Ridley rientra in gruppo: dal 2025 sarà partner della Uno-X Mobility

07.10.2024
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Nel 2025, Ridley farà il suo ritorno nel gruppo dei professionisti in qualità di partner ufficiale della squadra di ciclismo norvegese Uno-X Mobility: una collaborazione che coinvolgerà sia il team maschile che quello femminile, entrambi impegnati ai più alti livelli delle competizioni internazionali. Questa partnership si fonda su valori condivisi, come la ricerca costante dell’innovazione e la passione per il ciclismo, e segna l’inizio di un progetto di collaborazione che durerà per ben dieci anni (!) dimostrando l’ambizione di entrambe le parti nel costruire un futuro di successi.

Ridley ha la propria sede nel cuore della “Belgian Bike Valley“, una zona considerata il fulcro del ciclismo in Belgio. Qui si trovano strutture all’avanguardia come la “Factory of Dreams”, il nuovissimo “Ridley Experience Center” e il “Performance Optimization Center”, che includono tecnologie avanzate come una galleria del vento “high-tech”, unica nel suo genere per un brand di biciclette. Queste innovazioni permettono a Ridley di costruire biciclette estremamente veloci, un obiettivo che il CEO di Ridley Jochim Aerts e il General Manager della Uno-X, Thor Hushovd, condividono profondamente.

Si brinda alla definizione dell’accordo decennale
Si brinda alla definizione dell’accordo decennale

Obiettivo comune: il Tour

Uno degli obiettivi principali di questa partnership è quello di vincere nei prossimi anni il Tour de France, e Ridley, grazie alla esperienza decennale nello sviluppo di biciclette ad alte prestazioni, si unirà alla Uno-X per raggiungere questo traguardo.

«Il mondo delle corse scorre nelle nostre vene – ha dichiarato Jochim Aerts – e quindi collaborare con Uno-X Mobility è per noi un’opportunità unica. Sono una squadra all’avanguardia, con molta ambizione, i giusti valori e una continua spinta all’innovazione».

«La performance e l’ottimizzazione aerodinamica – ha ribattuto Thor Hushovd – sono le nostre principali priorità. Siamo entrambi molto motivati a prosperare in questa collaborazione a lungo termine, con l’obiettivo di creare le bici più veloci e migliori per i nostri atleti».

La collaborazione tra Ridley e Uno-X non si limiterà semplicemente alla fornitura di biciclette. In linea con la filosofia aziendale di Ridley, ciascuna singola bici sarà difatti progettata per offrire vantaggi funzionali, unendo velocità e design in modo ottimale. Il dialogo continuo tra le due parti permetterà di sviluppare biciclette sempre più performanti, progettate specificamente per soddisfare le esigenze dei corridori professionisti. La collaborazione partirà ufficialmente il primo gennaio 2025, dando il via a un progetto di lungo termine che ambisce a portare entrambi i partner al vertice del ciclismo mondiale.

La Uno-X Mobility rappresenta un team ambizioso e con delle idee solide di progressione e crescita
La Uno-X Mobility rappresenta un team ambizioso e con delle idee solide di progressione e crescita

La Belgian Bike Valley

Uno degli elementi centrali della collaborazione sarà l’accesso, da parte dei ciclisti Uno-X, alle strutture di eccellenza presso la Belgian Bike Valley. I corridori potranno usufruire di tecnologie avanzate come la camera climatica, la galleria del vento e la possibilità di adattare le biciclette alle loro esigenze specifiche. Questo darà loro un vantaggio significativo in termini di preparazione e performance.

La partnership tra Ridley e Uno-X Mobility, oltre a consolidare l’immagine dei due brand, rappresenta uno dei primi passi nel percorso di crescita della squadra norvegese che mira a diventare un protagonista del ciclismo internazionale nei prossimi dieci anni.

Fondata nel 2020, il Team Uno-X ha rapidamente guadagnato attenzione grazie al talento dei suoi ciclisti scandinavi e al loro spirito combattivo. Nel 2023, la squadra ha debuttato al Tour de France, mettendo in evidenza il proprio potenziale. Nel 2024, nomi promettenti come Tobias Halland Johannessen e Andreas Leknessund si sono uniti a stelle affermate come Magnus Cort e Alexander Kristoff, consolidando la presenza di Uno-X nel panorama ciclistico internazionale.

La collaborazione con Ridley rappresenta dunque un tassello fondamentale per il futuro della squadra, che continuerà a crescere con l’obiettivo di affermarsi tra i grandi del ciclismo mondiale.

Ridley

Viareggio a Cort, ma tiene banco lo sgarbo di Remco

16.05.2023
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«Era la tappa perfetta – dice De Marchi, meno afflitto di qualche giorno fa – il finale verso Viareggio era un po’ troppo pianeggiante, ma io volevo provarci e siamo riusciti a mettere in fila tutte le cose. Sapevo che rispetto a Napoli potevamo essere più tranquilli, perché avevo due ottimi compagni di viaggio. Eravamo forti e uniti, ma purtroppo quando siamo arrivati alla fine, sapevo che ero il più lento. Quindi se non si fosse creata la situazione per anticiparli, sarei stato perdente e così è stato. Ma ci riprovo. E’ solo la decima tappa, quindi ce n’è di strada, prima o poi dovrò provarci ancora».

Bordate dal Belgio

Oggi il Giro d’Italia ha la faccia annerita e sfinita di Alessandro De Marchi, Magnus Cort Nielsen e Derek Gee, usciti dal gruppo quando mancavano 170 chilometri all’arrivo, in una tappa che in tutto ne misurava 196 e varcava l’Appennino dalla provincia di Reggio Emilia al Tirreno. E’ il giorno della ripartenza dopo l’addio scombinato di Evenepoel, che per la forma scelta ha reso tutto più caotico e incomprensibile. Il più delle volte per fare la differenza basta avere i modi giusti, invece la fuga del campione del mondo ha offeso il pubblico e ferito la lunga storia del Giro.

