Marzano, appunti dell’ammiraglia: rivali, squadre, prestazioni

16.06.2023
5 min
Salva

Marco Marzano era sull’ammiraglia della UAE Emirates al Giro del Delfinato. Gara che è stata  un vero laboratorio in vista del Tour. E lo è stata per i suoi ragazzi, ma anche per osservare da dentro gli avversari, a partire da Jonas Vingegaard e la sua Jumbo-Visma.

Il diesse lombardo ci spiega cosa ha visto, cosa ha notato e quanto davvero il danese faccia paura… ammesso che la faccia. Il duello con Tadej Pogacar è già vibrante e sembra sia quasi rimasto in sospeso dal Tour scorso. Tattiche, watt, valori in campo: cosa ha visto dunque Marzano?

Marco Marzano (a sinistra) con Hauptman (a destra)
Marco Marzano (classe 1980) pro’ fino al 2014 è uno dei diesse della UAE Emirates
Marco, certe cose le hai viste da dentro. Cosa ti è sembrato di questo Delfinato e di Vingegaard?

Ho visto un Vingegaard fortissimo e ce lo aspettavamo. Lui e la sua squadra non hanno sbagliato nulla. Hanno corso ad un livello altissimo… dispiace perché quest’anno con Tadej si era pianificato di andare al Delfinato, proprio per avere un primo confronto diretto e sarebbe stato bello vederli già in sfida, ma l’incidente della Liegi ha cambiato i piani. Noi però siamo comunque soddisfatti.

Adam Yates ha chiuso al secondo posto…

Siamo soddisfatti per Yates, che sta facendo un’ottima stagione. E’ salito sul podio del UAE Tour, ha vinto il Romandia e qui ha fatto secondo dietro a Vingegaard. Ma poi siamo contenti della crono, del fatto che siamo sempre riusciti a lavorare insieme nell’ultima salita…

Contenti della crono per la vittoria di Bjerg?

Per la vittoria di Bjerg, che aveva vinto tre crono ai mondiali under 23, ma ci aveva messo un po’ a capire che “di qua” le velocità sono altre (il danese nella foto di apertura con la maglia di leader dopo aver vinto la crono, ndr). Siamo contenti per i materiali, siamo contenti perché al termine di quella giornata siamo stati la miglior squadra. Segno che i materiali e il lavoro sulla crono stanno pagando.

Bjerg ha ottenuto la sua prima vittoria nel WT. Per Marzano è stato merito anche del buon lavoro sui materiali da parte del team (foto Instagram)
Bjerg ha ottenuto la sua prima vittoria nel WT. Per Marzano è stato merito anche del buon lavoro sui materiali da parte del team (foto Instagram)
In effetti pagavate qualcosa contro il tempo?

Vero, ma come detto ci stiamo lavorando. Grazie a Mauro (Gianetti, team principal, ndr) abbiamo cambiato rotta. Materiali, meccanici, Colnago: Mauro ci ha messo nelle migliori condizioni per esprimerci al meglio, per ottenere questi marginal gains e si vede. 

Voi avete i veri numeri in mano, Marco. Cosa ti è sembrato di Vingegaard in particolare?

I numeri non li posso dire, ma posso dire che ci aspettavamo prestazioni su questo livello. Si vedeva che il danese faceva la differenza netta, ma la cosa per noi è che nelle salite finali riuscivamo ad avere Majka, spesso Grosschartner e Yates… Situazioni che vedremo anche al Tour, anche se una corsa di tre settimane è diversa. Nella terza settimana cambiano tante cose, le incognite del meteo sono maggiori…

Ma sono numeri fuori portata quelli espressi da Jonas?

No, io credo siano alla portata di Pogacar. Ora c’è solo da capire come andrà questa differenza di preparazione in seguito al riposo forzato. Noi Tadej lo vedremo al Tour di fatto.

Per Marzano Vingegaard ha espresso ottimi valori, ma non impossibili, almeno per Pogacar
Per Marzano Vingegaard ha espresso ottimi valori, ma non impossibili, almeno per Pogacar
A proposito di Pogacar, si faceva sentire durante il Delfinato? Era curioso?

Sì, sì… chiamava. Si sentiva spesso con Hauptman, il suo diesse di riferimento, sarà lui in prima ammiraglia al Tour. Era a Sierra Nevada e chiedeva, s’informava di come andassero le cose.

Delfinato e Tour: è stato e sarà anche uno scontro fra squadre. La vostra è già definita?

Non del tutto, ma lo schieramento per la salita è quello che avete visto al Delfinato (Grosschartner, Majka, Yates) più Pogacar, chiaramente. Poi ci sono garanzie per la pianura come Bjerg e Laengen.

