Diaframma, ben più di un semplice muscolo

18.01.2024
4 min
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Spesso molti dolori che può avvertire un ciclista, magari legati alla schiena o allo stomaco, non dipendono direttamente da quella specifica zona, ma sono fastidi di riflesso. Di riflesso dal diaframma. 

Il diaframma è il muscolo più importante della respirazione. Non tutti lo “sanno usare” a fondo. Nell’era in cui gli atleti di vertice sono sempre più controllati, questa problematica emerge in modo più frequente.

Emanuele Cosentino, è uno dei massaggiatori e fisioterapisti della VF Group-Bardiani. Non è la prima volta che ci parla di diaframma, ma stavolta con lui andiamo più nello specifico. E il discorso a quanto pare è molto ampio.

Emanuele Cosentino è uno dei massaggiatori e fisioterapisti della VF Group-Bardiani
Emanuele Cosentino è uno dei massaggiatori e fisioterapisti della VF Group-Bardiani

Un muscolo, tanti benefici

«I muscoli che tratto di più – spiega Cosentino – sono soprattutto lo psoas e il diaframma. E li tratto non solo per se stessi, ma anche per la postura. Lo psoas si trova nella parte inferiore della pancia, il diaframma in quella più alta, appena sotto ai polmoni. Sembrano distanti, in realtà sono strettamente connessi. Se l’ileopsoas è contratto o teso, di riflesso il diaframma lavora male. E viceversa».

Il diaframma, come dicevamo, è il muscolo più importante della respirazione. E’ il “motore” della respirazione, quello che attiva tutto il processo. Ha la forma di un ombrello. Si alza e si abbassa a seconda delle fasi di respirazione: inspirazione, espirazione. E’ come fosse una pompa.

Questo muscolo è importante sia per il benessere di una persona normale che per le prestazioni di un atleta.

«Il diaframma è importante – prosegue Cosentino – perché svolge vari ruoli: viscerale, posturale, respiratorio. Partendo da quest’ultimo, il diaframma sbloccato che lavora bene fa sì che i polmoni si dilatino meglio e incamerino più ossigeno. Più ossigeno nei polmoni significa più ossigeno al sangue e ai muscoli, perché anche il cuore di conseguenza può pompare meglio».

Da un diaframma che lavora bene possono escludersi problemi di stipsi, una buona digestione e delle buone funzioni gastrointestinali. Per questo Cosentino lo considera una delle chiavi del benessere. I benefici dunque sono molteplici.

Un disegno che spiega come è fatto e dove si trova il diaframma, chiaramente in rosa (immagine dal web)
Un disegno che spiega come è fatto e dove si trova il diaframma, chiaramente in rosa (immagine dal web)

Più perfomance

Aumentando la sensibilità su ogni fronte, tra cui quello dell’osteopatia e della fisioterapia, anche il ciclista cura di più questo aspetto.

«Nel ciclismo – dice Cosentino – una cattiva postura spesso dipende dalla chiusura eccessiva dell’addome. Quando inquadrano i corridori di lato e si vede che gli si gonfia la pancia, è ottimo. Significa che l’atleta respira bene, sfrutta al massimo le sue capacità respiratorie.

«Un diaframma che lavora bene non so quanto possa influire direttamente sulla prestazione, ma mi sento di dire che che posticipa l’arrivo dell’acido lattico. Magari tra chi ha un diaframma bloccato e chi ha un diaframma che lavora bene ci può essere una differenza del 10-15 per cento.

«Nella nostra squadra per esempio Alessandro Tonelli è molto bravo in tal senso. E’ un ragazzo molto accorto in tutto. Forse anche perché durante un Giro d’Italia ci eravamo accorti che aveva dei problemi alla schiena dovuti proprio al diaframma. Avevamo rivisto la sua posizione in bici, poi le misure della biomeccanica, ma tutto era okay. La schiena tutto sommato era a posto… Andando per esclusione, sbloccando il diaframma ha risolto quel dolore. Oggi, ogni volta che viene al massaggio, mi chiede dello sblocco del diaframma».

La pancia che si gonfia durante la respirazione è un ottimo segnale, secondo Cosentino
La pancia che si gonfia durante la respirazione è un ottimo segnale, secondo Cosentino

Esercizio costante

Cosentino lavora molto su questo aspetto con i suoi atleti. Durante i ritiri, organizza delle sedute di stretching collettivo, in cui gli fa eseguire anche esercizi di respirazioni. Ce ne sono 3-4 che sono importantissimi affinché il diaframma resti libero e possa lavorare bene. Ma vanno fatti con costanza.

«Il primo esercizio – conclude Cosentino – è quello di respirare con la pancia. Quindi ombelico al cielo se si è sdraiati o sulle punte se si sta in piedi. Altro esercizio: portare le braccia in alto, come se ci si allungasse per prende un oggetto in alto, e inspirare. Quando poi si riportano le braccia in basso bisogna espirare. In questo modo si distende il diaframma e si rilassa anche lo psoas».