All’Elba con Velasco: mare e montagna. Vero spettacolo!

11.03.2022
7 min
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Ma chi l’ha detto che l’Isola d’Elba è solo mare? La splendida isola toscana è un vero paradiso per gli amanti dell’avventura sportiva: canoisti, trekker, subacquei, ma soprattutto ciclisti… Addirittura questa isola ha visto crescere un professionista, Simone Velasco, oggi in forza all’Astana Qazaqstan.

Simone è di Procchio, paesino nella costa settentrionale dell’Elba. Uno di quelli che spuntano quasi all’improvviso, tra un golfo ed un altro, immersi nel verde della macchia mediterranea. E’ lui il nostro “Cicerone”.

L’anello Occidentale

«Partiamo – inizia Velasco – col dire che l’Elba non è un’isola enorme (anche se è la terza per estensione in Italia, ndr) e si riesce a girarla tutta, ma proprio tutta in bici. Io ho i mei giri e chiaramente non possono essere molti, ma ci si può divertire. E tanto…

«Quando posso faccio il giro dell’Anello Occidentale o della Costa del Sole. Si parte da Procchio e si e si arriva a Marina di Campo, una cinquantina di chilometri in cui si può ammirare il paesaggio elbano in tutto il suo splendore. In pratica si percorre la Sp dell’Anello Occidentale: Procchio, la spiaggia di Cavoli, Pomonte, la spiaggia di Fetovaia e si prosegue verso Marina di Campo».

A Pomonte c’è un relitto a poca distanza dalla costa che è meta di molte escursioni con dei piccoli traghetti con scafo a vetro per ammirarlo.

Periplo: 140 chilometri

«All’Elba di pianura ce n’è ben poca – racconta Velasco – però volendo si possono evitare le pendenze più dure.

«Il giro completo dell’isola misura 140 chilometri. E negli ultimi anni, da quando è stata aperta la strada di Falconaia, c’è anche qualche chilometro in più, costeggiando Bagnaia e Nisporto. Il dislivello complessivo è di 2.500 metri, ma come ho detto le salite sono abbordabili, specie se le si affrontano col proprio passo».

Percorrere il periplo di un’isola ha sempre un grande fascino. Si ha un senso di potenza e di libertà allo stesso tempo, difficili da spiegare. Solo la curiosità del ciclista forse può comprenderli sino in fondo.

Il bello del giro dell’Elba è che si possono ammirare anche due geologie distinte: i graniti della parte occidentale e le rocce sedimentarie di quella orientale. Il tutto sempre accompagnato dagli odori della macchia mediterranea e da scorci unici. Il verde acceso delle pinete, il blu profondo o turchese del mare. 

Spazio agli scalatori

Ma non solo salite facili. Anche l’Elba ha il suo Mortirolo e si chiama Monte Capanne (1.019 metri sul livello del mare).

«Il Capanne è il monte vero e proprio – spiega Velasco – in bici si arriva invece sul Monte Perone a quota 630 metri. E il dislivello non è poco visto che si parte da zero (in pratica è come scalare il Pordoi da Arabba, ndr).

«Il Perone ha due versanti, entrambi sui 10 chilometri. Quello da Marciana Marina lo faccio spesso in allenamento ed è un po’ più regolare. E’ il lato classico per così dire. Pensate che qui si tiene anche una cronoscalata amatoriale ogni anno. La prima parte va su al 6-7%, poi dopo il bivio per Poggio e Marciana Alta si prosegue con tratti al 12-13%. Poco prima della cima c’è un tratto di respiro, che annuncia l’impennata finale».

«Il versante di Marina di Campo invece si potrebbe dividere in due vie: San Piero e Sant’Ilario. Quest’ultimo è un po’ più costante. Entrambi vanno su intorno al 6-7 per cento di pendenza media. Quando poi si ricongiungono c’è dapprima un tratto molto facile e poi… l’inferno: 4 chilometri durissimi, con punte al 20%».

In vetta lo scenario è incredibile e si ha una vista che spazia dalla costa italiana a quella della Corsica, si vede l’Argentario e tutto l’arcipelago toscano. E’ un qualcosa d’indescrivibile.

Elba e Mtb: che connubio

Ma se per la bici da strada l’Elba è un paradiso, per la Mtb è il tempio, una meta ormai dal richiamo mondiale. Merito dei tanti sentieri, ma anche dei due bike park. Il Capoliveri Bike Park e quello del Monte Capanne.

«La zona del Perone si presta di più al gravity – spiega Velasco – vale a dire ai sentieri più tecnici, con salti, drop, rock garden… insomma più da enduristi. Mentre per il cross country il vero totem è la zona di Capoliveri, il suo bike park sul promontorio del Monte Calamita. Tanto che l’anno scorso vi si è tenuto persino il campionato del mondo marathon.

«I ragazzi di Capoliveri sono bravissimi. Hanno fatto un lavoro incredibile e ci sono sentieri per ogni livello. Non a caso ha un fortissimo richiamo turistico. Il promontorio del Monte Calamita e tutto quel tratto che si estende verso Sud è chiamato Costa dei Gabbiani».

E Velasco la Mtb la conosce bene. E’ proprio sulla ruote grasse che ha iniziato la sua carriera. Anche per questo i sentieri dell’isola li conosce a menadito.

«E’ davvero bello girare in Mtb. Vedo moltissime ebike, ideali per risalire anche il Monte Perone o la zona di Rio nell’Elba (porzione orientale, ndr). Anche lì ci sono molti sentieri.

«A me piacerebbe fare il tratto della GTE (Grande Traversata Elbana) che va da Rio a Pomonte. Mi piacerebbe farlo a piedi in un solo giorno. Dei miei amici ci sono riusciti. Sarà l’obiettivo del prossimo inverno!»

Che ci si vada per allenarsi (anche d’inverno il clima è ottimale), per fare della passeggiate, per andare in Mtb o per stendere l’asciugamano sulla spiaggia: l’Elba è pronta ad accogliervi. Non mancano guide, nolo bici e strutture bike friendly. E tra cultura e natura c’è davvero tanto da scoprire.

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