Quindi ora siete ai livelli della Jumbo-Visma?

Credo di sì. Loro hanno corridori molto importanti. Penso a Kelderman che è allo Svizzera, Kruijswijk (anche se si è infortunato) e Kuss. Ecco, se Kuss al Giro d’Italia ha dato tutto, ed è un bel punto di domanda, allora magari al Tour soprattutto all’inizio non sarà al massimo. Ma se non dovesse aver dato tutto, allora Vingegaard potrebbe avere un corridore molto, molto importante al suo fianco. Noi ci stiamo attrezzando e anche in questo caso il merito è di Gianetti, che ha completato la squadra. Credo che ci stiamo avvicinando parecchio.

Al Delfinato è mancato il duello Pogacar vs Vingegaard, ma non quello fra Jumbo e UAE
La Jumbo Visma ha dato una prova di grande forza e mancano ancora Keldermann, Kuss e Van Aert
Sarà dunque anche un scontro tra UAE Emirates e Jumbo-Visma…

Io non sottovaluterei la Ineos Grenadiers. In quel team hanno tanta esperienza per le corse a tappe, anche se magari non hanno un super leader. E poi c’è questo O’Connor che ormai è qualche anno che è lì e che va forte. C’è Gaudu

Okay Marco, ma non credo temiate O’Connor e Gaudu, con tutto il rispetto per questi atleti, sia chiaro.

Comunque Gaudu ha fatto secondo alla Parigi-Nizza, ma se è vero che non sono i primi rivali, sono corridori molto validi che appartengono a squadre che magari tatticamente possono entrare in ballo, avere un ruolo insidioso.

C’è qualcosa che invece ti ha colpito nell’arco di questa corsa?

Di base direi di no. Mi aspettavo un Delfinato così e corso a questi livelli. Ho visto una Jumbo e un Vingegaard che senza Kruijswijk avevano un uomo in meno in salita, volevo vedere come avrebbero lavorato, ma tanto Jonas non ne ha avuto bisogno: prendeva e partiva… Un giorno ha trovato Carapaz e lo ha seguito. Semmai è stato interessante quel che non ho visto.

Il podio del Delfinato (Vingegaard, Adam Yates e O’Connor) ha lasciato soddisfatto Marzano
Il podio del Delfinato (Vingegaard, Adam Yates e O’Connor) ha lasciato soddisfatto Marzano
Cioè?

Kelderman e Van Aert al Giro di Svizzera.

Come mai li hanno dirottati lì? Un modo per “nascondere le carte” su come lavoravano?

Forse anche per quello, ma credo per essere completi sulle due gare e cogliere risultati ovunque, anche in ottica dei punti e della classifica a squadre. Al Delfinato per il risultato pieno: la generale (e sono arrivate anche le tappe). Allo Svizzera per le tappe. Così che tutti i corridori avessero il loro spazio. Non credo perché ci siano problemi tra Van Aert e Vingegaard.

Scatta il UAE Tour, ma lui non c’è. Le carte con Marzano

19.02.2023
5 min
Salva

Domani prenderà il via UAE Tour, ormai una classica delle corse a tappe d’inizio stagione. E la prima notizia, che ormai notizia non è più, ma forse torna ad esserlo dopo i successi che sta cogliendo, è che quest’anno non ci sarà Tadej Pogacar, re delle ultime due edizioni. Lo sloveno laggiù è un idolo. Corre “in casa” e la UAE Emirates non può non figurare bene… chiaramente. Tutto ciò lo sa bene Marco Marzano, direttore sportivo del team arabo: «Per noi – dice – è un obiettivo importantissimo. E lo si vede anche dalle formazioni che schieriamo».

Marco era in ammiraglia lo scorso anno al UAE Tour e ci sarà anche quest’anno. Con lui facciamo un’analisi a 360° di questa competizione. Come ci arriva la sua squadra. Che tipo di gara è. Come va affrontata. E perché non c’è Tadej.

Marco Marzano (classe 1980) ha corso fino al 2012 e dal 2014 è uno dei diesse della UAE Emirates
Marco Marzano (classe 1980) ha corso fino al 2012 e dal 2014 è uno dei diesse della UAE Emirates
Marco, ormai questa corsa sta assumendo sempre maggiore importanza.

Vista dalla tv sembra una corsa facile invece è molto combattuta, specie per noi della UAE Emirates. Altre squadre vengono “per allenarsi”, per loro è quasi una rifinitura della condizione. Per noi è un appuntamento clou.

Perché dici che sembra facile?

