Con Lupetto 3D, Biotex dichiara guerra all’inverno

27.10.2021
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Lupetto 3D è la soluzione proposta da Biotex per affrontare le uscite invernali senza doversi preoccupare del freddo e degli sbalzi termici. Non solo guerra al caldo, quindi, ma anche ai rigori dell’inverno. Questo intimo termico, da indossare esclusivamente a contatto con la pelle, vanta un’ottima vestibilità e una gestione ottimale dell’umidità. Lupetto per via del suo collo, alto ma non altissimo. Un collo morbido che non provoca nessun fastidio, ma dona quella piacevole sensazione di protezione in quello che è un punto delicatissimo del corpo e sempre esposto all’aria.

3D per via il tessuto tridimensionale che è stato utilizzato per realizzarla. Una tecnica di lavorazione innovativa che consiste in una struttura alveolare interna che permette di trattenere il calore corporeo ed una lavorazione 3D esterna con lo scopo di ottimizzare la canalizzazione del sudore.

Lupetto per via del suo collo, alto ma non altissimo, che non provoca nessun fastidio
Lupetto per via del suo collo, alto ma non altissimo, che non provoca nessun fastidio

Il nuovo capo è unisex e adatto a tutti gli sport, dalle camminate sportive alle lunghe uscite in bici. E’ disponibile nelle versioni a manica lunga, manica corta e manica lunga con zip

Corpo sempre asciutto 

Grazie alla sua struttura alveolare, il Lupetto 3D ottimizza la canalizzazione del sudore e lascia la pelle calda e asciutta, grazie alla riduzione di contatto tra pelle e tessuto. La vestibilità è avvolgente e confortevole, con un peso complessivo di soli 100 grammi è in grado di regalare costantemente una sensazione di libertà e comfort.

La maglia garantisce un micro-clima ideale, non solo durante lo sforzo fisico, ma anche nei momenti di pausa o riposo. Il lupetto 3D fa parte della linea Bioflex Warm, l’intimo termico a compressione graduata, che fornisce le massime prestazioni e un’elevata protezione a chi pratica sport invernali.

La grande termicità e insieme la traspirazione sono garantite dalla fibra BTX yarn in Polipropilene in oltre l’85 per cento del capo, intrecciata con filati tecnici elasticizzati. 

Come e quando indossarla 

Lupetto 3D va indossato come primo strato a contatto pelle, nei periodi dove le temperature variano dai -5°C ai +15°C. Il range di temperatura indica i limiti estremi d’utilizzo, pertanto va valutato il baricentro delle temperature come riferimento per soddisfare le proprie esigenze che variano in base allo sport, alle condizioni climatiche e alla propria termoregolazione.

La micro-rete elasticizzata con cui è realizzata la maglia intima è priva di cuciture (sui fianchi), si adatta alla forma del corpo e ne enfatizza la muscolatura.

Il Lupetto 3D ottimizza la canalizzazione del sudore e lascia la pelle calda e asciutta
Il Lupetto 3D ottimizza la canalizzazione del sudore e lascia la pelle calda e asciutta

Biotex garantisce un’esperienza duratura semplicemente seguendo piccoli accorgimenti di cura del capo come un’asciugatura naturale e lavaggi a basse temperature privi di ammorbidente che ne inibiscono la traspirazione. 

Taglie, modelli e prezzi

Lupetto 3D è disponibile in 3 versioni selezionabili in 3 taglie: XS-S, M-L, XL-2XL. Maglia manica corta a 62 euro, maglia manica lunga a 66 euro e infine maglia manica lunga zip a 72 euro. 

biotex.it

Soft Shell e salopette di rh+ per l’inverno su ogni terreno

19.10.2021
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Che sia ciclismo su strada o offroad, rh+ ha la soluzione per affrontare vento e pioggia mantenendo eccellenti livelli di traspirabilità e comfort. L’azienda di cui avevamo già parlato per la presenza nel triathlon di Tokyo accanto ad Alice Betto, sfodera ora gli ultimi arrivi per la stagione più fredda, per uomo e donna. Tra questi le nuove giacche in Soft Shell: Logo II Jacket e Logo II Printed Jacket, ideali per comfort e caratteristiche tecniche. La salopette da uomo Wind Bibtight, calda e antivento. Infine la giacca da donna Code W Jacket insieme alla calzamaglia Reflex W Bibtight, racchiudono le proposte specifiche per affrontare le uscite invernali su ogni terreno e con qualunque condizione meteorologica. 

