PAAL BERINGEN (Belgio) – Due chiacchiere con Giovanni Caporali di Limar non sono mai banali e gli argomenti che si possono affrontare sono tanti, sempre interessanti. Caporali in passato ha ricorpeto il ruolo di Amministratore Delegato dell’azienda lombarda, ora è il riferimento marketing e del prodotto.
Con lui abbiamo affrontato l’argomento delle sponsorizzazioni e l’impegno che oggi è richiesto per essere presenti nel World Tour.
Limar è al fianco di un solo team nel WorldTour, è corretto?
Siamo un partner, ormai di lunga data, del Team Astana-Qazaqstan in ambito World Tour maschile e della compagine femminile Roland (ex Israel-ndr). E’ un impegno importante, sotto il profilo dei costi e di tutto quello che è necessario fare per sviluppare i prodotti. Nel 2024, complessivamente siamo sponsor di 14 team nelle diverse discipline, compagini maschili e femminili.
Quanto costa essere nella Champions League del ciclismo per un’azienda che produce caschi?
Un team World Tour in generale non è sotto ai 500.000, anche se ormai il plateau è di un milione di euro. Solo per essere sponsor dei caschi. Queste cifre sono al netto di premi e materiali forniti nel corso della stagione.
E’ così importante essere nel World Tour?
E’ fondamentale per un’azienda che punta ad essere presente nel mondo, che ha bisogno di una visibilità costante. Eppure non è solo questo, perché un TeamWorld Tour di oggi è di fatto un’azienda e un banco di prova. Ti aiuta a sviluppare il prodotto e le tecnologie dietro le quinte. Non si tratta solo di caschi e materiali in genere. Quello che si vede, quello che indossano i corridori è il risultato di un percorso e di tante ricerche.
Le cifre che hai menzionato influiscono sul prezzo del prodotto che troviamo sul mercato?
Influiscono in modo esponenziale. E’ difficile quantificare in modo preciso, ma se un brand, un’azienda, un marchio, vuole rimanere sulla cresta dell’onda non può farne a meno. Se non si investe in quella direzione, quella delle sponsorizzazioni di alto livello, nessuno ti vede e il rischio di sparire è più che reale. Al tempo stesso è fondamentale avere un prodotto di eccellenza.
Dai professionisti, a cascata le tecnologie diventano alla portata di tutti!
Quello che indossano gli atleti professionisti è il medesimo prodotto usato dagli amatori. I dettagli, le piccole modifiche che apportiamo passo dopo passo, vengono traslate di conseguenza.
Quanti caschi sono forniti ad un team World Tour?
Limar fornisce 3 modelli per ogni corridore: due da strada e uno da crono. Nel 2023 abbiamo dato al Team Astana Qazaqstan circa 400 caschi. Tra questi c’è anche l’Air Atlas, sviluppato con la collaborazione del team. In questa cifra non rientrano i prodotti in fase di sviluppo e test.
Quale è la parte più costosa quando si sviluppa un casco?
L’aerodinamica, tutta la ricerca che è alle sue spalle e lo sviluppo stesso dei caschi da crono. Consideriamo inoltre che i caschi da cronometro hanno un ritorno che è pari a zero, perché il numero degli esemplari venduti è irrisorio. Ribadisco il concetto che la ricerca è fondamentale e arricchisce, non poco, il brand.
Conoscenze, ergonomia e aerodinamica. C’è altro dietro un casco?
I due fattori principali della categoria sono il peso, inteso come valore alla bilancia e l’aerodinamica. I caschi di oggi devono essere efficienti, ma anche leggeri, ben ventilati e a mio parere devono anche essere belli da vedere una volta indossati. Il design e l’impatto estetico ti permettono di vendere e di creare appeal.