Quel che ha reso tutto ancor più sgradevole è stata la serie dei commenti arrivati dal Belgio. Dalla madre che si chiede se suo figlio correrà mai più in Italia, agli attacchi di Yvan Van Mol, storico medico della Soudal-Quick Step, che ha parlato di una morte annunciata, a causa dell’incompetenza degli organizzatori del Giro.

Intendiamoci, tutti i presenti alla conferenza stampa della presentazione delle squadre a Pescara sono rimasti perplessi per il piccolo locale dove hanno sfilato i corridori davanti ai giornalisti ammassati. Ma fatto salvo quel caso, la corsa stava andando avanti secondo un copione ben collaudato, in Italia, come all’estero. Semmai alcune squadre farebbero meglio a vigilare sul proprio personale che la sera, finite le tappe, va a fare baldoria alle feste della carovana pubblicitaria.

Mentre in testa Cort si giocava la tappa, Bettiol è finito per terra dopo lo scontro con un autista che stava soccorrendo un altro corridore caduto
Mentre in testa Cort si giocava la tappa, Bettiol cade dopo lo scontro con un autista

La scelta giusta

Ma Remco doveva andare a casa: i medici sono tutti concordi. Con due settimane di Giro ancora da affrontare, nessuno avrebbe autorizzato la sua permanenza. Non in osservanza a protocolli Covid vecchi di almeno 15 mesi, ma nel rispetto della sua salute e per i danni che correre in quello stato avrebbe potuto creare nell’atleta.

Toon Cruyt è il medico della Soudal-Quick Step al Giro: lo conosciamo da anni e sappiamo che ne ha viste di tutti i colori.

«Per me – racconta a Het Nieuwsblad – è stato un momento difficile, molto stressante. Ci sono volute due ore per avere un quadro chiaro della situazione. Fortunatamente il solo positivo era Remco, che sabato mattina si era già alzato con delle brutte sensazioni. All’inizio abbiamo creduto che fossero ancora le conseguenze delle cadute, quindi non ho pensato di fare un tampone, perché erano previsti nel giorno di riposo. Ma dopo la cronometro in calando e i sintomi che manifestava, ho deciso di provare domenica sera e la riga “positiva” è stata visibile dopo tre secondi.

«Non ho esitato – prosegue Cruytho chiamato prima Lefevere, che è stato subito d’accordo. Poi mi sono consultato con Philip Jansen, capo della nostra struttura medica, ma la decisione finale spettava a me. E non ho pensato neanche per un secondo di lasciarlo continuare. Non voglio rischiare la salute di nessuno, altrimenti non vale la pena fare il medico. Ho già avuto l’esperienza di Tim Declercq che ha contratto la pericardite poco dopo un’infezione da Covid. Ho sentito abbastanza storie di persone che hanno fibrosi polmonare o problemi cardiaci. Quindi ho deciso: Remco doveva tornare a casa».

Verso Viareggio, primo giorno in rosa per Thomas, emozionato e determinato a tenere duro
Primo giorno in rosa per Thomas, emozionato e determinato a tenere duro

Se solo l’avessero spiegata così prima di mandarlo a casa, forse tanto baccano non ci sarebbe stato. Resta intanto l’anomalia del Giro che richiede le mascherine per gli addetti ai lavori, in controtendenza rispetto al vivere quotidiano. Ma il Covid non è scomparso e se è agevole conviverci nella vita di tutti i giorni, non così è per atleti che devono sfidare montagne alte fino al cielo.

Primo giorno in rosa

Intanto Viareggio ha salutato il primo giorno in maglia rosa di Geraint Thomas, che da queste parti ha vissuto prima assieme a Max Sciandri, quando il toscano gestiva la nazionale U23 della Gran Bretagna, e poi da professionista, una volta passato con la Barloworld.

«Sono successe tante cose fra ieri e oggi – ha detto il gallese dopo le premiazioni – dall’addio di Remco alla grande lotta per far partire la fuga. Eppure, nonostante la pioggia, sono riuscito a godermi questa maglia. Ho vissuto da queste parti, per me significa molto aver attraversato queste zone in testa al Giro d’Italia. La tattica del gruppo inevitabilmente senza Evenepoel cambierà, ma ciò non toglie che io voglia tenere la maglia rosa il più a lungo possibile. So che non tutti ci credono, ma in tutta la mia carriera ho sempre convissuto con un certo scetticismo, non mi fa paura».

Nella volata per il quarto posto a Viareggio, Milan parte ai 400 metri e viene rimontato da Pedersen: c’è da lavorare sui tempi
Nella volata per il quarto posto, Milan parte ai 400 metri e viene rimontato da Pedersen: c’è da lavorare sui tempi

«Spero che il tempo migliori – ha chiuso Thomas – ma è davvero un onore indossarla, a prescindere da tutto il resto. Quando ero un ragazzino e poi da più grande quando sono venuto a vivere in Toscana, l’idea di vestire la maglia rosa era un sogno molto lontano…».

Domani la tappa più lunga porterà il Giro a Tortona, sulle strade dei Campionissimi: Girardengo e Fausto Coppi. Venerdì la neve renderà impossibile il transito sul Gran San Bernardo, per cui il gruppo passerà in Svizzera attraverso il tunnel. Ciò fa sì che la Cima Coppi saranno le Tre Cime di Lavaredo. Il Giro in qualche misura è appena iniziato, immaginando tutto quello che potrà accadere, abbiamo la sensazione che sarà una corsa pazzesca.