E Verre? All’inizio sarà tosta, ma sulle grandi salite…

03.05.2024
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TORINO – Dopo la serataccia di ieri sera, con la pioggia e il freddo che hanno investito la presentazione dei team, oggi splende il sole. Alessandro Verre ha appena finito la sgambata di rifinitura con i suoi compagni dell’Arkea-B&B Hotels. Un’ora e mezza facile, facile. Mentre ieri avevano provato, appunto sotto la pioggia, il finale della tappa inaugurale.

Lo scalatore lucano si appresta ad affrontare il suo secondo Giro d’Italia. L’emozione è alta, la condizione un po’ meno, ma Verre ha comunque il coltello tra i denti. Ogni cosa se l’è sempre sudata ed è pronto a fare lo stesso anche stavolta.

Alessandro Verre (classe 2001) è alla sua terza stagione da pro’ e al secondo grande Giro
Alessandro Verre (classe 2001) è alla sua terza stagione da pro’ e al secondo grande Giro
Alessandro, come stai? Come ci arrivi a questo Giro d’Italia?

Ci arrivo tranquillo, molto tranquillo. Il che significa che non lo vivo come l’anno scorso, quando mi ero caricato troppo di tensioni, programmi… Stavolta lo sto vivendo davvero senza stress. Quasi non mi sembra di essere al Giro.

Come mai questo approccio così diverso?

Non lo so, forse sono io che mi sono caricato meno di aspettative. E forse anche perché ci sono stati dei cambi di programma nelle corse precedenti e mi sono ritrovato un po’ in ritardo con la preparazione. Inizialmente non dovevo fare i Paesi Baschi, bensì Catalunya, poi Amstel e Romandia. Invece non è andata così. Ci sono state un po’ di sfortune.

Cosa prevedeva il programma iniziale?

Era un programma in cui dopo il Catalunya avrei fatto l’altura, ma appunto sono stato chiamato all’ultimo minuto per i Paesi Baschi in sostituzione di un compagno che stava per diventare papà. E lì mi si è infiammato il ginocchio destro. Avevo dolore, quindi ho saltato sia l’Amstel che il Romandia. E il Romandia l’ho saltato perché altrimenti sarei arrivato al Giro con troppi giorni di corsa. 

Verre durante la crono dei Paesi Baschi
Verre durante la crono dei Paesi Baschi
Ti sei dovuto un po’ adattare insomma…

Esatto, al posto del Romandia ho fatto una settimana di allenamento un po’ più intenso a casa, però nulla di che. Alla fine però non ho fatto né altura, né tenda.

Riguardo ai grandi Giri, l’nno scorso in Cina e ci avevi detto che per un giovane era meglio iniziare con la Vuelta e che tutto sommato ti sarebbe piaciuto farla. Come è andata questo inverno? Poi avevi chiesto di fare la corsa spagnola?

In effetti io ero rimasto con questa idea della Vuelta. E ammetto che in partenza quest’anno avrei preferito fare la Vuelta, almeno per come erano andate le cose fino a dicembre. Poi è successo che durante il ritiro, quando mi è stato proposto il calendario ho accettato di fare il Giro. Era un calendario ottimo, il migliore di tutti e tre gli anni fatti finora in Arkea. Era perfetto per arrivare al Giro.

Quindi già a dicembre comunque sapevi del Giro?

Sì, sì. Con quel calendario non potevo chiedere niente di meglio. Un calendario corretto, con corse di alto livello e allo stesso tempo gli spazi giusti per allenarsi. Dovevo partire in Australia. Ora invece mi ritrovo con più di 25 giorni di gara… Per fortuna che alla fine sono state quasi tutte corse a tappe e va bene così. Poi comunque io non sono uno dei leader e non mi posso permettere di chiedere di fare questo o quello: alla fine mi devo anche accontentare. E resta in ogni caso un buon calendario, non è quello iniziale ma è buono.

L’Arkea-B&B Hotels durante la presentazione del Giro al Castello del Valentino. Verre è il primo da sinistra
L’Arkea-B&B Hotels durante la presentazione del Giro al Castello del Valentino. Verre è il primo da sinistra
E sei pure sempre al Giro!

Nonostante lo scorso anno non sia riuscito a performare come ci si aspettava, non è cosa da poco che la squadra mi abbia dato di nuovo questa opportunità. Spero di ricambiare questa fiducia nei prossimi giorni.

Come mai poi non sei andato in Australia?

Come dicevo sono iniziate subito un po’ di sfortune. A dicembre per colpa di un gatto sono caduto e ho perso del tempo. Così non sono più partito per l’Australia. Il mio inizio di stagione è slittato di un mese. Però in quel mese mi sono allenato bene.

Alessandro, sei ancora giovanissimo, ma hai già tre anni di esperienza da pro’ sulle spalle. Senti questa tua crescita? L’avverti in modo concreto quando sei in gruppo?  

Non è facile rispondere a questa domanda perché alla fine magari avrò trovato anche qualcosa di più rispetto al passato, anche più costanza, ma il problema è che come sono cresciuto io, sono cresciuti anche gli altri. Quindi il livello si è alzato. Me ne sono reso conto in Oman, alla prima gara. E’ vero che non ero andato in Australia, ma in quel mese mi sono comunque allenato bene e mi sentivo bene. In Oman sono stato discreto, ma pensavo fosse perché ero alla prima corsa, poi una volta in Europa ho capito che il gap più o meno è sempre quello.

Il lucano lo scorso anno al Giro. Qualche fuga, tanti acciacchi e ritiro dopo 14 tappe
Il lucano lo scorso anno al Giro. Qualche fuga, tanti acciacchi e ritiro dopo 14 tappe
Cambiamo argomento, conosci la tappa di Cusano Mutri? Non è lontanissima dalle tue terre…

Purtroppo no e non sono andato a vederla. Forse è per questo tipo di approccio che sono molto tranquillo. L’anno scorso c’erano più tappe vicino casa e avevo fatto più di una ricognizione.

Cosa ti aspetti da questo Giro? Come te lo immagini?

Duro! Spero che il meteo sia migliore dell’anno passato. Correre a maggio è sempre particolare, passi dai 30 gradi delle coste, alla neve in montagna. Poi il Giro propone percorsi sempre impegnativi. Sul piano personale non ho grandi aspettative e chissà, magari questa alla fine sarà una cosa positiva.

Insomma, corri senza pressione…

Esatto, quello che viene prendo, ma dando sempre il massimo. Vivrò giorno per giorno. In questa prima settimana dovrò cercare un po’ la condizione. E per questo starò attento a non finirmi… In attesa dell’ultima settimana, la più dura, quella con le grandi salite. Lì serviranno le gambe.