Soft Shell per l’uomo

Logo II Jacket e la Logo II Printed Jacket, sono le due nuove proposte che qui analizziamo. Entrambi capi tecnici invernali realizzati con tessuto Biomorphic AD antivento nella parte frontale, abbinato al nuovo ECO Biomorphic ID WR sul retro. Il trattamento Water Repellent rende queste giacche ancora più protettive dai rigidi mesi invernali, mentre la struttura a nido d’ape del tessuto principale aumenta ulteriormente la traspirabilità.

Tre tasche cargo e una mini tasca con zip sul retro offrono grande spazio per gli oggetti personali. La Logo II Jacket e la Logo II Printed Jacket hanno una costruzione COMFORT Fit anatomica preformata, il fondo maglia Grip Fit Xlight con silicone interno antiscivolo. Il collo è preformato posteriormente per migliorare la posizione in bicicletta, le applicazioni riflettenti sul retro e sul fianco sinistro aumentano la visibilità sulla strada.

Logo II Jacket è acquistabile a 109,90 euro, Logo II Printed Jacket a 129,90 euro. Le taglie disponibili vanno da S a 3XL

Soft Shell per la donna 

Nella collezione invernale da donna di rh+ troviamo la Code W Jacket, una giacca Soft Shell sviluppata per le basse temperature e ricca di dettagli per essere sia funzionale sia confortevole. Il nuovo tessuto Morphic AD è sviluppato per offrire protezione dal vento garantendo sempre un’elevata traspirabilità. Così come le giacche da uomo, la Code W Jacket ha tre ampie tasche cargo e una mini tasca con zip per oggetti di valore, oltre a un’applicazione riflettente sul davanti e sul retro per una maggiore sicurezza nei mesi invernali.

Code W Jacket è disponibile in 5 taglie da XS a XL ad un prezzo di 109,90 euro. 

Le salopette di rh+

A completare la proposta invernale da uomo troviamo la Wind Bibtight. La salopette più calda di rh+ con un’eccellente protezione dal freddo grazie agli inserti antivento frontali AD Biomorphic Light, mentre il nuovo tessuto Biomorphic Thermoroubaix assicura protezione dall’acqua. Ad aumentare il comfort di questo prodotto sono le cuciture elasticizzate ultrapiatte e l’elastico interno con silicone antiscivolo per il fondo gamba. Wind Bibtigh è disponibile in 6 taglie da S a 3XL ad un prezzo di 184,90 euro.

Per la donna si completa il look con la Reflex W Bibtight: una salopette dal taglio più alto con dettagli di stile e caratteristiche tecniche che offrono un maggiore comfort e un’ottima vestibilità. La salopette è calda grazie al nuovo tessuto Biomorphic Super Roubaix ID e include dettagli riflettenti per la sicurezza sulla strada. La parte posteriore in rete 3D traspirante con morbide bretelle aumenta ulteriormente il comfort. Reflex W Bibtigh è disponibile in 5 taglie da XS a XL ad un prezzo di 139,90 euro.

rh+

Sportful, freddo e acqua non ci terranno lontani dalla strada

16.10.2021
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Per temperature rigide e maltempo bisogna affidarsi a prodotti performanti e di qualità. Ecco tre proposte di Sportful per queste condizioni avverse che faranno da contorno agli allenamenti invernali di ogni ciclista. E se già il kit fornito ai professionisti è un’ispirazione per chiunque pedali, quel che segue alza ancora l’asticella. La Fiandre Medium Jacket, una giacca tecnica invernale che non teme l’acqua. E infine le calzamaglie: Fiandre Bibtight e Fiandre Norain Team Bibtight per proteggere le gambe dal freddo e dalle intemperie. 

Fiandre Medium Jacket

Uno strato in più per spingere contro il freddo, è questo l’obiettivo di Fiandre Medium Jacket. Una giacca adatta quando la temperatura scende, ma la voglia di salire in sella rimane. Frontalmente presenta uno strato in Goretex Infinium, sul retro invece un tessuto traspirante NoRain, con dettagli idrorepellenti lungo tutta la giacca. Le tasche hanno fori anti-acqua per proteggere gli oggetti personali.

