Un anno dopo, ancora Agostinacchio! Ma questa pesa di più…

Un anno dopo, ancora Agostinacchio! Ma questa pesa di più…

08.11.2025
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Dopo un anno, c’è ancora lui sul gradino più alto del podio. Cambia la località, cambia anche la categoria, ma al primo posto c’è sempre lui, Mattia Agostinacchio che dopo il titolo juniores 2024 porta a casa anche quello europeo al suo esordio internazionale fra gli under 23. Una prestazione straordinaria quella del campione dell’EF Education EasyPost: «Ho visto tra i messaggi di WhatsApp che mi hanno già scritto per complimentarsi, ma in neanche mezz’ora dopo l’arrivo erano già oltre 300 chat attivate…».

Il podio finale con il valdostano fra Haverdings (NED) e De Bruyckere (BEL)
Il podio finale con il valdostano fra Haverdings (NED) a 17″ e De Bruyckere (BEL) a 20″
Il podio finale con il valdostano fra Haverdings (NED) a 17" e De Bruyckere (BEL) a 20"
Il podio finale con il valdostano fra Haverdings (NED) a 17″ e De Bruyckere (BEL) a 20″

Tanta gente ad applaudire l’impresa

Mattia ha appena chiuso la cerimonia di premiazione ed attende pazientemente all’antidoping quando risponde da Middelkerke per raccontare la sua ennesima impresa: «Era un percorso davvero duro, a dispetto delle perfette condizioni climatiche, con tanta sabbia che in molti tratti costringeva a scendere di bici. Era davvero una prova dove si andava sia in sella che correndo a piedi, un ciclocross vecchio stampo e aver vinto così mi dà ancora più soddisfazione. Senza poi considerare la gente: ce n’era davvero tanta…».

Una gara per lui difficile sin dall’inizio. Appena approdato nella categoria, Agostinacchio non ha dalla sua un ranking di livello e quindi si è ritrovato a dover partire dalla terza fila, Pontoni in sede di presentazione aveva avvertito di questo problema confidando nella sua esplosività: «Confidavo di ritrovarmi presto con i primi, ma nel primo giro mi si è staccato il boa di una scarpa e ho perso tempo a rimetterlo, così la rimonta è stata più lenta e dispendiosa del previsto, infatti mi sono agganciato ai primi alla fine del secondo giro con Sparfel che aveva già lanciato la sua fuga».

Aubin Sparfel era il favorito e ha provato a fare la differenza, pagando dazio nella seconda parte
Aubin Sparfel era il favorito e ha provato a fare la differenza, pagando dazio nella seconda parte
Aubin Sparfel era il favorito e ha provato a fare la differenza, pagando dazio nella seconda parte
Aubin Sparfel era il favorito e ha provato a fare la differenza, pagando dazio nella seconda parte

Scacco matto all’imbattuto francese

La gara degli under 23 ha avuto lì un primo scossone, d’altro canto il francese della Decathlon AG2R, protagonista anche su strada, era forse il più accreditato alla vigilia, imbattuto in questa stagione. Mattia però non si è spaventato se, nel riprendere i primi (fra cui Stefano Viezzi, alla fine 12°), il francese era più avanti: «Io non pensavo tanto alla vittoria, ero il più giovane del gruppo, mi dicevo che una medaglia poteva essere alla mia portata, ma non andavo oltre. Quindi non mi sono posto tanto il problema, ho pensato solo a spingere».

Il talentuoso valdostano ha pensato solamente a correre, riassaporando le sensazioni che lo scorso anno lo avevano proiettato in cima al mondo e quel breve divario, fatto di secondi, è andato assottigliandosi, anche perché il tracciato di Middelkerke era davvero infido (e ne saprà qualcosa, più tardi, Sara Casasola, che ha visto sfumare il podio per una caduta quand’era nel mezzo del “panino” olandese). Sparfel è stato ripreso dopo uno scivolone da un gruppetto di 6, ha riprovato ad andar via ma il serbatoio di energie era al limite.

Il momento dell'attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo
Il momento dell’attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo
Il momento dell'attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo
Il momento dell’attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo

«L’ultimo giro? E’ stato un po’ strano…»

E’ lì che è emersa la forza di Agostinacchio, incurante delle energie spese in precedenza. Quando ha portato la sua azione ha fatto il vuoto: «Prima mi trovavo in una situazione di tira e molla, ero davanti e poi mi ritrovavo dietro. A un certo punto, quando stavamo entrando nell’ultimo giro, mi sono detto di provarci e ho visto che non mi seguiva nessuno. L’ultimo giro è stato un po’ strano, mi sentivo come in un limbo non sapendo se Haverdings, l’olandese era ancora in grado di riprendermi. E’ stato difficile contenere gli altri, ma anche le emozioni, fino all’arrivo».

Mattia è sempre abituato a vivere le emozioni lasciando trasparire poco, mentre intorno Pontoni e tutti gli altri lo raggiungevano: «Non posso negare che mi fa un po’ strano questa vittoria, è molto diversa da quelle della passata stagione perché qui sono un po’ un neofita, un ragazzino a confronto con ragazzi più grandi ed esperti di qualche anno, non di uno solo come da junior. Lo devo ammettere, non mi aspettavo di battere gente che a questi livelli c’è già da qualche stagione. Il secondo e terzo sono all’ultimo anno di categoria, io al primo…».

