo livello, con una logistica di tipo professionale: meccanici, bilance certificate, software di controllo e un impianto tecnico di grande precisione.

Il ragazzo che conquisterà il primo posto farà uno stage invernale con la Jayco-AlUla (foto Instagram – Greenedge)
Il ragazzo che conquisterà il primo posto farà uno stage invernale con la Jayco-AlUla (foto Instagram – Greenedge)

Tre grandi novità

«Il sogno di mio padre – racconta Francesca Cesarini – era dare ai giovani l’opportunità di farsi conoscere attraverso le nuove tecnologie, senza barriere geografiche o economiche. Il suo entusiasmo per l’innovazione mi ha spinto a creare qualcosa che potesse unire memoria e futuro».

Questa seconda edizione del Premio Cesarini segna un passo decisivo. «La competizione – va avanti Francesca – sarà infatti valida come primo Campionato Italiano FCI e-sport categoria Juniores. Non solo, ma per una corretta e totale analisi dei dati, per ridurre sempre più il distacco tra ciclismo reale e virtuale, ci sarà il supporto del Centro Mapei Sport». In pratica il vincitore potrà accedere a una valutazione fisiologica e biomeccanica completa presso il Centro Ricerche Mapei Sport.

Ma la novità più importante e super fresca, riguarda il premio finale. «Il vincitore juniores potrà vivere un vero stage con il team Jayco-AlUla, formazione WorldTour australiana. Un’occasione straordinaria per entrare in contatto con il mondo del professionismo. La Jayco-AlUla ha mostrato un grande interesse nei confronti di questa iniziativa edè stato bello trovare l’accordo con loro». Ad interessarsi direttamente del progetto è stato l’head coach della Jayco, Marco Pinotti. Il quale da buon ingegnere di strumentazioni e tecnologia se ne intende.

Lo scorso anno il vincitore ebbe la possibilità di pedalare con la UAE Emirates, vivendo un’esperienza che rappresenta la sintesi perfetta del motto “Dream Ahead”: sognare in grande, pedalando verso il futuro.

Pino Toni sarà il direttore tecnico del Premio Cesarini, sostituisce Paolo Alberati
Pino Toni sarà il direttore tecnico del Premio Cesarini, sostituisce Paolo Alberati

Un occhio al programma

La competizione si terrà sabato 25 ottobre 2025 e seguirà una formula snella ma selettiva. Ci saranno quattro batterie eliminatorie ognuna composta da dieci atleti. I primi due di ogni batteria, insieme ai due migliori tempi assoluti, accederanno alla finale del pomeriggio. Il tutto sotto la supervisione tecnica di un preparatore di primo ordine quale Pino Toni.

Ogni prova durerà tra i 12 e i 18 minuti, con la bici personale installata su un rullo Elite a potenza certificata e collegato alla piattaforma MyWhoosh. Tutti i dati di peso e altezza saranno caricati sulla App prima della competizione, per assicurare l’equità della simulazione.

Le iscrizioni sono riservate agli atleti nati nel 2007, 2008 e 2009, che alla data del 22 settembre 2025 risultino tra i primi dieci delle classifiche di rendimento regionali. Le candidature si sono aperte il 1° ottobre 2025 e si chiuderanno due giorni prima della gara. Da segnalare che quest’anno l’evento è aperto anche agli amatori, in gara domenica 26. Questa prova è valida per la qualifica di campione italiano eSport. In palio ci sono premi di Elite e Dmt.

«Questo premio in memoria di mio padre – conclude la Cesarini – è qualcosa a cui tengo molto. E’ un progetto che vedo suscita interesse e si sta ingrandendo. Non a caso ci sono già idee e progetti in chiave futura… sempre rivolti ai ragazzi».

Premio Cesarini: buona la prima. Alberati ci spiega nel dettaglio

10.12.2024
6 min
Salva

Dopo averne parlato qualche tempo fa in occasione del suo lancio, torniamo sul Premio Francesco Cesarini, la challenge che vedeva i migliori juniores e allievi di secondo regionali sfidarsi sulla piattaforma MyWhoosh, nel Teatro Stella di Spoleto. Il premio in palio era una settimana in Spagna con la  UAE Emirates di Pogacar.

