Castelli x la nazionale islandese: un kit di grande design

13.09.2024
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Terminata La Vuelta, l’attenzione del ciclismo continentale si sposta sulle Fiandre, in Belgio, pronte ad ospitare un evento agonistico di grande prestigio: i campionati europei di ciclismo su strada. Questa competizione rappresenta non solo un’importante occasione per gli atleti di mostrare il proprio talento, ma anche per le squadre di esibire i loro kit ufficiali dopo la parentesi delle Olimpiadi 2024 di Parigi ed in attesa di campionati del mondo in programma a Zurigo per l’ultimo weekend di settembre. 

Per la nazionale islandese di ciclismo, questo evento sarà l’opportunità ideale per mettere in risalto la nuova divisa da gara creata in collaborazione con Castelli: un completo che promette di attirare l’attenzione non solo per le sue prestazioni, ma anche per il suo design distintivo.

Il kit, frutto di una sinergia tra il designer islandese Valur Rafn e il team di designer italiani di Castelli, incarna difatti un mix affascinante di tradizione e innovazione. Rafn, che lavora presso il distributore Castelli Tri Verslun di Reykjavík, ha saputo combinare l’essenza dello stile nordico con i sofisticati elementi del design italiano. Il risultato è un look elegante e classico che esalta i colori della bandiera islandese, conferendo al kit stesso una personalità unica e riconoscibile.

La visione di Valur Rafn 

La creazione di questi nuovi capi di abbigliamento non è stata un’impresa facile. La trasformazione della visione di Rafn in realtà ha richiesto tempo, pazienza e una stretta collaborazione tra lui e i designer italiani. Ogni dettaglio è stato curato con attenzione per assicurare che il progetto grafico fosse fedele all’idea iniziale, pur rispondendo agli standard elevati richiesti per una competizione di tale calibro.

Il design del kit è caratterizzato da una linea centrale prominente e dai colori della bandiera islandese, disposti in modo strategico per adattarsi armoniosamente al design complessivo. Rafn ha altresì dichiarato che l’elemento principale del suo progetto è sempre stato la linea centrale, che serve come fulcro attorno al quale sono stati organizzati gli altri dettagli, inclusi i colori nazionali. Questa scelta non solo riflette l’identità nazionale dell’Islanda, ma contribuisce anche a creare un’immagine visivamente accattivante e professionale per gli atleti.

La collaborazione tra Rafn e il team di Castelli dimostra come diverse tradizioni e stili possano unirsi per dare vita a qualcosa di veramente speciale. Con il campionato europeo di ciclismo su strada 2024 che si avvicina, la divisa da gara della nazionale islandese non sarà solo un elemento di orgoglio per il Paese, ma anche una dichiarazione di eleganza e competenza nel mondo del ciclismo. Tutti gli appassionati potranno ammirare il risultato di questo incontro tra stili e culture diverse, celebrando così una delle vetrine più prestigiose del ciclismo europeo.

Castelli

Hirschi pronto a marciare su Parigi, ma soprattutto su Zurigo

09.03.2024
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SIENA – Il 3 agosto e il 29 settembre sono le due date che Marc Hirschi ha cerchiato in rosso. E sono due eventi che Marc correrà con la maglia rossocrociata, quella della sua Svizzera. Marc è un falco, uno di quegli atleti che sa puntare. Che sa farsi trovare pronto quando arriva il momento clou ed essendo in nazionale il leader designato merita una grande attenzione.

Quando ha avuto carta bianca ha messo nel sacco una tappa al Tour, una Freccia Vallone, un terzo posto ai mondiali. E più recentemente, solo lo scorso anno, il Giro dell’Appennino, la Coppa Sabatini, il Giro del Lussemburgo e il campionato nazionale.

Hirschi alla Strade Bianche, un grande lavoro per Pogacar e lo stesso in questi giorni per Ayuso
Hirschi alla Strade Bianche, un grande lavoro per Pogacar e lo stesso in questi giorni per Ayuso

Dalla UAE alla Svizzera

Il connazionale Rubens Bertogliati ad un giornale svizzero (Mattino Online Ticino) ha dichiarato che: «Credo che in questa stagione potrebbe tornare ad essere protagonista. Marc ha pagato più del dovuto gli infortuni e il conseguente passaggio alla UAE».