Il tessuto nella parte superiore del collo, polsi e coda, è trattato con water-repellent. Comfort di utilizzo assicurato per vestibilità, grazie ai dettagli come il colletto doppio. Disponibile in 4 colori per 6 taglie da S a 3XL ad un prezzo di 189,90 euro. 

Fiandre Bibtight

La calzamaglia Fiandre Bibtight è adatta a ogni condizione invernale. La membrana in Polartec Neoshell è stata applicata su punti strategici come fondo gamba e ginocchio, per consentire massimi livelli di protezione ed elasticità. Il capo ha uno spessore importante sulle gambe, ma leggero sul busto per accogliere meglio la termicità della giacca invernale.

Prezioso e funzionale il trattamento NoRain contro ogni imprevisto meteo. In corrispondenza della giacca la rete è leggera per favorire la traspirazione degli indumenti della parte alta. Disponibile in 6 taglie da S a 3XL ad un prezzo di 169,90 euro. 

Fiandre Norain Team Bibtight

Un altro modello di calzamaglia ideata per la pioggia e non solo è Fiandre Norain Team Bibtight. Il tessuto termico spazzolato NoRain è trattato con esclusive nanotecnologie. Molto traspirante, non trattiene il calore nelle giornate secche e il suo trattamento idrorepellente è in grado di tenere fuori pioggia, neve bagnata e schizzi sollevati in corsa. In condizioni di bagnato estremo, non assorbe l’acqua e tiene più caldi. Ideale per uscite non inferiori ai 5°C, il capo ha un peso contenuto di 235 grammi. Disponibile in 6 taglie da S a 3XL ad un prezzo di 119,90 euro. 

sportful.com

Freddo estremo: come mi vesto, Omar Di Felice?

08.01.2021
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Un ciclista nel bel mezzo delle distese del Canada, in pieno inverno. Chissà che freddo? Chissà come si sarà vestito? Ebbene a quel ciclista, Omar Di Felice, abbiamo chiesto proprio queste cose. L’ultracycler laziale è esperto di climi estremi. Le sue avventure sono ormai celebri: Nord America, Mongolia, Scandinavia, Alpi… Con il suo aiuto abbiamo cercato di capire come ci si veste quando fa molto freddo, perché a quanto pare non si tratta solo di coprirsi.

Di Felice ormai con pochi gradi sopra lo zero non usa i guanti (foto Sestili, anche in apertura)
Di Felice in azione (foto Sestili, anche in apertura)

Sentire freddo all’inizio

«In effetti – dice Di Felice – è più complesso di quel che si possa immaginare. Ma prima bisogna definire il concetto di freddo, perché un conto è fare un allenamento dalle nostre parti e un conto è intraprendere un’avventura estrema. La tecnologia ci mette a disposizione dei capi che prima non c’erano e non è un caso che oggi i pro’ non siano più fermi per due mesi come in passato. 

«La regola principale è quella di vestirsi a strati e di farlo in base al clima e a quello che si deve fare. Se ci sono zero gradi e devo fare un lungo lento mi vestirò in un modo; se devo fare un lavoro ad alta intensità in salita mi vestirò in un altro. In questo caso l’obiettivo è quello di evitare di sudare in vista della discesa. Per questo quando si esce bisogna mettere in preventivo di sentire un po’ di freddo in partenza. Quella prima mezz’oretta di freddo, fino a quando il metabolismo non va a regime, ci serve a non sudare troppo dopo. E’ fondamentale. Molti partono sin troppo coperti, basandosi sulla differenza di temperatura che c’è tra interno ed esterno. In questo modo ci si vestirà sempre troppo».

Il vestiario invernale Uyn. Di Felice sta contribuendo allo sviluppo dei materiali
Di Felice sta contribuendo allo sviluppo dei materiali Uyn

L’approccio mentale conta

«Anche nelle avventure più estreme, con 15-20°C sotto zero, la mia tecnica è quella di sentire freddo all’inizio. Un vero pugno in faccia in quel caso. Ma il trucco è quello di regolare lo sforzo per riuscire a riscaldarsi quanto prima. La mia zona di lavoro è una Z2 alta – Z3 bassa, questa mi consente di tenerla per lungo tempo e di non fare fuori giri nei quali accumulo acido lattico, perché poi dovrei rallentare e questo significherebbe raffreddarsi. Può succedere che magari appena partito vada un po’ più forte per scaldarmi un po’ prima, ma dopo 10′-15′ mi metto a regime.

