Orologi, Beking, allenamenti: l’inverno full di Trentin

04.12.2024
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Non parlate a Matteo Trentin di off-season rilassante, perché potrebbe rispondervi male! Scherzi a parte, il corridore della Tudor Pro Cycling Team ha vissuto settimane molto intense, durante le quali ha ripreso anche gli allenamenti.

Matteo, infatti, è stato impegnatissimo con Beking, l’ormai classico evento benefico del Principato di Monaco che organizza accanto alla moglie Claudia Morandini. Inoltre, si è cimentato in un’esperienza particolare: montare i preziosi orologi Tudor, una richiesta personale nata dalla sua passione e curiosità.

Trentin (classe 1989) alle prese con gli orologi Tudor
Trentin (classe 1989) alle prese con gli orologi Tudor

Precisione Tudor

Vedere un atleta alle prese con orologi di tale valore non è cosa frequente. Trentin racconta: «Come è andata da Tudor? Dovevamo fare delle foto, ma vista la mia passione per gli orologi, ho chiesto di visitare i laboratori. A Le Locle, dove c’è il centro di assemblaggio, ho visto come funziona la manifattura e come avviene l’assemblaggio. È stato incredibile».

Trentin descrive con entusiasmo ogni dettaglio: tutto è super preciso e ordinato, ma ciò che lo ha colpito di più è stato il ruolo dell’uomo. «Ora capisco cosa significa quando dicono che un orologio è preciso – prosegue Matteo – si lavora con microscopi e viti minuscole. I macchinari sembrano usciti da Star Trek, ma alla fine sono le persone a fare la differenza. Ogni operatore è in grado di svolgere tutte le mansioni, ma durante la giornata ciascuno si dedica a un’unica attività. Non è una catena di montaggio vera e propria, ma l’organizzazione e la precisione sono incredibili. Questa flessibilità pur dovendo produrre la massima precisione mi ha davvero colpito. Al contrario mi sarei aspettato una specializzazione assoluta. Flessibilità e precisione, un binomio perfetto ma non scontato».

Trentin, sempre con il sorriso, confida: «Alcune cose non posso rivelarle, sono top secret! Però posso dire che ogni orologio è controllato e ricontrollato prima di uscire. Di certo – scherza – quelli che ho montato io sono stati rivisti dai tecnici!».

Da orologiaio a organizzatore

Qualche giorno dopo, spazio a Beking, l’evento benefico che Trentin organizza a Monaco. Nonostante il maltempo, l’edizione di quest’anno è stata un successo. «Un tempaccio – racconta Matteo – A novembre a Monaco ha piovuto un solo giorno, proprio quello di BeKing. Nonostante ciò, tutto è andato bene. Era la quarta edizione, e non c’è stata una sola defezione: né dai corridori, né dai piloti, né dallo staff. Questo ci rende orgogliosi, sia me che Claudia».

Un momento speciale, racconta Trentin, è stato con i bambini: «Stavamo per annullare la loro gara, ma quando siamo arrivati c’erano già 30 ragazzini pronti sotto la pioggia. Li abbiamo fatti partire e poco dopo se ne sono aggiunti altri. Questo dimostra che in questi anni abbiamo costruito qualcosa di buono. Convincere i genitori a lasciarci i bambini sotto la pioggia non è facile, ma i più felici erano proprio loro!».

Anche la serata di gala è andata benissimo. Trentin ha stimato una raccolta fondi per beneficenza di circa 80.000 euro.

Il focus di Trentin saranno le classiche del Nord anche per il 2025
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E il Trentin corridore?

In tutto questo, ricordiamo che Matteo è pur sempre un corridore professionista. Ha ripreso gli allenamenti, consapevole che le prime gare sono a 50-55 giorni di distanza.

«L’ultima settimana è andata meglio – racconta – ma quella prima di Beking è stata super impegnativa: pedalavo al mattino e il pomeriggio era un susseguirsi di commissioni, meeting e telefonate, Senza dimenticare gli impegni familiari. Giornate pienissime! Ora è tutto alle spalle, e la prossima settimana inizieremo il ritiro in Spagna, nei pressi di Calpe. Non andremo in Australia, quindi avremo un po’ più di tranquillità per programmare gli allenamenti. In ritiro decideremo tutto».

Il calendario di Trentin non è ancora definito, ma i punti fermi sembrano le grandi classiche: Gand, Fiandre, Roubaix e forse l’Amstel. Ma questa, come dice Matteo, è un’altra storia.