Sci di fondo e bici col Giro nel mirino: è l’inverno di Marco Frigo

16.01.2024
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Da una sciata di fondo sulle piste di Asiago, alle più miti temperature di Marbella, Marco Frigo si appresta così ad affrontare la sua seconda stagione tra i grandi. Il corridore della Israel-Premier Tech, sta lavorando sodo, ma con calma. Anche perché il suo debutto in gara non sarà a brevissimo e ancora più in là sono i suoi obiettivi.

Una convinzione che nasce principalmente dal suo buon 2023. Un anno di risposte, di conferme, ma anche consapevolezze che le carte sono in regola, ma la strada per arrivare in alto è ancora lunga. 

Frigo appartiene alla nazionale d’oro di Amadori. Quella di Zana, Colnaghi e Baroncini. Di Gazzoli e Verre. Ragazzi che piano piano si stanno facendo largo, ognuno tra le proprie storie, le proprie difficoltà, i propri tempi… ma avanzano.

Marco Frigo (classe 2000) sta lavorando molto anche a crono, specialità che non disdegna affatto
Marco Frigo (classe 2000) sta lavorando molto anche a crono, specialità che non disdegna affatto
Marco, partiamo dalla più classica delle domande: come stai?

Bene, dai. Sin qui è stato un buon inverno. Dopo una stagione positiva c’è più consapevolezza e quello che ora faccio, lo faccio con più tranquillità e più sicurezza, perché so che il cammino che intraprendo mi porta dove voglio. Lo scorso anno invece avevo molti più dubbi, molti punti interrogativi. Starò facendo abbastanza? Andrà bene questo allenamento? Sarò al livello richiesto dal WorldTour? Riuscirò a portare a termine la stagione?

Dopo un anno in prima squadra, tante corse WorldTour e un grande Giro, il motore si dice sia diverso. Vale anche per te?

Diciamo che ho buone sensazioni e anche i numeri dei test lo dicono. Sono circa tre settimane più indietro rispetto allo scorso, quando venivo dal finale di stagione in cui mi ero rotto lo scafoide e, avendo ripreso prima, di questi tempi avevo più chilometri e più lavori nelle gambe. E anche per questo sono fiducioso.

Quale sarà il canovaccio della tua stagione agonistica?

Più o meno quello dell’anno scorso. Partirò dal Tour de Provence (8-11 febbraio, ndr). Farò soprattutto delle gare a tappe con l’obiettivo primario del Giro d’Italia. Successivamente, dopo lo stacco post Giro, preparerò il finale di stagione, stavolta con la speranza di fare meglio dello scorso anno nella seconda metà.

Frigo vuol fare bene le classiche di fine stagione. Eccolo, qui al Giro dell’Emilia
Frigo vuol fare bene le classiche di fine stagione. Eccolo, qui al Giro dell’Emilia
Come stai lavorando nel complesso in questo inverno?

In generale sono aumentati, ma di poco, i volumi. Qualche chilometro in più, ma anche qualcosa in più nei lavori. Se lo scorso anno, per esempio, facevo 3×15” adesso magari faccio 3×20”. Lo abbiamo stabilito con il mio allenatore, Ruben Plaza. Comunque sin qui ho fatto pochi lavori. Insisteremo di più sull’intensità a partire dalla prossima settimana.

Nel tuo gruppo di allenamento c’è anche Froome?

Dipende. Magari un giorno capito nel gruppo con Chris e un altro sono con Jakub (Fuglsang, ndr). Dico che in ogni caso mi piace questa cosa, perché sono corridori che guardavo da bambino e adesso mi ritrovo quotidianamente con loro. Questo mi rende orgoglioso, felice.

A proposito di Fuglsang, proprio lui alla Veneto Classic ad ottobre ci aveva parlato benissimo di te. Ci aveva detto anche che ti stava dando una mano per migliorare in discesa. Ci lavorate ancora?

Ho un buonissimo rapporto con lui. E siamo spesso compagni di stanza. E’ un corridore di esperienza, di classe. Siamo entrambi molto diretti e il confronto è costante. Spero di fare molte gare con lui. Da un atleta così c’è solo che da imparare.

Sci e bici: il connubio perfetto per Marco Frigo
Sci e bici: il connubio perfetto per Marco Frigo
Marco, sei anche un appassionato di sci di fondo. E ti sei allenato anche con un azzurro di Coppa del mondo come Simone Mocellini: cosa ti dà questo sport per il ciclismo?

Sì è vero, il fondo mi piace molto. Avrei voluto molta più neve per sciare di più. Spero che quando tornerò da Marbella ce ne sarà un bel po’, così mi allenerò ancora sugli sci stretti. Questa è una passione nata da bambino. In particolare me l’ha trasmessa mio nonno Carlo. Lo sci di fondo per me è un buon metodo di allenamento, fa bene sia per la componente aerobica che per quella muscolare e del core. Si compensa alla grande con il ciclismo. Ho anche idea di acquistare degli skiroll per il futuro, nel caso non dovesse esserci neve per farne di più tra novembre e dicembre.

Capitolo Giro d’Italia. In passato ci hai detto che sei uomo da corse a tappe e ora che vuoi arrivarci in forma…

Ho detto che lavoro in quella direzione. Forse per la classifica generale è ancora un po’ presto, ma di due cose sono certo. Una: cercare di vincere una tappa. Due: nelle prime due tappe non si mollerà di un centimetro. Voglio tenere duro il più possibile perché in qualche modo potrebbe esserci in palio la maglia rosa, come fu a Lago Laceno lo scorso anno (quando la prese Leknessund, ndr). 

Al Giro c’è anche un bel po’ di crono…

E’ un aspetto che mi piace curare. Credo possa essere una specialità a me favorevole, viste le mie caratteristiche fisiche, specie poi per le brevi corse a tappe. Oltre alle uscite in programma, quando faccio i rulli, sia scarico che i lavori, li faccio sempre con la bici da crono. Proprio ieri qui a Marbella abbiamo fatto quasi 4 ore sulla bici da crono. Poi la mezz’ora finale ci siamo sciolti su quella strada. Abbiamo fatto anche qualche lavoro di gruppo, tipo cronosquadre… anche a ritmo gara.