«Questi pero sono casi estremi. Dalle nostre parti non bisogna avere paura di prendere freddo, non si va incontro a rischio di congelamenti. Al massimo non avrò quella sensazione di benessere nell’andare in bici, mi faranno un po’ male mani e piedi, ma non ci sono rischi concreti.

«Conta poi l’approccio mentale – riprende Di Felice – Piove: esco o non esco? Oggi la tecnologia dei capi ci consente di fare 4 ore sotto l’acqua senza problemi, sta quindi a noi decidere se inforcare la bici o no. Non è un motivo tecnico, ma mentale. A me il freddo piace, ma non è che non lo senta, solo che mentalmente non sono reticente. In certe situazioni sono consapevole che da quando attaccherò i pedali sarà una lotta, ma non è un problema».

Le scarpe invernali Shimano MW7
Le scarpe invernali Shimano MW7

Estremità protette

E allora come si veste Omar Di Felice quando fa freddo? Ricordiamo che intorno agli zero gradi ormai lui è temprato ed esce come se fosse primavera o quasi!

«Per prima cosa copro le estremità: mani, piedi, punta del naso. Sono i recettori del freddo e che mandano i segnali al resto del corpo. Per questo uso un sottocalza di lana merino per i piedi. Più o meno la stessa cosa per i guanti: un paio invernali e in caso di temperature molto basse un sottoguanto sempre in lana merino.

«Il mio abbigliamento è Uyn, marchio che, soprattutto nell’intimo, è performante vista sua esperienza nello sci. Quindi giubbino e calzamaglia che sto sviluppando proprio con loro. E’ importante che non ci sia troppa aria tra intimo e giubbino, perché questa tende a raffreddarsi e a raffreddare il corpo. Una volta c’erano queste giacche larghe che sventolavano super pesanti e addosso eri congelato ugualmente.

«Per quel che riguarda gli accessori, uso scarpe invernali, le Shimano MW7. A tal proposito non capisco perché si cambi il vestiario e non le scarpe d’inverno. Hanno una struttura e un’imbottitura diversa. Sono pressoché eterne, visto che si usano per un breve periodo dell’anno. Inoltre grazie a queste non metto il copriscarpa, neanche a -15°C. Poi non manca lo scaldacollo, che alzo e abbasso a seconda delle esigenze e corpo anche la punta del naso. In testa fascia o cappellino sottocasco. Attenzione, il sottocasco, che sia fascia o cappellino, vanno tolti quando si fa una salita, sempre per evitare che si bagnino con il sudore. Vanno rimessi nella tasca o, meglio ancora, nella borsetta, queste ormai sono comode, minimal e per allenarsi vanno bene».

Infine una chicca: «Utilizzo anche delle creme a base di burro di karite, ma solo se il freddo è davvero intenso per preservare la pelle. E della normale crema tipo Nivea dopo una giornata al gelo».

Colbrelli al mondiale di Harrogate

Colbrelli ci racconta i segreti della pioggia

18.11.2020
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Anche se non stiamo vivendo un’autunno particolarmente piovoso, abbiamo pensato di sentire Sonny Colbrelli, noto mago della pioggia, per chiedergli come si veste e si comporta nei giorni in cui pedala sotto la pioggia.

Non a tutti piace correre quando piove, ma ci sono dei corridori che in condizioni di acqua e freddo vanno molto meglio degli altri, uno fra questi è certamente il bresciano.
«Beh anche io a volte quando mi sveglio la mattina prima di una gara e fuori piove non sono proprio contento – esordisce così Colbrelli – diciamo che c’è chi la regge meglio e chi no». Nei giorni in cui piove ci sono alcune parti del corpo che soffrono più delle altre, soprattutto se ad accompagnare la pioggia ci sono anche temperature basse.

