Pino Toni, Bruno Reverberi, Roberto Reverberi partenza per Uzbekistan, 23 novembre 2025

Il viaggio di Reverberi in Uzbekistan: uno sponsor, due corridori

05.12.2025
6 min
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Da una parte c’era Reverberi, che cercava uno sponsor. Dall’altra Pino Toni, preparatore toscano, e il suo contratto quadriennale con la federazione dell’Uzbekistan. Come è stato che le due realtà si siano incontrate e abbiano portato a una sponsorizzazione e all’arrivo di due corridori lo abbiamo ricostruito dai loro racconti, partendo da una foto in aeroporto. Quella in apertura: era il 13 novembre.

La chiamata di Pino Toni

Toni è stato l’allenatore della squadra emiliana e qualche tempo fa ci aveva raccontato della sua collaborazione con la federazione ciclistica uzbeka. Roberto Reverberi lo ha letto e si era ripromesso di chiamarlo, poi però la cosa gli è passata di mente, fino a che a chiamarlo è stato proprio il toscano.

«Il gancio è stato lui – ammette Roberto Reverberi – perché a me ormai era passato di mente. Avevo anche visto che a capo della struttura delle nazionali c’è Volodymyr Starchyk, che ha un passato da corridore dell’Amore e Vita (e da U23 – aggiungiamo noi – corse nel Team Parolin di Mirko Rossato, oggi direttore sportivo alla Bardiani, ndr). E comunque, un mesetto dopo mi chiama Pino e mi dice che in Uzbekistan sarebbero interessati a fare qualcosa con una squadra professional, per far correre dei loro atleti. Mi chiede se siamo disposti ad andare su per parlarne. Io gli rispondo di sì e gli chiedo quando. E lui mi risponde, secco: “Dopodomani!”. Così siamo partiti.

«Abbiamo portato un progetto fatto da mio figlio Gabriele (responsabile dei rapporti con i media, ndr) in cui gli proponevamo le condizioni per essere primo nome, oppure secondo o terzo. E loro hanno accettato, a patto che prendessimo un paio di corridori, valutandone magari altri in stage la prossima estate».

Bruno Reverberi riceve il simbolo del Comitato olimpico uzbeko da Otabek Umarov
Bruno Reverberi riceve il simbolo del Comitato olimpico uzbeko da Otabek Umarov
Bruno Reverberi riceve il simbolo del Comitato olimpico uzbeko da Otabek Umarov
Nikita Tsvetkov ha 20 anni (qui al Tour of Antalya del 2024) ed è stato quarto nell’Asian Tour 2025

Due corridori per l’Europa

L’accordo è di sponsorizzazione, ma visto che in Uzbekistan lo sponsor è vicino ai vertici del comitato olimpico, è scontato che si aspettassero una contropartita tecnica. Alle ultime Olimpiadi, il Paese è finito tredicesimo nel medagliere: l’obiettivo per Los Angeles è entrare fra i primi dieci, potenziando dei settori ancora piuttosto inesplorati. Il ciclismo è fra questi.

«Io ho firmato il contratto fino alle Olimpiadi – spiega Pino Toni – fino al 2028. Il mio ruolo va un po’ al di là del semplice allenare i corridori. Cerco di portargli più tecnologia possibile. In questo momento sto lavorando per avere la sponsorizzazione di una piattaforma di allenamento e poi ho creato questo contatto con Reverberi per permettere ad almeno a due ragazzi di fare una bella stagione, confrontandosi nelle corse vere. In Asia, hanno dimostrato entrambi di saper fare punti. Nikita Tsvetkov ha vent’anni, ha fatto qualche corsa come stagista alla Solution Tech ed è arrivato quarto nell’Asian Tour con 293 punti, pur correndo solo con la nazionale. E il punto è questo: gli manca il confronto.

«Si corre poco, per cui serve tanta grinta ad allenarsi e confrontarsi con avversari che vanno di meno. Per cui venire di qua è fondamentale per la sua crescita. Mentre l’altro è un russo arrivato da poco in Uzbekistan e va forte su pista. Si chiama Sergey Rostovtsev, ha 28 anni e nel 2021 arrivò terzo dietro Viviani e Leitao ai mondiali dell’eliminazione. Ci serve che vada bene nelle volate per raggiungere un buon livello su pista».

Umarov, il manager ciclista

L’incontro con Otabek Umarov è stato decisivo e fortunato. Il titolare di 7 Saber, che è anche vicepresidente del Consiglio Olimpico dell’Asia ed è sposato con la figlia del primo ministro uzbeko, ha accettato l’accordo. Inizialmente il marchio entrerà come terzo nome e potrebbe aggiungere la fornitura dell’abbigliamento da riposo.

«Nella foto del comunicato – racconta Roberto Reverberi – lui è quello con mio padre. E’ altissimo e da qualche anno è anche super praticante di ciclismo. Prima andava in moto, ma è caduto e si è fatto piuttosto male a un ginocchio. E così ha cominciato ad andare in bici, ha preso passione e adesso tutte le mattine parte di buon’ora e fa il suo giro. Per cui abbiamo fatto un accordo di sponsorizzazione che si sposa con i loro obiettivi federali.

«In realtà neanche si può dire che facciano solo abbigliamento, perché hanno una catena di centri commerciali in tutta la nazione e dentro ci sono diversi negozi con lo stesso nome. Uno che vende elettrodomestici, uno che vede i profumi, diciamo che hanno diversi rami di azienda e uno di questi produce abbigliamento da riposo. Mentre per quello tecnico, restiamo legati ad Alé, con cui abbiamo già tutto in ordine».

Il modello uzbeko

La presenza di Pino Toni in Uzbekistan (tre o quattro volte per stagione) punta alla creazione delle strutture necessarie affinché i corridori migliorino, avendo a disposizione tutto il necessario. Gli hanno dato le chiavi di un appartamento vicino alla pista, mentre tutto intorno sono sorti gli impianti necessari per la preparazione olimpica.

«Hanno costruito un nuovo campo da ghiaccio – spiega – da calcio e atletica e anche il nuovo velodromo, tutto nuovo fatto dai cinesi. Anche le auto elettriche nella Capitale vengono dalla Cina, anche perché non hanno i dazi, per cui i modelli che da noi costano 60 mila euro, in Uzbekistan li paghi 23 mila. Invece fuori città o nei centri più piccoli vedi girare le vecchie Chrysler. Il sistema della nazionale non è come da noi, diciamo che li hanno sempre in ritiro. Fra donne, U23 ed elite sono fra 40 e 45 atleti, che poi portano a correre.

«Qualcuno è tesserato per delle continental, Rostovtsev ad esempio nel 2025 era con lo Shenzen Kung Cycling Team in Cina. E l’attività la fanno quasi tutta in Asia. Però d’ora in avanti, Nikita verrà in Toscana, dalle mie parti: dobbiamo ancora vedere dove. Invece Sergey si stabilirà sul Lago d’Iseo. Lui parla bene italiano, perché mi ha spiegato che suo padre ha lavorato nella Katusha negli stessi anni in cui c’ero anche io».

Quello che verrà è tutto da vedere. Otabek Umarov ci mette i soldi con la sua azienda e intanto si assicura che i due corridori di punta del movimento facciano l’esperienza di cui hanno bisogno in corse più qualificate. La Bardiani per la sua parte ha trovato un nome per sostituire Faizanè che nel 2026 non sarà più a bordo. Il resto lo dirà la strada.