Van Avermaet e il futuro da scrivere dopo l’Amstel

16.04.2023
4 min
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Uno dei volti che più ci ha colpito all’interno del velodromo di Roubaix è stato quello di Greg Van Avermaet. Era stanco, come tutti, ma più di altri sembrava anche un po’ abbattuto, scavato nell’anima, come chi ha la consapevolezza che di armi per combattere ad altissimi livelli non ce ne sono.

Greg è stato un super leader per le corse del Nord e non solo quelle. Ha vinto un’Olimpiade su un percorso durissimo – se pensiamo che il colpaccio lo stava facendo Nibali – e ha dominato su palcoscenici che spaziano dalla Tirreno-Adriatico alla Roubaix.

Greg Van Avermaet (classe 1985) accolto dalla sua famiglia al termine della Roubaix
Greg Van Avermaet (classe 1985) accolto dalla sua famiglia al termine della Roubaix

Perplessità legittime

Eppure domenica aveva l’espressione di chi sembra aver capito che a 37 anni forse il suo tempo è passato o è lì, lì per farlo. Ha spinto, si è impegnato, è stato nel vivo della corsa, sempre sul pezzo tatticamente, ma… Ma là davanti sono andati molto più forte. Il fiammingo è arrivato 37° ad oltre 5′ da Van der Poel.

E’ anche vero che forse il corridore dell’Ag2r-Citroen più di altri ha pagato il post Covid. Già lo scorso autunno si chiamò fuori dalla sfida iridata additando le motivazioni delle sue scarse prestazioni anche al vaccino. E ha ammesso che dopo la pandemia non è più andato forte come prima

Anche in questo inizio di stagione non sempre è stato bene. Forse anche per questo la sua primavera non è stata brillantissima. 

Fiandre 2023: Greg sarà anche “vecchio” ma la classe non si discute: dove gli altri scendono, lui pedala
Fiandre 2023: Greg sarà anche “vecchio” ma la classe non si discute: dove gli altri scendono, lui pedala

Al capolinea?

Noi giornalisti, al termine della corsa delle pietre, gli abbiamo chiesto se quella appena conclusa fosse stata la sua ultima Roubaix e quindi se a fine stagione appenderà la bici al chiodo.

«Questo non lo so – ha risposto Van Avermaet – lo deciderò dopo l’Amstel Gold Race, che sarà la mia ultima corsa di questa prima parte di stagione (giusto dopo la Freccia del Brabante ha ribadito che non correrà la Liegi, ndr). A quel punto mi fermerò e con calma deciderò del mio futuro. Ma per farlo dovrò parlare con molte persone e mi servirà qualche settimana. Vedremo… ».

Van Aert (a destra) ha raccolto l’eredità del campione olimpico di Rio 2016
Van Aert (a destra) ha raccolto l’eredità del campione olimpico di Rio 2016

Confronto generazionale

«Una cosa è certa – ha detto Van Avermaet – sono contento che nel mio periodo migliore non abbia dovuto competere con questi fenomeni. È difficile confrontare le generazioni. Ma non si può negare che abbiamo tre fenomeni che possono competere per la vittoria ovunque. Quando decidono di attaccare vanno davvero forte anche se questo forse da fuori non si vede. Oggi se riesci ad entrare nei primi dieci devi ritenerti soddisfatto.

«Mi dispiace più per corridori bravi e forti come Stefan Kung o Valentin Madouas che sono sempre ad alto livello, ma lottano sempre per un posto d’onore. Dev’essere frustrante».

Quanto ha inciso il cambio di tecnologia in tutto ciò? Quanto è diverso rispetto ai suoi tempi? Che poi messa così sembra di parlare di chissà quante stagioni fa, ma non sono più di cinque o sei…

«Io penso che sia sempre lo stesso e ogni tempo fa il suo corso. Tra l’altro il discorso della tecnologia vale per tutti. Alla fine conta solo questa “stupida” gamba».

Per Van Avermaet 17 stagioni da pro’ e ancora una grande voglia di divertirsi in bici (foto Ag2R-Citroen)
Per Van Avermaet 17 stagioni da pro’ e ancora una grande voglia di divertirsi in bici (foto Ag2R-Citroen)

Niente Giro

Greg guarda avanti dunque. Anche quest’inverno aveva ribadito che fare la vita da corridore gli piace ancora, che sapeva che non aveva ancora cinque anni di carriera davanti e che proprio per questo vuole godersi appieno queste ultime annate da professionista.

Ma al netto di quella che sarà la sua decisione sul proseguimento o meno della sua carriera, su una cosa Van Avermaet è stato netto, vale a dire quando gli abbiamo chiesto del Giro d’Italia.

«No, non ci sarò – ha replicato il belga – puntando sulle classiche non è facile fare bene anche al Giro. Se farò il Tour? Vedremo…». E questo ci spiace. Un corridore del suo spessore si ritrova con uno zero nella casella di partecipazioni alla corsa rosa.