Pinarello: uno sguardo al passato e uno al futuro

24.10.2023
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La chiamata con Alessandro Pinarello avviene qualche ora prima del suo volo verso Sharm El Sheik, meta delle vacanze di fine stagione. Con la Veneto Classic si è chiusa la prima metà del suo cammino in Green Project-Bardiani CSF-Faizanè. Insieme a Pinarello facciamo un recap di questi primi due anni sotto la guida di Mirko Rossato, diesse che gestisce il progetto giovani del team che fa capo a Bruno Reverberi. 

«Il primo anno, ovvero il 2022 – ci racconta Pinarello – è stato più tranquillo, ho corso sempre da under 23, tranne nel finale di stagione dove sono andato al Giro di Slovacchia e poi alla Tre Valli Varesine a correre con i pro’. Quest’anno, invece, ho fatto molti più giorni di corsa all’estero. Siamo partiti dalla Croazia, poi Flèche Ardennaise, Alpes Isere Tour e Tour Alsace. In più con la maglia della nazionale sono andato al Carpathian Couriers Race, al Tour de l’Avenir e alla Liegi U23».

Nei due anni in Green Project Pinarello è cresciuto con continuità
Nei due anni in Green Project Pinarello è cresciuto con continuità
Come giudichi la tua crescita in questi due anni?

Sono migliorato tanto a livello fisico, grazie ad un calendario importante fatto con il team e grazie anche alle esperienze con la nazionale. Mi sento cambiato e non poco, ora reggo meglio una corsa a tappe e dopo le gare di un giorno mi sento meno stanco. 

Sei stato il primo, assieme a Pellizzari, a sposare il progetto giovani della Green Project, scelta che rifaresti?

Assolutamente. Per tanti all’inizio era una cosa sbagliata, ma con la squadra mi sono sempre trovato bene. Il percorso di crescita è stato graduale, se guardiamo solo ai giorni di corsa nel 2022 ne ho messi insieme 45, mentre quest’anno 62. Non serve correre tutte le settimane per entrare in forma. Con la Green Project ho modo di gestirmi bene tra una corsa e l’altra, abbiamo un metodo più “adulto” di gestire la cosa. 

Negli allenamenti in queste due stagioni cosa hai migliorato?

Rispetto al 2022 sicuramente la quantità di ore, visto che in quell’anno avevo la scuola. Nel 2023 ho aumentato il tempo in sella e soprattutto non devo scegliere tra palestra e bici, ma posso fare entrambe. Nei lavori specifici sono aumentati i minuti delle ripetute e sicuramente i wattaggi. 

Qual era l’obiettivo del 2023?

Capire dove andassi forte, se nelle corse a tappe oppure nelle gare di un giorno. Ho visto che nelle prime reagisco bene anche dopo cinque o sei giorni, nelle seconde invece mi sento più reattivo, come detto prima. 

Un rimpianto per Pinarello è stato il Giro Next Gen, ma nel 2024 vuole riprovarci
Un rimpianto per Pinarello è stato il Giro Next Gen, ma nel 2024 vuole riprovarci
Che stagione è stata quella appena conclusa?

Non la stagione perfetta. Sotto alcuni aspetti non è andata come avrei voluto, sono contento di aver fatto esperienze come l’Avenir, anche se chiamato all’ultimo. Un rimpianto è il Giro Next Gen, dove sono caduto un paio di volte e non ho raccolto quanto avrei desiderato. Il finale di stagione mi ha lasciato più soddisfatto e ripartirò da qui. 

Pellizzari, che ha iniziato il progetto insieme a te, ha avuto un grande exploit quest’anno, ti spaventa?

Non mi spaventa il paragone e non ho paura ad ammettere che è andato davvero forte. Se avessi paura dei paragoni non dovrei nemmeno guardare all’estero, dove il livello si alza ancora di più. 

La condizione a fine stagione era in crescita, base su cui costruire il prossimo futuro (foto DirectVelo)
Alessandro Pinarello, Green-Project Bardiani CSF-Faizanè (foto DirectVelo)
Hai ancora due anni di contratto, cosa ti aspetti nella seconda metà del cammino?

L’anno prossimo mi piacerebbe correre ancora di più con i professionisti, con gli under 23 vorrei correre la Liegi e la Flèche Ardennaise. Un obiettivo sarebbe quello di tornare al Giro Next Gen, non mi va giù com’è andata quest’anno e voglio riscattarmi. 

Quando riparti?

Il 15 novembre riprendo da solo, mentre con la squadra avremo un primo ritiro di due settimane a Benidorm ai primi di dicembre.