Ebbene, ora che tutto si è concluso, vogliamo sapere come è andata, non solo chiaramente del vincitore, il laziale Pietro Scottoni, ma proprio cosa ci ha detto questo evento totalmente innovativo. E per questo abbiamo di nuovo chiesto a Paolo Alberati, direttore tecnico della “e-manifestazione” in onore all’ex pro’ umbro, Francesco Cesarini prematuramente scomparso. Un evento, lo ricordiamo, organizzato dalla figlia Francesca.

Francesca Cesarini con il vincitore, Pietro Scottoni: laziale classe 2007, la prossima settimana sarà ad Alicante con la UAE Emirates di Pogacar
Francesca Cesarini con il vincitore, Pietro Scottoni: laziale classe 2007, la prossima settimana sarà ad Alicante con la UAE Emirates di Pogacar
Paolo, dunque, come è andata questa prima edizione “tecnologica” del Premio Cesarini?

È andata molto bene. Domenica sera ho tirato un lungo sospiro di sollievo, soprattutto perché c’erano tante incognite. Era la prima volta che organizzavamo un evento così complesso dal punto di vista tecnico e logistico vero e proprio. L’idea è nata grazie a Francesca Cesarini…

Che da anni organizza il premio in memoria di suo padre, Francesco…

Tutto è nato molto all’improvviso. Francesca si è messa in contatto con la UAE Emirates. C’è stato subito l’interesse di sponsor come Elite, DMT, MyWhoosh e l’avallo appunto della UAE. Poco dopo mi ha chiamato e in quattro e quattro otto era tutto fatto. Mi sono trovato ad allestire la parte tecnica all’improvviso. Per questo dico che non è stato facile e che domenica sera ero piuttosto provato! Però abbiamo deciso di alzare l’asticella e ci siamo riusciti.

Quali sono state le principali difficoltà?

Le difficoltà sono state legate soprattutto agli aspetti tecnici. Abbiamo dovuto affittare due ripetitori per migliorare la connessione internet e dieci computer da gaming per supportare la piattaforma virtuale MyWhoosh. Ogni computer doveva essere sincronizzato con un rullo smart e solo sabato pomeriggio siamo riusciti a completare i test. Non sono mancate le problematiche dell’ultimo minuto, come un rullo che si è disconnesso poco prima della partenza. Un po’ come quando fori al momento del via! Però, quando tutto è partito regolarmente, è stata una grande soddisfazione.

Come si è svolta la competizione?

Gli atleti hanno gareggiato su un circuito virtuale di 15 chilometri ambientato a Oudenaarde, con il famoso muro di Grammont: in pratica un tratto del Giro delle Fiandre. Abbiamo diviso i 16 partecipanti in due manche eliminatorie. La finale ha visto i migliori dieci sfidarsi per la vittoria. Da dove arrivavano gli atleti?

I partecipanti sono stati selezionati dai ranking regionali. Abbiamo avuto ragazzi provenienti da tutta Italia: da Caltanissetta a Trento, passando per La Spezia, Bologna e altre città. La formula prevedeva che fossero tra i primi dieci di categoria nelle loro regioni. Tra loro c’erano sia allievi sia juniores.

Come mai si è voluto inserire anche gli allievi?

Alla fine gli juniores più affermati avevano già firmato con grandi squadre, quindi la UAE Emirates ha spinto per includere anche alcuni allievi per scoprire giovani talenti. Se ci pensiamo bene, molti di loro hanno firmato o stavano partendo per i ritiri con squadre rivali. Penso per esempio a Lorenzo Finn che è nel giro della Red Bull – Bora Hansgrohe, giusto per citare il caso più eclatante.

Qual è stato il momento più emozionante?

