Dal Tour a Parigi senza la radio: il nervosismo di Remco

10.08.2024
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Ultime battute della corsa in linea maschile alle Olimpiadi di Parigi 2024. Sulla salita di Montmartre Remco Evenepoel ha piazzato la sua stoccata decisiva. E’ in fuga solitaria, il vantaggio è subito lievitato nei confronti di Madouas. Ma lui non lo sa: la moto con la lavagna è dietro, le radio non si possono usare. Il belga parla concitatamente con la moto del cameraman televisivo indicando nervosamente il polso: «Quanto ho di vantaggio?» chiede senza risposta. Prima c’era stata la foratura. La grande paura. Che non avrebbe provato, sapendo il baratro che aveva scavato…

Evenepoel chiede notizie alla moto, indicando il polso. Ma Madouas era lontano (immagine tv)
Evenepoel chiede notizie alla moto, indicando il polso. Ma Madouas era lontano (immagine tv)

Radio, sì o no?

La gara olimpica ha riproposto la vecchia questione del correre con o senza le radio di collegamento con l’ammiraglia. Diciamoci la verità: la polemica legata a questo aspetto, venata di nostalgia per il bel tempo che fu, risulta un po’ stantia. E’ vero però che una gara vissuta senza questo ausilio tecnologico è molto diversa da quelle a cui siamo abituati.

Davide Bramati, che di Remco è il diesse e condivide con lui gran parte della stagione, ha vissuto con grande interesse, anche se da spettatore, la gara a cinque cerchi e anche lui è rimasto colpito da questo aspetto passato da molte parti in second’ordine.

Lo stop di Remco per la foratura, attimi concitati non conoscendo il vantaggio (immagine tv)
Lo stop di Remco per la foratura, attimi concitati non conoscendo il vantaggio (immagine tv)

«Si vedeva – dice – che i corridori erano un po’ spaesati. Noi siamo abituati a correre in una certa maniera, quando poi ti trovi nelle gare titolate con una situazione diversa, è tutto più difficile. Sicuramente, avesse saputo il vantaggio, Remco avrebbe vissuto la foratura con meno stress, ma bisogna comprenderlo, rischiava di vedere vanificato il sogno di una vita».

Quel che è avvenuto ha riaperto il dibattito e tu che hai esperienza anche del “ciclismo precedente”, che cosa ne pensi?

Ogni corridore disputa 70-80 corse l’anno, quasi nella totalità con le radio, trovo un controsenso che poi ci siano questi eventi che si effettuino senza. O sempre, o mai. Il ciclismo è uno, le regole devono essere sempre le stesse. Non averle cambia molto soprattutto a livello tattico. Un aspetto che pochi hanno considerato: a Parigi le squadre che avevano il contingente di 3 o 4 corridori, avevano bisogno di riferimenti, uno dei corridori si rivolgeva all’ammiraglia chiamata davanti. Moltiplicate ciò per più squadre e più casi. Io dico che a livello di sicurezza è stato un pericolo non di poco conto…

Bramati con Evenepoel in una foto di inizio 2023, con la maglia iridata di Wollongong 2022
Bramati con Evenepoel in una foto di inizio 2023, con la maglia iridata di Wollongong 2022
Molti rimpiangono il passato…

E’ pleonastico, è come dire che si stava meglio quando non c’erano i telefonini. Ma ci sono, fanno parte della nostra vita di adesso. E’ chiaro che tutto cambia, fa parte del gioco. Le radio hanno una grande utilità in termini di sicurezza, hai subito la percezione di quel che avviene con una caduta, una foratura. La loro funzione primaria è questa. Mettiamola così: un diesse senza radio è come avere un allenatore di calcio a bordo campo che non può dare alcuna indicazione ai suoi. Ha senso?

Tu però conosci e hai vissuto il “prima”…

Se parliamo dal punto di vista tattico, non è che poi abbiano avuto questa grande innovazione. Semplicemente studiavi il percorso con grande attenzione e davi prima le indicazioni, poi si comunicava in corsa tramite i compagni che venivano all’ammiraglia o ai rifornimenti. E’ indubbiamente meglio adesso, c’è meno confusione in corsa e i corridori sono messi in condizione di dare il 100 per cento. Ma io porrei l’accento sull’aspetto sicurezza, anche perché rispetto a prima le strade sono cambiate. Pensate solo che nel Bergamasco quando correvo io le rotonde si contavano sulle dita di una mano, ora ce ne saranno 300… E poi dossi, spartitraffico… I corridori vanno messi in condizione di pedalare in sicurezza. All’ultimo Tour è vero che c’è stata la caduta costata la corsa a Roglic, ma il numero di incidenti si è molto ridotto rispetto al passato.

La volata valsa il bronzo a Laporte. Ma il francese non conosceva la situazione di classifica
La volata valsa il bronzo a Laporte. Ma il francese non conosceva la situazione di classifica
C’è anche un’altra differenza rispetto al passato: oggi le tv trasmettono le corse nella loro integralità e chi è in ammiraglia ha un occhio in più a disposizione…

E’ vero fino a un certo punto. Sicuramente in passato, quando si era fortunati si aveva la diretta dell’ultima ora/ora e mezza, oggi le corse vengono proposte nella loro integralità. Ma se per chi è a casa è un vantaggio, per noi in ammiraglia cambia poco anche perché pochi si accorgono che non c’è una percezione immediata, ogni accadimento lo cogli sempre con un po’ di secondi di ritardo. Avere la voce diretta dal gruppo, per ogni singolo evento, è per noi responsabili del team molto importante. Anche il web aiuta sì, ma non dà l’istantaneità di quanto avviene e a noi serve sapere tutto subito, per il bene dei ragazzi.