Dopo l’Australia, il silenzio. E complice il ritmo frenetico della stagione appena sbocciata, di Mattia Cattaneo avevamo perso un po’ le tracce. Le foto lo ritraevano risalire la corrente fra il Catalunya e il Giro dei Paesi Baschi e poi sulla rotta del Giro, come supporto per Evenepoel. Perciò, approfittando del fatto che il piccolo capitano sarà impegnato nella Liegi, abbiamo chiesto al bergamasco di fare il punto sulla sua situazione e quella della squadra, la Soudal-Quick Step, che da corazzata del pavé si sta trasformando in gruppo per i Giri.
«Adesso va tutto bene – dice – ci ho messo un po’ a recuperare dalla caduta in Australia. Avevo una micro frattura al piatto tibiale che in sé non era tanto importante, ma si era formato un ematoma all’interno dell’osso che noi si riassorbiva più e di conseguenza faceva un gran male. Non riuscivo a pedalare o comunque a imprimere una forza tale per poter pensare di allenarsi».
Vorrà dire che arriverai più fresco al Giro?
La prima parte di stagione è tutta concentrata lì, per cui non sarebbe male. Il Giro del resto quest’anno per noi è molto più importante che altre volte e sento di arrivarci abbastanza bene, sono contento della mia condizione, ma non so ancora se mi porteranno. Il gruppo verrà definito nei prossimi giorni.
Avete parlato del percorso?
Un po’ sì, ma alla fine tanto dipende da come va la corsa. Puoi parlarne quanto vuoi, ma magari immagini una situazione e va nel modo opposto. I grandi Giri in generale sono difficili da prevedere, perché ci sono le dinamiche di tappa e di classifica. Puoi fare una previsione però secondo me è difficile azzeccarci.
La Soudal-Quick Step era la squadra del pavé, ora sta cambiando pelle. Come la vivete?
Credo che ormai sia sotto gli occhi di tutti. La cosa si sta notando e quando questo avviene, vuol dire che il cambiamento è già in atto. Si vede che la squadra sta investendo in questa direzione, ma adesso sta a noi fare in modo che funzioni. Quello delle classiche è sempre stato il momento centrale della nostra stagione, quest’anno il loro posto è stato preso dal Giro.
Però sono tutti certi che Evenepoel andrà alla Liegi non di passaggio.
Per quello che lo conosco, credo che voglia fare anche una grande Liegi. Non so come la viva lui, però se fossi al suo posto, non tirerei i freni, ma sarei consapevole che in quelle corse a volte si rischia tanto, quindi terrei la testa un pelino più avanti. Magari vince lo stesso, però secondo me non ci sarebbe da stupirsi se magari in certe circostanze rimarrà un po’ indietro. Bisogna sempre pensare che ha impostato tutta la prima parte di stagione sul Giro, che inizia 10 giorni dopo la LIegi. Credo che correrà per vincere, ma forse avrà un occhio in più.
La tua preparazione è cambiata, visto il lavoro che ti attende?
Ho lavorato come facevo quando dovevo sfruttare le occasioni. Questa volta ho lavorato per aiutare Remco il meglio possibile. Quello che conta è avere la condizione, poi un corridore come me puoi metterlo a tirare le volate oppure in salita, senza grosse differenze.
E le crono si faranno a mezzo gas o provandoci?
Dipende da quello che mi diranno. Da parte mia, non ho mai nascosto che la crono è una parte importante di me stesso. E’ un aspetto cui tengo molto, però stiamo parlando di un grande Giro, quindi sicuramente la crono non deve andare a discapito dell’obiettivo finale.
Che cosa farai nei giorni che mancano fino al Giro?
Allenamento, recupero e mangiare nel modo giusto. Quello che davvero contava è già stato fatto, adesso si tratta “solo” di mantenere e magari migliorare un po’ sulla brillantezza nei giorni immediatamente prima. Però senza arrivarci stanco. Le due settimane prima servono più che altro per non perdere condizione e arrivare fresco e pronto alla partenza del Giro. Anche perché poi c’è da correre per tre settimane…
La base di lavoro è più ampia di prima?
E’ la preparazione standard per un grande Giro. Ormai ogni anno si fa sempre un pelino di più perché questo è il ciclismo moderno e se non ti adegui, ti stacchi.
Il peso è a posto o bisogna raggiungerlo?
Sono già a posto, nel senso che devo cercare di mantenere quello che ho raggiunto. Onestamente poche volte sono stato così magro, per cui non ho necessità di dire che devo perdere ancora un chilo, né che non fa niente se ne metto su uno. Bisognerà fare la vita da atleti, non puoi permetterti di arrivare a limare il peso all’ultimo, perché rischi di perdere anche un po’ di forza.
Si sente sulle spalle il peso della responsabilità?
Io personalmente sono ancora come gli altri anni, poi magari arrivi a Pescara e l’ambiente ti condiziona. Allo stato attuale sono tranquillo e sereno, poi c’è anche da dire che non sono proprio la persona più agitata del mondo, quindi magari non faccio troppo testo (ride, ndr).