Perché si passa tanto tempo su strade veramente grandi, magari dritte o su grandi spazi aperti e il gruppo sembra “appallato”, che va piano. Ma è un inganno. Magari i corridori stanno andando a 60 all’ora e c’è una grande lotta. Oppure c’è vento. E si vive un grande stress. Da quel che ho visto io, i corridori quando terminano le tappe, sono sfiniti, stressati. E poi i primi se la giocano sempre per una questione di secondi, anche quando ci sono state le crono. E questo aumenta lo stress appunto. Si lotta per prendere davanti il punto in cui si sa che cambia il vento. Insomma inizia ad esserci pressione, soprattutto per chi come noi lotta per la generale.

Alla luce di questa tensione c’è stato un “momento no” per Pogacar lo scorso anno?

Un vero “momento no” non c’è stato. Tutto è sempre rimasto sotto controllo, soprattutto in salita. Abbiamo gestito bene le situazioni con la squadra, tanto che abbiamo vinto poi anche la classifica per team. Sapevamo però che c’è l’insidia della tappa del vento, quella di Abu Dabi, ma passata quella nessun problema.

Come diceva Marzano, il gruppo è “appallato” anche se le velocità sono alte. Discorso che valeva anche al UAE Tour Women
Come diceva Marzano, il gruppo è “appallato” anche se le velocità sono alte. Discorso che valeva anche al UAE Tour Women
Però quest’anno Tadej non ci sarà, nonostante stia vincendo tutto: come mai?

Alla fine anche lui ha bisogno di stimoli nuovi e questi passano anche attraverso un nuovo approccio alla stagione. Altre gare insomma. E non a caso abbiamo preso un signor corridore che risponde al nome di Adam Yates (che nel 2020 ha vinto il UAE Tour, precedendo proprio Pogacar nell’albo d’oro, ndr). Sarà lui il nostro leader. Matxin ha parlato con i corridori e ha pianificato questo calendario. Sì, Pogacar è importantissimo per gli sponsor, ma ci presentiamo con altri ottimi corridori.

Tadej aveva detto di voler partire più piano, ma sta dimostrando il contrario. Se non fosse stato al top okay: è la condanna del super campione, non può fare secondo. Ma visto come sta andando…

Eh già, Tadej ci aveva abituato troppo bene. Chi ha corso in bici sa cosa significa fare risultato ed essere costretto a vincere. Ho sentito gente parlare di fallimento per un secondo posto al Tour de France! Questa scelta di iniziare in questo modo la stagione fa parte del suo programma.

E Ayuso?

Per lui è previsto un calendario diverso. Un calendario più “spagnolo”.

Torniamo al tuo lavoro e alla tipologia di corsa che è il UAE Tour. Come vi organizzate per le riunioni, la strategia sul campo?

Solitamente laggiù, non avendo il nostro pullman, facciamo le riunioni la sera dopo cena. Iniziamo con l’analisi della tappa che si è conclusa nel pomeriggio e poi passiamo a quella successiva. Il mattino successivo facciamo un check con i ragazzi per capire come stanno, se hanno dormito bene… E se tutto è regolare confermiamo la tattica della sera prima.

Adam Yates sarà leader della UAE negli Emirati Arabi Uniti (foto Instagram)
Adam Yates sarà leader della UAE negli Emirati Arabi Uniti (foto Instagram)
Dicevi di un percorso facile in apparenza, come si fa la tattica in questo caso?

Per prima cosa analizziamo gli avversari e la loro compattezza. Cioè chi può fare delle azioni, sostanzialmente chi può aprire dei ventagli… In più, noi facendo dei ritiri spesso da quelle parti ormai conosciamo abbastanza bene strade e zone. Poi bisogna pensare che noi siamo focalizzati, chiaramente, soprattutto sulla classifica generale. Sì, in passato ci siamo presentati con dei velocisti. Vedi Gaviria, Kristoff, quest’anno Molano… ma anche se le tappe sono quasi tutte per le ruote veloci ce ne sono due di salita, o comunque più impegnative, che decidono la corsa. E quindi anche il Molano della situazione sa che se si apre un ventaglio non può aspettare, ma deve lavorare con gli altri per chiudere o per scappare pensando al leader. Insomma non può restare a ruota.

E con i materiali? O i rifornimenti da terra per esempio? Anche in questo caso avete qualche strategia particolare?

Portiamo due profili di ruote: uno medio-medio alto e uno più alto. E vediamo, tappa per tappa in base al vento, quale mettere. Io per esempio stavo proprio organizzando il “piano borracce”. Rcs ci mette a disposizione due auto a noleggio. Io sono sulla seconda ammiraglia e ho la possibilità di tagliare o anticipare il gruppo per qualche extra feed zone.