Tutto a rotoli dall’Australia: Damiani spiega Viviani

12.08.2021
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Roberto Damiani è al Tour de Pologne con cinque corridori soltanto. Due infatti si sono ammalati e dovendo sottostare alla sequela di controlli anti Covid, per la Cofidis non c’è stato più il tempo per sostituirli. Viviani è appena tornato dalle Olimpiadi, il mercato ha confermato l’ingaggio di Bryan Cocquard e un altro grande velocista sarebbe in arrivo. Ci sarà ancora posto per il bronzo olimpico dell’omnium? Si è parlato per settimane di Deceuninck-Quick Step ed Eolo, ma ieri in un’intervista realizzata in Polonia dal nostro Simone Carpanini, Attilio ha fatto capire che la porta della Cofidis non sia ancora chiusa. Come vanno le cose tra il veronese e il team francese?

«La porta non è chiusa – sorride Damiani – e non è nemmeno aperta. Il suo procuratore Giovanni Lombardi e Vasseur (Cedric, team manager della squadra, ndr) si sono lasciati dopo il Giro d’Italia rimandando tutto a dopo Tokyo. Consonni aveva firmato durante il Giro, con Elia il problema sarà trovare un accordo economico e di gestione. Ieri abbiamo avuto una riunione con Vasseur e si diceva che vorrebbe arrivare a 28-30 corridori. Quindi non ci sarebbe problema di posto, ma Viviani non è un corridore qualunque e merita rispetto. Ma probabilmente si dovrà ragionare sulle sue pretese».

Secondo Damiani perché questa storia non ha funzionato?

Andrebbe fatta un’analisi approfondita, ma la prima cosa è che le Olimpiadi preparate e poi rimandate hanno portato via tanta concentrazione. Poi c’è stata la mancanza di risultati che non l’ha reso leader in Cofidis. La caduta in Australia ha inciso moltissimo. Poi siamo tornati in Europa e il Covid ci ha ribaltato la vita. Il Tour è stato durissimo, moralmente e come percorso, anche per l’esclusione di Sabatini. E anche il Giro è stato un continuo rincorrere. Al goleador si chiedono i goal. Se anche corre tanto e non segna, ha un problema. Ed Elia semplicemente non ha vinto.

Cosa cambiava senza la caduta australiana?

Veniva a casa con la prima vittoria Cofidis, era una frittata girata. Non cambiava niente sul suo valore, ma saremmo andati al lockdown con tanta più fiducia. Come non ha cambiato niente la vittoria di Cholet ad aprile, quando abbiamo ripreso in mano il programma concordato con lui e lo abbiamo mandato in Francia al posto della Gand. Per provare a vincere serviva un bagno di umiltà. A un atleta per cui le mancate vittorie sono frustate sull’anima.

Elia ha detto che queste prestazioni su pista potrebbero ridargli lo smalto anche su strada.

Sono state dette e scritte tante cose sui social, che magari amplificano le parole. Elia rifletta sul fatto che si senta a casa solo in nazionale. Mi è dispiaciuto leggere le parole di Villa, secondo cui dopo due anni negativi alla Cofidis, adesso è stato bene. Se c’è una squadra che non ha mai influito sul programma di Viviani e di Consonni, è proprio la nostra. Potevamo impuntarci e dire che avremmo fatto noi la Adriatica Ionica Race e la Sardegna. Sono certo di poter dire che abbiamo mantenuto ogni parola data a Villa, con il piccolo dettaglio che nel frattempo i corridori li pagavamo noi. Se avessimo mandato Consonni solo due settimane prima, quel record del mondo forse non lo avrebbero fatto.

C’è un po’ di risentimento?

No, l’esatto contrario. Sono felice per le due medaglie dei nostri atleti, sono felice per lo spirito di appartenenza alla nazionale, ma mi piacerebbe che venisse riconosciuto anche il nostro ruolo. E’ dalla prima corsa in Australia che ripeto a Elia di non dimenticare di divertirsi, adesso prendo atto che glielo ha detto Villa e ha funzionato.

Credi che queste voci siano arrivate anche a Vasseur?

Gli sono arrivate di certo, è sempre molto attento ai social, ma non siamo ragazzini e non saranno certo i post sui social a determinare l’esito della trattativa. Però sono discorsi che competono al team manager e al procuratore di Elia. Io ci tengo a sottolineare che per il corridore ho tantissima stima e mi piace lavorarci insieme. Forse l’indecisione del calendario ha inciso su di lui che è molto metodico, più che sugli altri. Non ci resta che aspettare. E concentrarci su suo fratello per l’ultima tappa del Polonia, il giorno di Ferragosto.