Per Pogacar e per il mondiale: parole chiare di Trentin

17.07.2023
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SAINT GERVAIS LES BAINS – Tanto lavoro si fa per qualche buon motivo. Prima chiaramente c’è da vincere il Tour con Pogacar, rinunciando alle proprie chance. Poi però c’è il mondiale di Glasgow, cui Matteo Trentin non può certo essere indifferente. I motivi sono due. Il primo è che l’ultima volta che ha corso da quelle parti, ha vinto il campionato europeo su Van der Poel e Van Aert. Il secondo è che l’ultimo mondiale nel Regno Unito lo aveva praticamente vinto, ma si fece infilare da Mads Pedersen. Detto adesso che il danese vince anche tappe al Tour, potrebbe non essere troppo strano, ma allora fu una bella beffa.

«Per adesso siamo qua – sorride il trentino – tutti molto tranquilli. Abbiamo passato secondo me il punto in cui magari eravamo più in difficoltà, vale a dire la prima settimana. Tadej veniva da un infortunio e adesso sicuramente, mano a mano che passa il tempo, starà sempre meglio. Quindi cos’altro dire? Siamo fiduciosi».

La caduta di San Sebastian lo ha fatto penare con il ginocchio destro
La caduta di San Sebastian lo ha fatto penare con il ginocchio destro

Come nel 2018

Sul ginocchio destro porta un bendaggio, la fisionomia è quella tipica del Tour de France che ti asciuga anche se non ne hai voglia. In questi giorni il lavoro di Trentin è chiaro: tirare in pianura e fino alle prime rampe delle salite, poi farsi da parte. In un modo o nell’altro, anche un buon percorso di preparazione.

«Nei primi giorni purtroppo sono caduto – dice – quindi ho dovuto soffrire molto a causa della botta al ginocchio. Adesso piano piano sta andando per il meglio e quindi anche le gambe iniziano a girare come Dio comanda. Il mondiale avrà un percorso tecnico, un po’ simile a quello su cui corremmo l’Europeo e su cui prima erano stati fatti i Commonwealth Games, anche perché in quella città c’è poco più di qualche curva. Semmai, un fattore molto determinante sarà la pioggia. Se non ci sarà, forse sarà un po’ più facile di quando ho vinto l’europeo, perché si faceva tutto in circuito. Questa volta invece, abbiamo 100 e passa chilometri di trasferimento da Edimburgo, anche se non sembrano troppo tecnici».

Van Aert e Van der Poel hanno lavorato per i compagni, ma si sono anche allenati
Van Aert e Van der Poel hanno lavorato per i compagni, ma si sono anche allenati

Occhio a Van Aert e Vdp

Il Tour è un obiettivo per molti, ma anche una palestra. E così, scorrendo avanti e indietro per il gruppo, Trentin si è accorto di non essere l’unico a pedalare con un secondo fine nella testa.

«Nel 2018 a Glasgow – appunta – mi lasciai dietro Van der Poel e Van Aert, un bel podio da avere nella foto. E credo che anche questa volta fra i protagonisti ci saranno quei due. Li ho visti pedalare molto bene, ognuno fa il suo. Van Aert lavora per Vingegaard, mentre Van der Poel finora ha fatto un grande lavoro per Philipsen. Ora vediamo cosa farà nella terza settimana, dove sicuramente avrà libertà e lo vedremo molto di più».

Ai mondiali di Wollongong 2022, Trentin era il regista in corsa e Bettiol una delle punte. Sarà ancora così?
Ai mondiali di Wollongong 2022, Trentin era il regista in corsa e Bettiol una delle punte. Sarà ancora così?

Getxo poi Barberino

Non resta che finire il Tour, insomma. Poi tirare un po’ il fiato e preparare la valigia per Glasgow, non prima di aver fatto una tappa in Spagna.

«La settimana dopo il Tour – conferma Trentin – dovrei correre a Getxo e poi andare al mondiale, passando per il ritiro di Barberino del Mugello. Ma prima abbiamo ancora da fare qui, lasciatemi andare. Al Tour ci sono sempre un sacco di cose da mettere a posto».