Il momento della partenza. Ogni atleta era rappresentato dal proprio avatar, e vedere tutti partire simultaneamente, con il sottofondo musicale thrilling come nelle partenze gare di ciclocross, è stato emozionante. Anche il teatro di Spoleto, ribattezzato per l’occasione “Tempio dei Watt”, ha contribuito a rendere l’evento unico, mescolando storia e tecnologia: e questo aspetto è piaciuto molto agli arabi di MyWhoosh. Anche loro hanno contribuito benissimo. Per esempio alcuni ragazzi non erano registrati alla piattaforma ed essendo da noi domenica ci siamo interfacciati direttamente con gli Emirati Arabi e da lì hanno risolto tutto sul momento. Davvero qualcosa d’incredibile.

I dati emersi sono quelli che ti aspettavi?

In parte sì. Devo dire che i ragazzi sono stati molto intelligenti. Se la sono giocata molto bene anche tatticamente. Io su una gara di 25′ circa ipotizzavo un risultato complessivo, una media, di 5 watt/chilo. Invece alla fine si sono attestati sui 4,2-4,3 watt/chilo, questo perché hanno capito che la vera differenza si faceva sul Grammont. Quindi dopo la “fiammata” iniziale si sono gestiti. Mentre nel finale hanno sviluppato wattaggi molto elevati. Parliamo 6,2-6,3 watt/chilo negli ultimi 7-8 chilometri.

I ragazzi durante la finale. Come nelle qualificazioni si correva sulle strade del Fiandre
I ragazzi durante la finale. Come nelle qualificazioni si correva sulle strade del Fiandre
Come è andata la gara?

Sul Grammont sono andati via in quattro. Scottoni, Laudi, Gaggioli e Cornacchini. Purtroppo, un problema tecnico ha fermato Cornacchini, che era tra i migliori sul Grammont, quindi sono rimasti in tre. Devo dire che Cornacchini è stato molto sportivo nell’accettare questo inconveniente. Ad 1,2 chilometri dall’arrivo, Gaggioli che sulla carta era il più veloce non ha retto all’ultima accelerata e alla fine è stata volata a due sul rettilineo di Oudenaarde. Il vincitore è stato Pietro Scottoni, che ha battuto Luca Laudi, un po’ come era successo nella realtà nel corso della stagione. Lo ha saltato proprio negli ultimi 50 metri.

Che tipo di atleta è questo Scottoni?

Un laziale verace, di Ciampino, nei pressi di Roma. E’ stato davvero furbo in qualificazione. Ha speso meno di tutti. Ha pensato solo a qualificarsi. In finale è stato scaltro e chiaramente forte. E’, o meglio, sembra essere un passista veloce. Tra l’altro è ancora un po’ “rotondetto” e questo è buono, significa che ha ampi margini. Mi ha detto come si è allenato, tre-quattro volte a settimana, e io ci credo. In stagione ha vinto due corse, una a maggio a Latina e una a ottobre, la gara cui aveva preceduto tra gli altri proprio Laudi. Anche lui è stato bravo e carino: alla fine i due scherzavano su quanto accaduto di nuovo.

Quali sono le prospettive per il futuro?

Questo format ha mostrato grande potenziale. E’ stato un successo sia dal punto di vista sportivo sia da quello organizzativo, nonostante le difficoltà tecniche inevitabili in una prima edizione. La collaborazione con Elite e UAE ha aperto nuove possibilità. C’è stata anche la presenza, in parte a sorpresa, del cittì della nazionale Dino Salvoldi che aveva letto dell’evento proprio su bici.PRO: era curioso per questa manifestazione davvero innovativa.

Un bilancio buono alla fine insomma…

Positivo sotto ogni aspetto. Non solo abbiamo onorato la memoria di Francesco Cesarini, ma abbiamo anche offerto ai giovani atleti un’esperienza unica e coinvolgente. Scottoni era “stordito” dopo la gara. Era venuto per vincere, ma non credeva di riuscirci ci ha detto. Sono nuove opportunità per i ragazzi e nuove modalità di promozione per questo sport.