E proprio il suo team è un punto chiave. Hirschi è un cacciatore di classiche, un vincente. Milita nella prima squadra al mondo, la UAE Emirates, ma se questa da una parte gli dà tanto, dall’altra gli toglie qualcosa. E’ inevitabile: con tanti campioni in rosa, spesso si ritrova a vestire i panni del gregario. 

Noi per esempio abbiamo scambiato delle battute con lui alla Strade Bianche, e quel giorno il leader guarda caso era Tadej Pogacar. Marc stesso ci disse prima del via: «Giustamente oggi lavoro per Tadej».

Non è un caso che da quando è in questo team abbia vinto molte gare, ma non quelle WorldTour. Anche quest’anno ha aperto la stagione con un successo di forza e astuzia e alla Faun Drome Classic, ma si tratta di una prova 1.Pro.

Marc Hirschi (classe 1998) conquista la Faun Drome in Francia, suo 15° successo in carriera
Marc Hirschi (classe 1998) conquista la Faun Drome in Francia, suo 15° successo in carriera

Più Zurigo che Parigi

Se gli obiettivi erano due, Hirschi ci è sembrato quasi più interessato ai mondiali che non ai Giochi Olimpici di Parigi. Ma è anche normale visto che si terranno proprio in Svizzera, a Zurigo. E che forse il percorso parigino è sin troppo scorrevole per le sue caratteristiche di scattista.

«Sì – dice Hirschi – per me i campionati del mondo quest’anno sono l’obiettivo più grande. Si corrono nel mio Paese di origine. E poi ci sono le Olimpiadi. Sarebbe bello iniziare da queste chiaramente, ma non sarà facile prendervi parte perché come ranking abbiamo solo due posti a disposizione e di mezzo c’è anche la cronometro».

Hirschi non ha poi torto, però è anche vero che le convocazioni olimpiche per gli svizzeri sembrano già fatte. Lui stesso è nettamente il primo atleta nel ranking UCI dei rossocrociati e il secondo è Stephen Kung, che punterà soprattutto sulla cronometro. Pensate che Marc ha più di mille punti di vantaggio sullo stesso Kung.

Semmai a rompergli le uova nel paniere potrebbe essere l’altro connazionale, Stefan Bissegger, campione europeo 2022 nella crono. Però la prova in linea è nettamente favorevole alle caratteristiche di Hirschi.

Hirschi è di poche parole, ma gentile. Lo ricordiamo due anni fa alla Per Sempre Alfredo, la gara che lo vide tornare al successo dopo l’anno tremendo costellato da infortuni. Aveva voglia di raccontare. 

Lui però ci crede e sotto sotto lavora proprio per questi obiettivi. Sa che gli sfidanti sono dei giganti e più di qualcuno di questi ce li ha in casa. Sa bene dunque dove deve arrivare per poter vincere.

«In questo inverno – spiega Hirschi – ho modificato un po’ la mia preparazione. Ho lavorato per essere più esplosivo: sarà necessario in quelle gare».

Nel 2020 fu medaglia di bronzo ai mondiali di Imola, dietro Alaphilippe e Van Aert
Nel 2020 fu medaglia di bronzo ai mondiali di Imola, dietro Alaphilippe e Van Aert

A tutte classiche

Hirschi ha già il suo piano di gare. Non farà grandi Giri, forse anche per questo ha puntato del tutto su un certo tipo di allenamenti. La primavera di Marc prevede una grande incetta di classiche. Ad esclusione di Gand e Roubaix, le classiche per i pesi forti, le farà tutte: dalla Sanremo alla Liegi, passando per il Fiandre e la Freccia, che vinse nel 2020. E nel mezzo altre gare.

In tutto questo bailamme di corse, il suo primo stop di stagione sarà a maggio dopo il Giro di Ungheria. Poi forse troverà il tempo di andare a vedere per bene il percorso iridato.

«Non lo conosco – ammette Hirschi – non ho ancora avuto modo di girarci, tra così tante gare e tanti allenamenti. L’ho visto solo online».

Che il 2024 sia l’anno di Hirschi? Che avesse ragione Bertogliati? Lo svizzero può covare il colpaccio, le doti ce le ha e sembra il personaggio perfetto per questo “assalto alla diligenza”.