Ma il pensiero è anche alla strada…

E ora? Agostinacchio guarda già avanti, come sempre diviso fra due direzioni da prendere e da seguire in maniera parallela: «E’ vero, ora arrivano le prove di Coppa del mondo ma io devo pensare anche alla squadra. Avremo nei prossimi giorni il primo raduno e sarà importante per conoscersi, per prendere le misure di questa nuova avventura su strada, saranno giorni importanti ai quali tengo molto». Potersi presentare con una maglia stellata indosso ha sicuramente un valore speciale…

Superprestige: tappa a Sweeck, classifica per Aerts

06.02.2021
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Una gara strana, il ciclocross di Middelkerke che ha chiuso il Superprestige. Sicuramente la lotta per la vittoria finale nella challenge ha influito, ma l’immagine che rimane negli occhi è di una differenza quasi sconcertante per il movimento quando mancano i “tre tenori”. Chi pensava alla vigilia che dalla loro assenza ne potesse scaturire maggiore equilibrio è rimasto profondamente deluso, perché quello che si è visto è semplicemente un livello inferiore (il che era prevedibile) e una squadra in grado di fare il bello e il cattivo tempo, la Pauwels Sauzen Bingoal.

Michael Vanthourenhout si è giocato la corsa del Superprestige con Sweeck
Michael Vanthourenhout si è giocato la corsa con Sweeck

Forcing Pauwels

Per capire come si è evoluta la gara bisogna partire dalla vigilia: la classifica vedeva avanti il bronzo iridato Toon Aerts con 5 punti di vantaggio sul campione europeo Eli Iserbyt e tutti pensavano che il giovane belga avrebbe fatto di tutto per colmare il divario. La squadra si è messa al suo servizio, tanto che i primi due giri su un percorso intriso di fango e acqua, un tracciato tipico da ciclocross e molto diverso da quello inventato a Ostenda per i mondiali, vedevano la Pauwels “inventarsi” una sorta di cronometro a squadre con Iserbyt, Vanthourenhout e Sweeck in fila, a darsi cambi regolari, facendo così il vuoto alle proprie spalle.

Eli Iserbyt non ha più ritrovato la condizione degli europei
Eli Iserbyt non ha più ritrovato la condizione degli europei

Iserbyt addio

Per il piccolo Iserbyt le cose sembravano mettersi bene, anche perché dietro Aerts era vittima di uno scivolone che gli faceva perdere terreno e soprattutto posizioni preziose. Il problema però era tutto nella testa del campione continentale, che da quando ha vinto la prova titolata non è stato più lui. Già alla fine del primo giro si capiva che qualcosa non andava, appena passato il traguardo si toglieva i guanti e decideva di lasciarli ai meccanici al cambio di bici: una scelta dettata probabilmente più dal nervosismo e che era il prologo al suo cedimento, a dispetto del lavoro dei compagni, che inizialmente provavano a rallentare per tenerlo con sé, ma poi era chiaro che sarebbe diventata una corsa a perdere.

Toon Aerts è partito dalla testa della classifica di Superpestige e l’ha conquistata
Toon Aerts ha conquistato il Superpestige

Sweeck bis

Vanthourenthout e Sweeck andavano così a giocarsi la vittoria che finiva a quest’ultimo, felice di ottenere il bis del successo dello scorso anno, con i due che arrivavano in parata cercando di mettere in bella mostra il marchio coperto dal fango. Iserbyt arrivava trafelato dopo 52”, ma il piazzamento non era sufficiente per superare Aerts nella classifica del Superprestige , che nel frattempo aveva fatto i suoi conti e si era messo dietro l’olandese Lars Van Der Haar, compagno di squadra pronto a cedergli il quinto posto se Iserbyt avesse vinto. Un’eventualità non necessaria, così nel finale il belga rallentava per aggiungere con il suo sesto posto un altro trofeo alla sua collezione, ricca già di due Coppe del mondo, un titolo europeo e uno nazionale oltre a tre bronzi iridati consecutivi. Certo, non la maniera più brillante per vincere, ma tanto bastava.

Denise Betsema ha vinto fra le donne
Denise Betsema ha vinto fra le donne

Vince Betsema

Discorso abbastanza parallelo fra le donne, dove l’iridata Lucinda Brand ha messo in bacheca un altro Superprestige seppur al termine di una giornata poco fortunata, iniziata con una caduta che di fatto l’ha estromessa dalla lotta per la vittoria. Mentre davanti la Betsema, a dispetto dei suoi soliti errori tecnici in salita, faceva il vuoto, la Brand piano piano risaliva fino al terzo posto, più che sufficiente per vincere, mentre seconda era la Alvarado, apparsa ancora lontana parente di quella che era data per grande favorita a Ostenda. Insomma, un podio tutto olandese, ma questa non è una notizia…