Elisa Longo Borghini, Olimpiadi di Rio, 2016

Salvoldi/1. Verso Tokyo con le azzurre della strada

20.12.2020
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L’anno sta finendo e nel bilancio di Dino Salvoldi, accanto alle inevitabili criticità, brillano alcuni segni positivi che fanno ben sperare per la stagione che viene e che porta diritta a Tokyo. Il segno meno, a ben vedere, è legato a un paio di situazioni dalle quali l’Italia delle ragazze è uscita comunque in modo positivo, aggrappandosi alle sue bandiere. Il Giro deludente di alcune e l’annata del ginocchio malconcio di Elisa Paternoster sono stati riportati in attivo dalla affidabilità di Elisa Longo Borghini (in apertura, sul podio di Rio con la medaglia di bronzo) fra europei e mondiale e dalla grande solidità del gruppo pista. Perciò si può cominciare a lavorare in modo deciso verso l’obiettivo olimpico. Anzi, su pista hanno già ricominciato da un pezzo.

Capire in che modo il tecnico azzurro gestirà il gruppo strada è l’obiettivo di questo primo passo della marcia su Tokyo 2020. Se la pista infatti è un po’ come una squadra a se stante, su strada c’è da ragionare con le esigenze dei team. E dato che le azzurre sono in molti casi inserite in squadre WorldTour, la pianificazione dell’attività va gestita con attenzione.

Marta Cavalli è stata tra le rivelazioni del 2020. Dalla Valcar è passata alla Francaise des Jeux
Cavalli
Marta Cavalli fra le rivelazioni del 2020
Sei selezionatore più che tecnico, in questo caso?

Su strada si va alla ricerca di un coinvolgimento di tutti e si raccolgono in continuazione feedback sulle atlete che compongono la rosa iniziale. Non è prioritario che si confrontino fra loro, ma che lo facciano con le grandi avversarie nelle gare WorldTour. Abbiamo ragazze in grado di vincere, che hanno bisogno del supporto della squadra. Alcune che devono fare da sé. Altre ancora che non hanno obblighi e corrono per il piazzamento e chi invece deve lavorare e non compare in nessun ordine di arrivo. Per questo bisogna comunque essere sul campo, sarebbe limitativo basarsi sulle classifiche.

Partono tutte alla pari?

Concettualmente sì, ma è chiaro che in base alla loro affidabilità e in assenza di problematiche, con alcune si può ragionare un percorso di avvicinamento, che passa attraverso certe gare e le relative fasi di recupero, che sarà poi verificato. Può essere il caso di Elisa Longo Borghini.

Quanto incide il percorso di Tokyo su questi ragionamenti?

E’ una componente importante e va associato alla particolarità unica della gara olimpica, in cui si corre con 60 ragazze e squadre che ne hanno 4 e altre ancor meno. Per cui è molto più importante la qualità delle atlete che la definizione dei ruoli. La situazione ideale è quella dell’Olanda, che ha 4 individualità che possono coprire ogni situazione di corsa. Senza considerare l’altra anomalia della gara olimpica, in cui conta certo la vittoria, ma anche il podio non sarebbe male.

Se una buca, fermi le altre?

Non tutte e dipende da chi ha bucato. Bisogna ragionare se correre tutte per una oppure averne 4 in grado di garantire il risultato. Ad ora è difficile fare nomi, perché proprio nel 2020 sono uscite ragazze che non erano previste. Per cui fino alla Liegi del 25 aprile il ventaglio resta aperto.

Cosa succede dopo?

Se avrò certezze, saranno rese pubbliche, perché le ragazze possano impostare il loro percorso. Altrimenti aspetterò ancora fino ai campionati italiani (weekend 19-20 giugno, ndr) o l’inizio del Giro d’Italia, quindi il 2 luglio. Diciamo che l’obiettivo potrebbe essere definire tre nomi fino alla Liegi e poi tenersi un posto per il jolly.

Tatiana Guderzo, Innsbruck 2018
Tatiana Guderzo (qui a Innsbruck 2018) fa parte di diritto della rosa di partenza
Tatiana Guderzo, Innsbruck 2018
Guderzo (qui a Innsbruck 2018) fa parte della rosa
La abbiamo incontrata da poco, Tatiana Guderzo farà parte della rosa per Tokyo?

E’ nel gruppo, certo. Sarà una gara in cui servirà tanto coraggio, per come sono fatti gruppo e percorso. Se entrano in fuga un’italiana e un’olandese, la corsa è chiusa. Tatiana certe cose sa farle. Trovare il punto dove questo potrebbe succedere si vedrà sul momento. Un po’ come è successo al mondiale

Cosa si può dire del percorso di Tokyo?

Ha una salita… facile di 40 chilometri in avvio, dal chilometro 40 a 80. Già quella scremerà il gruppo e già lì secondo me si capirà il podio. E poi c’è l’arrivo che è pure particolare. L’ipotesi più verosimile è che arrivi una ragazza da sola o che siano in due. Poi dietro 6-7 in volata per giocarsi l’ultima medaglia.

Alloggerete al Villaggio Olimpico?

No, questa volta sarà diverso. Il gruppo strada starà in hotel, perché il percorso è lontano da Tokyo. Invece pista e Mtb alloggeranno in un piccolo Villaggio decentrato, visto che anche i loro percorsi sono lontani dalla città.

Correrete il 25 luglio, quando partirete per Tokyo?

Andremo via il 17, per stare là una settimana prima. Ma a primavera, dal 3 all’8 maggio, ho in programma un sopralluogo sul percorso. Andremo con il gruppo strada dopo la prima parte di stagione. Sono certo che vista la posta in palio, quel giorno saranno tutte all’aeroporto con la loro valigia…