Mentre il Giro d’Italia affronta un’altra giornata di su e giù, con tre salite che porteranno il gruppo a picchiare su Genova, a Sierra Nevada, Primoz Roglic continua nella sua preparazione per il Tour de France. Il 2022 si è già tinto di giallo con la vittoria della Parigi-Nizza, ma a tenerlo sveglio è ancora il giallo di luglio, dopo la beffa del 2020 e la caduta che l’ha tolto di mezzo lo scorso anno. Di giallo in giallo, intanto, la prossima sfida seria sarà il Delfinato (5-12 giugno), verifica finale in vista del Tour.
Stop inatteso
Rispetto alle solite incognite, quest’anno sulla strada di Roglic si è messo un dolore al ginocchio che dopo il Giro dei Paesi Baschi lo ha costretto a fermarsi. L’aspetto mentale è importante quanto quello fisico e lo sloveno della Jumbo Visma parrebbe aver sviluppato la capacità di mettere le cose nella giusta prospettiva.
«Penso che le cose accadano per una ragione. Non volevo, ma sono stato costretto a fare una pausa. A causa di quel periodo di riposo – dice – ora potrei anche essere un po’ più fresco nella testa per affrontare nuove sfide».
Muscolo infiammato
Inizialmente gli era sembrato un dolore innocuo, ma improvvisamente si è trasformato in un problema serio. Così Roglic ha dovuto rinunciare alle classiche delle Ardenne, rassegnandosi a riposo e cure intensive: il solo rimedio per non mettere in pericolo la sua partecipazione al Tour.
«All’inizio ho pensato che non fosse una grande preoccupazione – racconta – ma il dolore continuava a tornare. Ora le cose stanno andando di nuovo bene. Il problema era che un muscolo nella parte posteriore del ginocchio si era infiammato per lo sforzo, ma ormai è tutto a posto. Non ho mai avuto paura di saltare il Tour, ma credevo che l’avrei risolta prima».
Sierra Nevada, si riparte
Il fastidio c’è stato, al punto che al Giro dei Paesi Baschi, dopo aver vinto il prologo, Roglic ha iniziato ad accusare il colpo. Rimasto in testa fino alla quarta tappa, Primoz alla fine ha perso la maglia di leader e si è piazzato all’ottavo posto. Poi si è fermato.
«Pensavo che sarebbe finita dopo qualche giorno di riposo – ammette – ma quando ho ripreso ad allenarmi ho notato che il dolore era peggiorato. Così ho dovuto riposarmi più a lungo, che lo volessi o no. Solo da poco posso caricare nuovamente il ginocchio. Nelle due settimane prima di venire a Sierra Nevada ho pedalato a ritmo blando, più per vedere se ci fosse un miglioramento e in che misura quel muscolo potesse essere nuovamente caricato. Ho dovuto fare due sedute di terapia al giorno, è stato un brutto infortunio. Ma ora sono super felice di potermi allenare di nuovo completamente».