Si fa presto a dire: voglio vincere la Tirreno-Adriatico, se non si ha ben chiaro che fra un mare e l’altro l’Italia sia tutto fuorché semplice da scalare. Così in due giorni, Wout Van Aert ha sperimentato il peso degli Appennini e quello dei muri intorno Castelfidardo, cedendo 45 secondi a Pogacar sabato in Abruzzo e 39 ieri nelle Marche. Su certe pendenze gli scalatori sono avvantaggiati, ma resta il fatto che alle spalle del portentoso sloveno e prima di tanti scalatori titolati, ci sia ancora il belga della Jumbo Visma.
Tutto in pezzi
Come è andata. Quando si è cominciato a salire dopo l’avvio lungo la costa, sono iniziati anche gli attacchi. Vento, pioggia e freddo hanno reso tutto più difficile. Van Aert ha reagito quasi sempre pensando alla classifica, ma a 17 chilometri dall’arrivo non è stato in grado di rispondere all’accelerazione di Pogacar sul muro di Castelfidardo. Ha inseguito da solo, precedendo Bernal e Landa, ma non è riuscito a riprendere lo sloveno.
«Ormai non è più possibile colmare questo distacco con la cronometro – ha detto in serata dopo essersi ripreso dallo sforzo – ma voglio ancora lottare per vincere una tappa e quella di domani (oggi per chi legge, ndr) potrebbe essere l’occasione migliore. Ero partito con l’idea di restare con Pogacar e magari riguadagnare qualcosa, ma nell’ultimo giro è caduto tutto a pezzi e ha vinto il più in forma. Non è un peccato perdere contro questo Pogacar, devo accettarlo».
Per sopravvivere
L’approccio è sereno e lucido. E’ venuto alla Tirreno-Adriatico per mettersi alla prova nella classifica e finora ce l’ha messa tutta. Ma allo stesso modo in cui Froome fu rispedito al mittente dal muro di Sant’Elpidio, ieri gli strappi ben noti dei dintorni hanno scavato un solco fra lui e Pogacar.
«Le condizioni meteorologiche – ha detto – hanno reso la gara più difficile. Ho avuto molto freddo, soprattutto nelle discese. E’ stata una lotta per la sopravvivenza e nell’ultimo giro ho tirato fuori tutto quello che avevo. I primi erano lontani. Van der Poel ha sicuramente beneficiato del fatto che avesse una classifica già compromessa, ma io ogni caso è andato molto forte. Io ho continuato a concentrarmi su Pogacar, ma al momento dell’attacco, il suo cambio di ritmo mi ha sorpreso, poi ho cercato di inseguire con tutto quello che mi era rimasto. Corriamo da cinque tappe, ne mancano ancora due. Stiamo a vedere cosa accadrà».