Il Team Corratec era nato tra mille difficoltà lo scorso autunno. Quasi facevano fatica a trovare i corridori visto il periodo in cui è arrivato l’okay per allestire la squadra e invece… Questa continental italiana ha messo nel sacco ben otto vittorie e altri piazzamenti che danno speranza (in apertura foto @jorgerierafloresera).
Serge Parsani e Francesco Frassi, i diesse, hanno creato un buon gruppo. Hanno cercato di tirare fuori il meglio possibile dal materiale umano ed economico a disposizione.
Dicevamo Serge, una squadra nata tra mille difficoltà che invece si sta comportando bene…
Direi una squadra nata all’ultimo minuto se non fuori tempo massimo! Alla fine siamo riusciti a mettere insieme un bel gruppetto, anche se i ragazzi non erano i migliori che c’erano sul campo visto che a novembre ormai i più bravi sono già tutti accasati.
E come è stato possibile tutto ciò?
Gli abbiamo dato fiducia e ci hanno ricambiato con impegno e senso del gruppo. Sono ragazzi volenterosi che si danno una mano in corsa. E grazie a questa sinergia è arrivato qualche buon risultato.
Dusan Rajovic: è il vostro mattatore con sei vittorie…
Dusan è colui che ha raccolto i risultati maggiori. Era anche il “più professionista”, veniva dalla Delko e si vedeva che aveva alle spalle un certo calendario e una certa esperienza. Ma penso anche a Stefano Gandin, un buon corridore: è “velocino” e tiene in salita. Al Giro di Sicilia ha vinto la maglia dei Gpm, ma non perché gliel’abbiano lasciata. No, l’ha vinta di forza, di tenacia e determinazione. Ha vinto al Sibiu e si è ripetuto in Venezuela. Sinceramente spero che lui possa raccogliere qualche buon risultato anche nelle prossime corse italiane di fine stagione.
Come lavorate? I vostri ragazzi vivono in ritiro?
C’è un gruppetto di 3-4 atleti che vive in zona Montecatini, gli altri sono a casa. Li seguiamo dai dati, telefonicamente… ma avendo fatto parecchie gare alla fine ci si vede spesso. Sotto questo punto di vista devo dire che Frassi è un ottimo organizzatore, li segue bene. Ma il merito è anche dei ragazzi stessi: sono umili, non pretendono, seguono e ascoltano…
In Corratec avete un vostro preparatore o ognuno ha il suo?
Ognuno ha il suo, però ci informiamo costantemente per avere uno status della loro condizione e cerchiamo di coordinarci con loro e gli impegni delle gare.
Hai parlato del gruppo, ma non vivono insieme: avete fatto dei ritiri?
No, nessun ritiro. Anche perché con il Covid evitiamo di creare assembramenti e lavori di gruppo completo. Noi non abbiamo 30 corridori come una WorldTour, ne abbiamo 16-17 e se qualcuno si ammala e contagia gli altri sono problemi. Ci stiamo molto attenti, facciamo un sacco di tamponi prima delle gare e infatti negli ultimi sei mesi non abbiamo avuto nessun positivo al Covid.
C’è un leader, un uomo di riferimento?
Penso a Veljko Stojnic. Lavora bene, dispensa consigli, aiuta i giovani. Parla bene italiano e ha esperienza. Lui non eccelle in nessuna disciplina o terreno, e magari non passerà in una WorldTour, però c’è sempre. E’ un “duraccio”.
Da dove arriva la forza del Team Corratec?
Beh, alcuni di questi ragazzi già si conoscevano o correvano insieme tra gli under 23. E poi il gruppo solido è di 8-9 atleti. In Italia, e solo in Italia, la regola vuole che le continental abbiano in organico almeno il 50 per cento di under 23, ma la nostra idea di base era diversa. Era mettere su una squadra con più elite e poi eventualmente inserire dei giovani di tanto in tanto, tra i più esperti.
E quindi gli altri ragazzi?
I più giovani fanno principalmente attività con le gare in Toscana, con gli under 23. Come detto, volevamo privilegiare gli elite: fare con loro le gare internazionali che potevamo e disputare e gli eventi del più alto calendario italiano possibile. Anche perché il nostro obiettivo è quello di diventare una professional.
Sarebbe un bel salto. E a che punto siete?
Il nostro sponsor, Corratec, fra 15-20 giorni ci dovrebbe dare una risposta e decidere cosa fare. Poi inevitabilmente servirebbe anche un secondo sponsor per il budget. Chiaramente non penso ad una professional come quelle francesi, vedi Arkea-Samsic o Total Energies che hanno ben altre disponibilità e sono quasi delle WorldTour.
E a che tipo di squadra pensi?
A una squadra che faccia la sua bella attività internazionale (il calendario sarebbe più prestigioso) e che punta a far passare qualche corridore nel WorldTour. Ecco vorremo dare l’opportunità a qualche buon corridore. Io lo dico sempre ai miei ragazzi: i risultati sono importanti, ma prima ancora è importante fare le cose per bene. E se così fate, magari qualche WorldTour vi nota.