«Le mani e i piedi sono le parti più sensibili, poi se fa anche freddo sono le prime a ghiacciarsi – il corridore del Team Bahrain-McLaren aggiunge – quando sento che inizio ad avere freddo al corpo allora vuol dire che la temperatura è vicina ai 4 o 5 gradi – e continua ridendo – a quel punto molti corridori del gruppo sono già… morti e io invece ancora sto bene».

Gruppo Harrogate
Pioggia al campionato del mondo di Harrogate 2019
Gruppo Harrogate
Il gruppo alle prese con la pioggia durante il mondiale di Harrogate 2019

Il freddo non aiuta

Come dice Colbrelli, quando alla pioggia si aggiunge il freddo, ci sono dei corridori che finiscono la benzina prima di altri. Si tratta di caratteristiche fisiche e attitudine a sopportare le temperature basse.

«Ad esempio io non uso molto i guanti invernali, mi danno fastidio. Anche durante l’inverno capita spesso che parto con i guanti lunghi e poi una volta che mi sono scaldato li tolgo e sto bene senza».

Né leggeri né pesanti

Oltre alle doti fisiche c’è l’importanza di vestirsi in maniera adeguata, ne troppo coperti e nemmeno troppo leggeri e qui Colbrelli spiega. «A me piace mettere una mantellina bella pesante, che tenga bene per tante ore sotto l’acqua. Il problema principale è che dopo un po’ l’acqua entra dal coletto e dalle maniche. Per questo uso una mantellina con il collo alto. Nelle giornate più estreme metto la gabba sotto e sopra la mantellina, così rimango caldo e protetto, ma deve essere proprio una giornataccia, perché se mi vesto troppo sento di non respirare».

La borsa del freddo

Bisogna tenere presente che in gara i corridori professionisti hanno a disposizione le ammiraglie dove possono tenere la famosa borsa del freddo, con dentro i capi di ricambio.
«Io sono uno che ci mette dentro di tutto, infatti i meccanici un po’ mi odiano per questo, perché non riescono a trovare quello che gli chiedo. Ad esempio la borsa del freddo di Caruso è un quarto della mia e gliene basta una in prima ammiraglia, tanto arriva davanti. Io invece ne devo fare due, perché se c’è l’arrivo in salita devo fare affidamento sulla seconda ammiraglia – e poi aggiunge – io ci metto dalla mantellina più leggera a quella più pesante, dai manicotti leggeri a quelli più spessi, due o tre tipi di guanti, un occhiale con la lente chiara e un paio di scarpe di scorta».

Colbrelli ci ha detto simpaticamente che i meccanici si devono letteralmente studiare l’abbigliamento di ogni corridore così da essere pronti quando c’è bisogno.

Visconti al Pantani
Visconti al Memorial Pantani 2020 sotto una pioggia estiva
Visconti al Pantani
Visconti in azione al Memorial Pantani 2020 sotto una pioggia estiva

Alimentarsi bene

Con le giornate di pioggia bisogna stare attenti anche all’alimentazione.
«Questo è un aspetto a cui sto molto attento perché quando piove non ti viene tanta voglia di bere ed invece il fisico consuma di più, così io mi impongo di bere una borraccia con le maltodestrine ogni ora e poi mangio di più soprattutto panini con la Nutella e barrette proteiche. Alcuni corridori siccome si dimenticano di bere si fanno il tè caldo molto zuccherato così gli viene più voglia di berlo perché scalda ed è dolce».

E le gomme?

Colbrelli ci ha detto che se esce in allenamento sotto la pioggia non usa dei copertoni specifici tiene quelli che ha solitamente in dotazione, mentre se è in gara a volte fa montare un pneumatico più zigrinato. Un accorgimento che usa quando esce ad allenarsi con la pioggia è quello di mettere il parafango posteriore così da proteggersi meglio dagli schizzi di acqua provocati dalla ruota posteriore.

Tanta scelta

Il mercato di oggi offre serie di capi tecnici sempre più leggeri ma specifici per la protezione dalla pioggia. Come ci ha spiegato anche Colbrelli, la scelta di cosa indossare cambia in base alla temperatura, perché coprirsi troppo può risultare altrettanto svantaggioso come il patire il freddo e bisogna sempre ricordarsi di bere e mangiare perché in condizioni piovose il nostro fisico brucia più calorie.