Anna Van der Breggen, Freccia Vallone, 2020

Van der Breggen, presa anche la Freccia

30.09.2020
3 min
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Il doppio mondiale a Imola aveva dipinto un sorriso inscalfibile sul volto di Anna Van der Breggen, che pure una maglia iridata l’aveva già vinta a Innsbruck, nel 2018. Quando l’olandese è partita verso le classiche del Nord, nelle orecchie risuonava tuttavia solo l’ultima frase.

«Questo è un anno speciale – aveva detto – perché dopo essere arrivata quattro volte seconda ai mondiali crono è stato davvero incredibile vestire quella maglia e doppiarla poi con quella su strada. Non aver mai vinto il titolo della cronometro è stata una grande motivazione».

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Sul podio della prova in linea di Imola 2020, tra la Van Vleuten e la Longo Borghini
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Sul podio della prova in linea di Imola 2020, tra la Van Vleuten e la Longo Borghini
Come ci sei riuscita?

Sono stata abbastanza fortunata, perché il lockdown nei Paesi Bassi non mi ha impedito di allenarmi. Così mi sono focalizzata sugli allenamenti specifici per migliorare a cronometro e ho anche iniziato a divertirmi.

Era bene avere un obiettivo…

E’ stato un anno particolare: di solito ci si allena con un obiettivo specifico. Ma senza un calendario in mano, questa volta ho dovuto trovare la motivazione in qualcosa di utile: migliorare a cronometro, trovare la giusta posizione in sella. Ho avuto tempo per fare modifiche e testare i materiali. Nuovi obiettivi?

Il mondiale non poteva essere un obiettivo per Anna Van der Breggen?

Certo, se solo avessimo saputo che si sarebbe fatto. La verità è che abbiamo avuto conferma solo alla fine. Ora corro per il piacere di farlo: se vinco, benissimo, altrimenti ci riproverò.

Quali pensi siano a questo punto i prossimi obiettivi?

Trent’anni sono una buona età per ritirarsi, perché per noi donne le cose sono più complicate. Abbiamo tanto di cui occuparci. E’ meglio ritirarsi finché si è in grado di vincere e io che ho compiuto 30 anni ad aprile vivrò alla giornata.

vanderbreggen_Imola2020
Il mondiale conquistato con una fuga solitaria di oltre 40 chilometri
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Il mondiale conquistato con una fuga solitaria di oltre 40 chilometri

I giornalisti olandesi avevano annuito come se il ritiro fosse già nell’aria e fosse previsto per la fine della stagione. Poi le corse hanno ripreso il sopravvento e di mollare la presa non si è più parlato.

E’ stato così che tre giorni dopo il mondiale in linea di Imola, vinto facendo una crono di circa 40 chilometri mentre dietro battagliavano senza avvicinarsi, Anna ha conquistato la sesta Freccia Vallone. Quel giorno però sul Muro d’Huy, la sua maglia iridata non brillava a causa della pioggia.

«E’ stata una gara così dura – ha detto – sono felice. Penso che questa sia stata quella con meno vantaggio delle ultime sei edizioni e in gara ho sentito che ero piuttosto stanca. La squadra ha fatto molto per me quest’anno, tirando davvero forte, quindi ho sentito per tutto il giorno una certa pressione».

Un altro giorno felice, da cui partire verso il successivo. Se questo è l’effetto del tempo che passa, signora Van der Breggen, non ci resta che toglierci il cappello.

Alaphilippe vittoria mondiali

Le Specialized iridate: quali differenze?

28.09.2020
3 min
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Gli ultimi Campionati del Mondo di ciclismo hanno visto primeggiare due atleti su biciclette Specialized. La cosa molto curiosa è che entrambi hanno usato lo stesso modello: il Tarmac SL7, ma con equipaggiamenti differenti.

Stesso telaio Specialized

Non è un caso che sia Julian Alaphilippe che Anna Van der Breggen abbiano scelto il Tarmac SL7 per affrontare il percorso mondiale. Questo telaio di Specialized coniuga notevoli doti aerodinamiche e un peso leggero, infatti siamo sugli 800 grammi. Il Tarmac SL7 è l’ultimo nato in casa Specialized e beneficia di attenti studi sul profilo dei tubi. I due neo campioni del mondo lo hanno scelto perché è un ottimo punto di incontro fra la ricerca della velocità e la leggerezza.

AlAphilippe Mondiali Imola
Alaphilippe impegnato sulla Cima Gallisterna
Alaphilippe Mondiali Imola
Alaphilippe impegnato sulla salita di Cima Gallisterna poco prima dello scatto vincente

Componenti diversi

Quello che differenzia le biciclette di Alaphilippe e Van der Breggen sono i componenti. Il primo utilizza una trasmissione Shimano Dura Ace Di2, ruote Roval e manubrio PRO. La seconda ha in dotazione il gruppo Sram Red eTap AXS, ruote e manubrio Zipp.

Le scelte del transalpino

Julian Alaphilippe ha utilizzato le ruote Roval 50 con un profilo da 50 millimetri e tubolari Turbo di Specialized da 26 millimetri. La scelta delle Roval da 50 millimetri al posto delle nuove Alpinist è dovuto al fatto che quest’ultime possono montare solo i copertoncini. Siccome le previsioni meteo davano un forte rischio pioggia, Alaphilippe ha optato per una coppia di ruote e pneumatici che conosceva meglio. Non è un segreto che le ha utilizzate spesso negli ultimi tre anni. Proprio per questo ha cercato la soluzione tecnica con cui aveva più confidenza. Per quanto riguarda i rapporti ha scelto quelli che usa sovente: 39-54 all’anteriore con un pacco pignoni 11-30. Il manubrio PRO ha una linea tradizionale ed è usato con il nuovo attacco manubrio di Specialized.

Van der Breggen Mondiali Imola
La Van der Breggen con la sua Specialized Tarmac SL7 e ruote Zipp
Van der Breggen mondiali Imola
Anna Van der Breggen con la sua Specialized Tarmac SL7 e ruote Zipp a profilo medio

Le scelte dell’olandese

Anche Anna Van der Breggen ha optato per scelte rassicuranti. La Campionessa olandese ha scelto di montare sulle sue Zipp 202 Firecrest in carbonio a medio profilo, i tubolari Specialized Hell of the North da 26 millimetri. Questi pneumatici sono quelli che vengono usati nelle gare del Nord e hanno la caratteristica di essere molto resistenti alle forature. Il motivo di questa scelta è stato che il circuito molto nervoso di Imola non permetteva un recupero facile in caso di foratura. Per evitare questo inconveniente la Van der Breggen ha preferito usare un tubolare più resistente. Per quanto riguarda i rapporti ha usato un 35-48 come corone anteriori e una combinazione posteriore 10-33. Anche lei utilizza un manubrio Zipp dalle linee piuttosto tradizionali.

Entrambi i campioni del mondo hanno optato per delle scelte rassicuranti, all’insegna della massima confidenza di guida. Anche a discapito della prestazione pura.