Trentin: Beking Monaco, il punto sul 2024 e il futuro della Tudor

13.11.2024
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Le fatiche di Matteo Trentin sono ricominciate da pochi giorni, la bici è tornata fuori dal garage ed è ora di riprenderci dimestichezza. «Mi sono fermato un mese intero – racconta – da ieri (lunedì per chi legge, ndr) ho ripreso a fare qualcosa. Quest’anno mi sono concesso un po’ di riposo in più, è stata una stagione lunga e dura».

Nel frattempo si lavora anche in vista della prossima edizione dell’evento Beking Monaco, la quarta. Il progetto, partito da Trentin e sua moglie Claudia Morandini, è cresciuto parecchio arrivando ad avere una caratura internazionale.

«In questo caso – spiega Trentin – siamo allo sprint finale. Nei prossimi dieci giorni vediamo cosa riusciremo a tirare insieme e poi tra dodici sapremo cosa abbiamo creato».

Nel 2023 il Criterium della Beking Monaco dedicato ai pro’ lo ha vinto Peter Sagan
Nel 2023 il Criterium della Beking Monaco dedicato ai pro’ lo ha vinto Peter Sagan

Qualche difficoltà

Raccogliere fondi per organizzare un evento non è mai semplice, soprattutto se c’è il ciclismo di mezzo. Anche in caso di eventi come Beking le difficoltà non mancano, nonostante i valori e i soggetti coinvolti. 

«Mi sarei aspettato, magari – prosegue – una maggiore facilità nel raccogliere i fondi necessari, ma ormai è sempre più difficile per il ciclismo essere appetibile. Nonostante il nostro sia un evento di beneficenza, non è mai facile e ogni anno si è alla ricerca di partner nuovi o aziende interessate. I soldi a quest’ultime non mancano, basti vedere quanto si investe sul fenomeno Sinner. Il problema è che il ciclismo fa fatica e lo stesso andazzo lo si trova nel WorldTour. Siamo vittime del nostro passato e da un lato non capisco il perché. Anche altri sport hanno avuto i loro momenti difficili eppure sono ritornati in alto. Dopo la parentesi delle scommesse nel calcio tutto è tornato alla normalità. Il ciclismo fa fatica a liberarsi di certi stereotipi».

In attesa di capire meglio diciamo che Beking si farà…

Ci siamo e il format è ormai collaudato. Gli eventi principali saranno la pedalata con i bambini e il criterium dei professionisti alle 14. Il supporto dei personaggi esterni e di chi crede nel progetto è elevato. Nella cena di gala a conclusione del tutto avremo molti pezzi pregiati all’asta. Ci sarà un casco firmato da Charles Leclerc, la bici di Pogacar e le sue tre maglie conquistate quest’anno: rosa, gialla e iridata. Per quanto riguarda la gara avremo Pogacar, la new entry Pedersen, Mohoric, Viviani, Matthews e tanti altri. 

Torniamo a te, hai definito la stagione 2024 come lunga e dura. Descrivicela.

Lunga perché ho iniziato a correre a fine gennaio e mi sono fermato dopo il Giro d’Italia. Una volta recuperato, mi sono fiondato nella seconda parte di stagione. Rispetto agli anni in cui facevo il Tour de France è stata divisa in due tronconi, ma la cosa non ha portato a grandi cambiamenti. Se dovessi darmi un giudizio direi sufficiente. 

A fine stagione Trentin ha raccolto un 11° posto alla Parigi-Tours, segnale di una buona condizione
A fine stagione Trentin ha raccolto un 11° posto alla Parigi-Tours, segnale di una buona condizione
Come mai?

Sono riuscito a vincere sia una gara che la mia prima corsa a tappe, ma ho lasciato qualcosina per strada a causa di diverse cose. Non sono mai stato al 100 per cento, se mi guardo indietro non trovo un periodo in cui ho messo in fila quattro o cinque appuntamenti in cui avevo una condizione super

Cosa senti di aver lasciato per strada?

Al Fiandre non stavo benissimo, quindi ho raccolto quanto più possibile. Dall’inizio alla fine dell’anno sento di essere stato vicino ai primi ma senza l’acuto o il piazzamento serio. Questo un po’ va a intaccare il giudizio finale. Sono stato costante, vero. Non è stata tuttavia la stagione che stravolge la linea.

In primavera nella campagna del Nord ha ottenuto buoni piazzamenti, ma è mancato l’acuto
In primavera nella campagna del Nord ha ottenuto buoni piazzamenti, ma è mancato l’acuto
A livello di squadra?

La Tudor ha fatto un bel passo in avanti. Non dal punto di vista dei numeri perché abbiamo vinto solamente due gare in più rispetto al 2023. Però sono arrivati due successi in appuntamenti WorldTour: alla Parigi-Nizza e al Romandia. 

Dopo 12 anni non sei più in una squadra WorldTour, senti la differenza?

A dire il vero no. A livello di calendario è un po’ più difficile perché devi aspettare gli inviti. Quest’anno non abbiamo corso la Roubaix o il Tour de France, ma anche in UAE non era scontato correre certe gare vista la rosa tanto ampia. Ho fatto più o meno le stesse corse del 2023, è cambiato un po’ il modo di correre. 

Trentin non aveva mai vinto una classifica generale, c’è riuscito al Tour de Wallonie
Trentin non aveva mai vinto una classifica generale, c’è riuscito al Tour de Wallonie
In che senso?

In UAE quando c’è Pogacar si corre per lui. Mentre qui in Tudor spesso si viene chiamati in causa, questo accade più nelle gare di un giorno che nelle grandi corse a tappe. Alla fine al Giro lavoravamo per Dainese nelle tappe piane e per Storer in quelle di montagna. Le due frazioni in cui ho avuto maggiore libertà ho cercato la fuga per giocarmi le mie chance. 

Nel 2025 arriveranno due corridori nuovi e di alto profilo: Hirschi e Alaphilippe

Penso sia una cosa bella che due corridori di questo calibro arrivino a correre in un team professional, vuol dire che credono molto nel progetto

Hirschi già lo conosci bene e in questo finale di 2024 ha fatto vedere grandi cose.

Da noi potrà trovare maggior spazio, in più la squadra sarà più a sua disposizione rispetto a quanto visto in UAE. Anche senza Pogacar è un team pieno di campioni dove c’è una grande battaglia per capire chi è il secondo in comando. 

E infine arriva un due volte campione del mondo…

Alaphilippe ha fatto vedere di essere in ripresa dopo due stagioni complicate. Quest’anno è tornato a vincere in appuntamenti di spessore come al Giro d’Italia. Arriva in un team dove ci sarà grande fiducia in lui e questo lo aiuterà molto a mio modo di vedere.