Guazzini, il quartetto e la chitarra

13.10.2020
2 min
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Vittoria Guazzini compirà vent’anni il 26 dicembre, ma nella sua bacheca brillano già 8 titoli europei e 4 campionati del mondo. Tutti su pista, tranne il primo oro da junior agli europei del 2018 a cronometro. La toscana di Pontedera, bionda con i capelli spesso legati sopra, corre nella Valcar e per le Fiamme Oro ed è in bici da quando aveva sette anni.

L’ultimo successo in ordine cronologico è il titolo europeo dell’inseguimento a squadre centrato a Fiorenzuola d’Arda assieme a Consonni, Cavalli e Fidanza. Quando la sentiamo, risponde dal Belgio, dove è volata per la Gand-Wevelgem e poi per il Giro delle Fiandre. La linea è disturbata, ma la sua risata arriva chiara e argentina.

Da sinistra, Martina Fidanza, Consonni, Guazzini e Cavalli: regine europee del quartetto
Fidanza, Consonni, Guazzini e Cavalli: il quartetto è loro
Come si vive l’ennesimo oro in una manifestazione così importante?

Ogni volta è diverso, non bisogna mai accontentarsi. Ogni gara fa storia a sé. E anche quando vinci, che resta una cosa bellissima, trovi sempre il dettaglio da migliorare.

Che cos’è per te il ciclismo a 20 anni?

Ora è un lavoro, la mia grande passione. E forse proprio per questo non pesa come un lavoro.

E’ stato una passione anche durante il lockdown?

Ecco, quel periodo non mi è passato molto bene. La quarantena è stata difficile per tutti e alla fine sono stata molto contenta che le gare siano ripartite.

Cosa scegli fra quartetto e gare su strada?

Preferisco il quartetto. Perché si prepara da lontano e non si può improvvisare. Forse è difficile da capire per chi ci osserva da fuori, ma è bello vedere che tutto funziona come un meccanismo perfetto.

E’ bello anche vincere un europeo da U23?

Diciamo che il livello è un po’ più basso, infatti adesso l’obiettivo sono gli europei con le grandi.

Come sarà l’avvicinamento agli europei in Bulgaria?

Di sicuro passeremo qualche giornata a Montichiari. Bisognerà riprendere dimestichezza con la pista dopo queste corse su strada. La difficoltà è l’impossibilità di fare lavori specifici, ma in questa stagione così strana, era necessario sfruttare tutte le occasioni. Quindi su strada e in pista.

Avete vinto senza Paternoster e Balsamo: motivo di vanto?

Di sicuro Letizia ed Elisa sono due elementi importanti, ma abbiamo fior di riserve e la vittoria lo ha dimostrato.

Come proseguirà la tua stagione dopo gli europei?

Con una bella vacanza. Non si faranno le Coppe del mondo, per cui si stacca. Mi voglio rilassare. Mi piace uscire, guardare qualche film su Netflix. E con l’aria che tira, mi sa tanto che uscire potrebbe diventare difficile. E poi suono la chitarra…

Davvero?

Suono da quando ero in quinta elementare. Chitarra elettrica e acustica. Musica rock e pop. Ma suono solo a casa, non la porto mai ai ritiri. Tra valige e bici, non mi basterebbero tre mani…

Chiara Consonni, Martina Fidanza, madison europei 2020

Martina Fidanza, il tris è servito

12.10.2020
3 min
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Martina Fidanza, figlia di Giovanni e sorella di Arianna cresce e cresce bene. Aveva già in carniere due europei e due mondiali juniores in pista nel 2017, ma agli ultimi europei il suo tris di medaglie è stato da applausi. Ventun anni da compiere il 5 novembre e compagna di Riccardo Stacchiotti, professionista alla Vini Zabù-Ktm, la più piccola delle sorelle bergamasche a un certo punto è stata chiamata anche per sostituire Elisa Balsamo, caduta e ferita al ginocchio.

Si era allenata bene, ma al momento della convocazione ha dovuto fare i conti con lo splendido nervosismo che ti attanaglia quando ti avvisano che andrai in scena un secondo prima del sipario. Ma dopo un po’ ha smesso di agitarsi e ha pensato a tutto il lavoro fatto fino a quel punto. Si è rimboccata le maniche. Ha stretto gli scarpini. E la magia è cominciata ed ha preso la forma di tre medaglie d’oro nell’inseguimento a squadre, nello scratch e nell’americana (in coppia con Chiara Consonni).

Martina Fidanza, scratch europei 2020
Lo scratch conquistato uno sprint dopo l’altro
Martina Fidanza, scratch europei 2020
Lo scratch conquistato uno sprint dopo l’altro
Perché il nervosismo?

Non mi aspettavo molto. Mi ero preparata parecchio, ma non dovevo correre tre specialità e farle così bene mi ha sorpreso.

Nervosismo vero?

Era proprio panico. In realtà non ho mai avuto il dubbio di non essere in condizione, solo che non essendo la titolare, un po’ di paura di non essere all’altezza l’avevo.

Fidanza al posto di Balsamo. Nella testa di una riserva non dovrebbe esserci la voglia di dimostrare di essere all’altezza?

Quella c’è sempre, ma sapevo che con Elisa non c’era molta storia. Ho aspettato che si facesse sera, sapevo che era caduta, ma non quanto fosse grave. Mi avevano detto che avesse messo dei punti, ma non quanti e soprattutto non che fosse interessato il ginocchio.

Ma agli europei puntavi, giusto?

Erano un obiettivo da inizio anno. Se le cose fossero andate normalmente, non essendo nel giro olimpico, avrei puntato sugli europei U23. Ma la stagione è stata come è stata e nemmeno si sapeva più se li avrebbero organizzati. Però sono contenta di non aver mai avuto clamorosi cali di tensione.

Cosa resta ormai di questo 2020?

I campionati italiani su strada e gli europei elite in pista.

Anche Martina Fidanza preferisce la pista alla strada?

Lo confesso. Mi trovo più in sintonia con la gente, con lo staff e con la pista stessa, rispetto alla strada. Si è creato un gruppo eccezionale, con campionesse come Balsamo e Paternoster che prendo a riferimento.

Martina Fidanza, scratch europei 2020
Madison, quartetto e scratch: il tris è davvero servito
Martina Fidanza, scratch europei 2020
Madison, quartetto e scratch: il tris è davvero servito
Dove hai trascorso il lockdown?

A Recanati, a casa di Riccardo. E’ stato un caso. Ero andata da lui dopo i mondiali in pista di Berlino per stare una settimana tranquilla, invece ci hanno bloccato. Non mi è pesato, ma non poter uscire in bici non è stato semplice.

Se hai resistito tante settimane con Stacchio, l’unione è solida! Ricordi la prima uscita dopo la… liberazione?

E’ stato stranissimo. Siamo partiti da Recanati, quindi subito in discesa. E la velocità pareva davvero insolita, come se le ruote avessero qualcosa di strano. La bici si inclinava, non era rigida come sui rulli. Insomma, c’è voluto un po’ per riprendere il feeling, ma poi che bello…

Corri alla Eurotarget-Bianchi-Vittoria e con le Fiamme Oro, come ti gestisci?

Diciamo che prima viene il club. Le Fiamme Oro sono un bel supporto, ho dovuto fare il corso a Caserta al primo anno e poi il giuramento, ma a parte alcuni obblighi, sono al 100 per cento con la squadra.