La caduta di Tadej, storia di una sfida mai avvenuta

24.04.2023
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«Ho sentito un grande rumore dietro di me, ma non ho visto niente. Non ho capito cosa fosse successo. Non vorresti mai sapere che qualcuno è caduto. Voglio che Tadej sappia che ha tutto il mio supporto. Spero che stia bene. Anche io ho avuto quei momenti, gli mando tutta la mia forza». E se Remco Evenepoel manda a Pogacar tutta la sua forza, Tadej può stare certo che si riprenderà presto.

Liegi 2023, un duello “biblico”… che non c’è stato. Questa è un po’ la storia di questo show mancato. La gara è appena finita e ci rechiamo al bus della UAE Emirates. Si aspetta Pogacar, ma lo sloveno non c’è e non arriverà, perché è già in ospedale. Mauro Gianetti, team manager della squadra degli Emirati, non si tira indietro e ci spiega come è andata. 

Mauro Gianetti (classe 1964), team manager della UAE Emirates, sulla Quai des Ardennes dopo la corsa
Mauro Gianetti (classe 1964), team manager della UAE Emirates, sulla Quai des Ardennes dopo la corsa
Mauro, com’è andata? Cosa sapete di questa caduta?

Sappiamo che c’è stata una dinamica abbastanza brutta. La caduta è avvenuta in un tratto in discesa in cui andavano tra i 60 e i 70 all’ora. Un corridore davanti a Tadej, Honoré, è finito in una buca e gli sono letteralmente esplose le due ruote (fonti vicini ad Honoré dicono una ruota sola, ma non cambia poi molto, ndr). Allo stesso tempo gli sono usciti i copertoni dai cerchi e questa “esplosione” ha causato la caduta appunto.


Impossibile quindi da controllare…

Alla ruota di Honorè c’era il nostro Laengen che ha fatto in tempo a frenare e ad evitarlo. Mentre Pogacar che gli era dietro, non ci è riuscito. Ha centrato Honorè in pieno ed è caduto anche lui. 

E come sta adesso?

Oltre ad essersi pelato un po’ a destra e a sinistra, ma dappertutto direi, ha battuto forte la mano. Impatto che ha causato frattura multipla allo scafoide della mano sinistra. Lo stanno già operando.


In pratica dal bordo della strada all’ospedale. Come avete fatto?

Tadej è andato direttamente in un ospedale della zona. Ce lo ha portato il nostro medico di squadra con una delle nostre auto. Si è trattato di un’operazione eseguita da uno specialista della mano. 

Vink, che ha sostituito all’ultimo Ulissi, in testa a tirare. Come sempre UAE Emirates compatta per Tadej fino al fattaccio
Vink, che ha sostituito all’ultimo Ulissi, in testa a tirare. Come sempre UAE Emirates compatta per Tadej fino al fattaccio
E come lo avete trovato così in “presa diretta” un chirurgo specializzato?

Noi lavoriamo con l’università di Cape Town, Sud Africa, e abbiamo una connessione molto vasta a livello mondiale riguardo ai medici specialistici. Pertanto con un paio di chiamate siamo subito riusciti a capire dove ci fosse un bravo specialista della mano in zona. Lo abbiamo trovato e ora è all’ospedale di Genk.

Come era il morale di Poagacar?

Insomma… Lui voleva correre per vincere. Ha capito – e lo dice anche Andrea Agostini che è al fianco di Gianetti – che sono cose che possono succedere e non può far altro che accettarle. Ma da domani, sono sicuro, che Tadej ricaricherà le batterie.


Per quel che può contare adesso: quali erano i vostri piani tattici?

Essere davanti e muoversi quando si fosse mosso Evenepoel, immaginiamo dalla Redoute in avanti, come poi è successo.

Questa pioggia sa quasi di beffa doppia. Avrebbe avvantaggiato Pogacar, che guida bene e non aveva l’imminenza del Giro d’Italia come obiettivo…

Sicuramente sarebbero arrivati loro due. Poi se c’erano più probabilità di vittoria per Tadej, forse sì… non lo so. Sta di fatto che Remco è arrivato da solo e quindi onore a lui. Onore a chi ha vinto. Le gare sono fatte anche di questi episodi.

Partito come sempre tranquillo, Pogacar parlava con De La Cruz nelle fasi iniziali. E’ caduto al chilometro 84,5 di gara
Partito come sempre tranquillo, Pogacar parlava con De La Cruz nelle fasi iniziali. E’ caduto al chilometro 84,5 di gara

Intervento okay

In serata, qualche ora dopo aver parlato con Gianetti è arrivato un breve comunicato della UAE Emirates che diceva, testuali parole: «L’intervento allo scafoide di Tadej è andato a buon fine. Domani tornerà a casa per il recupero e la riabilitazione».

Adesso c’è da vedere quanto durerà questa riabilitazione. Si parla di 5-6 settimane di stop. Ma vista la rapidità con cui lo staff UAE Emirates lo ha fatto operare, siamo pronti a scommettere che fra qualche giorno Tadej sarà già almeno sui rulli con qualche tutore speciale.

Guardando il bicchiere mezzo pieno, se proprio doveva succedere meglio oggi che in altri momenti. Pogacar avrebbe comunque osservato un periodo di stacco. A maggio non c’erano corse nel suo calendario. Magari non prenderà il via al Giro di Slovenia di giugno o forse ci sarà non al top, ma su carta ha tutto il tempo per recuperare. Soprattutto in vista del Tour de France.

La parte vuota del bicchiere è invece l’urlo strozzato per il mancato duello. Questa caduta ha davvero smorzato gli entusiasmi di molti. Persino in sala stampa regnava una certa tristezza per il “match mai nato”.

Per la cronaca. Neppure Mikkel Frolich Honoré sta benissimo. Per il danese, incolpevole chiaramente, si parla di una fortissima botta alla testa, ma per fortuna nessuna frattura.