Ieri è stato incoronato campione del mondo a cronometro. Una settimana fa a Glasgow è stato il grande assente tra i big. Da campione in carica ha dovuto inchinarsi allo strapotere che Mathieu Van der Poel ha dimostrato sul circuito infernale scozzese. Ed è proprio su quelle curve che Remco Evenepoel non si è fatto trovare così lucido e brillante come è suo solito quando ha un obiettivo in testa.
Le dichiarazioni del giorno prima di suo padre e di Lefevere, un mondiale non così nelle sue corde, una giornata storta, insomma, le considerazioni che si possono fare a una settimana distanza sono molteplici. Per fare chiarezza e capire meglio quali siano le possibili cause della sua mancata riconferma ci siamo affidati al parere esperto e tecnico di Michele Bartoli.


C’è una foto emblematica (utilizzata in apertura) dove ci sono Van der Poel, Van Aert, Pedersen e Pogacar pronti a giocarsi il mondiale. Sono tutti dei corridori molto potenti, “disegnati” per quel percorso, a parte Pogacar…E Remco dov’era?
Tadej lo puoi mettere dove vuoi che va forte. A parte quello, sì, diciamo che è un po’ la fotografia a tutti gli effetti di quella giornata. Remco non c’è stato.
Partiamo dalla sua posizione in corsa. Lo stare sempre defilato in un percorso così tecnico, ha inciso?
Secondo me, questa è un’analisi giusta. Lui in altre gare come la Liegi è stato bravo a limare, attaccare e stare davanti. La Liegi era a inizio stagione ed era al 100% della condizione. Probabilmente domenica scorsa può aver influito anche una forma non ottimale. E’ chiaro, quando uno non ha come punto di forza la posizione, se gli mancano un po’ di energie, perde lucidità e perde tutto. In un mondiale del genere è chiaro che si è tagliati fuori. Secondo me però, è una somma di cose. Se fosse stato in una giornata d’oro, questo suo “problema” non avrebbe inciso. Perché sarebbe venuta fuori la condizione e sarebbe rimasto nel gruppetto con i primi. Però è chiaro che ha influito la sua scarsa abilità nel posizionamento.
Un altro spunto può essere la caduta di Narvaez che ha rotto il gruppo e lui è rimasto dietro?
Sarebbe stato tagliato fuori ugualmente. Si vedeva che ha provato anche una volta o due a fare un attacco, ma non era pungente come al solito. Erano allunghi su momenti in cui il gruppo calava la velocità. Non era esplosivo.


Tre tentativi dove ha provato e lo hanno chiuso subito. Al di là del fatto che era l’osservato speciale perché era campione in carica, non hai visto una convinzione, una brillantezza da mondiale?
No, secondo me non era nella sua giornata. Percorso a parte, perché poi anche quello ha influito, però secondo me non ha trovato una super condizione quel giorno.
Hai citato il percorso. Non era per Remco secondo te?
E’ un corridore totalmente inadatto a un percorso del genere. Poi non è detto che un domani se ritroverà un percorso così, non possa vincere, perché i fenomeni possono fare tutto. Poi, soprattutto quando ha iniziato a esserci la strada umida lo è stato ancora meno nelle sue corde. Si sa che nonostante sia migliorato molto, il suo punto debole è sempre stata la capacità di guida. Ha iniziato a correre da grandicello quindi la sensibilità sul mezzo se inizi da ragazzino la acquisisci in un modo, invece nel suo caso un minimo di difficoltà gli rimarrà sempre.


Oltre al lato tecnico non era nelle sue corde anche da un punto di vista fisico?
Dal punto di vista degli sforzi muscolari non era affatto male per lui. Perché comunque quando ci sono un rilancio dopo l’altro, Evenepoel ha dimostrato di essere forte. Però è stata proprio la difficoltà tecnica nel guidare la bici che lo ha molto penalizzato secondo me. Non credo onestamente che la durezza o la particolarità del percorso abbia influito negativamente su di lui. E’ riassumibile in un problema di planimetria più che di altimetria.
Invece staccandosi dal lato tecnico e affrontando quello della motivazione. Lui ha dimostrato qualche segnale di nervosismo prima della partenza per quello che han detto suo padre e Lefevere. Credi che anche quello possa avere inciso?
Secondo me un po’ sì. Non ho mai visto un corridore vincere un mondiale se non è veramente a posto sotto tutti i punti di vista. Questa guerra interna è normale che un po’ ti condizioni. Anche se non vuoi pensarci incide ugualmente.


L’avevamo visto anche al Giro essere nervoso in alcuni frangenti, subire questi momenti. E’ un punto su cui deve lavorare?
Secondo me sì, deve lavorarci. Ma non è neanche un aspetto così negativo, anzi gli può servire molto per le classiche. Lui è un tipo adrenalinico, lo abbiamo visto ieri nella crono. Sembra a volte anche scontroso con gli avversari, ma nel modo giusto. Anche perché non bisogna essere troppo delicati in queste dinamiche. A me piace la gente tosta come lui. Però per i grandi Giri questo ti penalizza perché diventi troppo teso e spendi energie anche mentali. Quando sei sempre lì con la tensione a fior di pelle, recuperi anche di meno. Lui deve cambiare sistema, ma secondo me non lo cambierà, perché così si nasce. Dimostra che il campione, il fuoriclasse, vince anche quelle corse che non sono propriamente nelle sue corde. Ha già vinto una Vuelta e se saprà bilanciare questi lati del suo carattere potrà migliorare ancora tanto.
Abituato a dominare ha trovato una giornata storta e si è lasciato affondare. La forma però l’ha confermata nella cronometro vinta ieri. Come lo vedi per il finale di stagione?
Sì, la forma c’è sicuramente e l’ha fatta vedere. Per il finale di stagione dipende come si risolve anche la situazione di squadra. Se lo renderà felice l’eventuale cambiamento, avrà anche stimoli maggiori. Se invece, per un qualche motivo, sarà costretto a seguire una strada per interessi societari, ordini che non lo soddisfano, è chiaro che può incidere anche per il prossimo anno. È per questo che secondo me converrebbe a tutti trovare una soluzione dove anche Remco sia più tranquillo.