Ma non dimentichiamo Dani Martinez, il primo degli altri

27.05.2024
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ROMA – Forse la prestazione di Daniel Felipe Martinez è passata sin troppo inosservata. Tadej Pogacar si è preso la scena, è vero, ma il secondo posto dell’atleta della Bora-Hansgrohe ha un grande valore. Ha un grande valore soprattutto per questo ragazzo che a 28 anni si è trovato a fare il leader e ha risposto presente. Ha valore per la squadra che ha enormi ambizioni e si ritrova un atleta di enorme sostanza. E ha valore per i tifosi colombiani, sempre numerosissimi sulle strade del Giro d’Italia.

Quegli stessi tifosi che erano presenti anche a Roma. Il podio all’ombra del Colosseo è un’emozione che Martinez non dimenticherà mai. E lo ha anche ribadito dopo essere sceso da quel palco.

«E’ stato un Giro di sostanza il suo – ha detto Enrico Gasparotto – Dani è stato davvero bravo. E’ andato forte a crono e in salita. E di fatto ha battuto tutti gli altri».

Pogacar che guarda tutti da davanti e Martinez che guida gli altri: è la foto del Giro
Pogacar che guarda tutti da davanti e Martinez che guida gli altri: è la foto del Giro

Il retroscena

Il suo Giro è nato sin da questo inverno, con una programmazione dettagliata. Ma poi ha anche avuto qualche complicazione. Forse perché le cose, per assurdo, stavano andando sin troppo bene.

«Il programma iniziale – racconta Paolo Artuso, il preparatore – era quello di farlo tornare in Colombia subito dopo la Strade Bianche, corsa che avevamo deciso di fargli fare per prendere confidenza con lo sterrato che avrebbe poi trovato qui verso Rapolano. Ma Dani stava così bene che ha insistito per fare anche la Tirreno. Però, proprio alla Strade Bianche è caduto. Ha fatto dei numeri e dei valori pazzeschi per cercare di recuperare, ma il problema è che il giorno dopo aveva un ginocchio gonfio così».

A quel punto è scattato l’allarme. Dani è partito per la Tirreno ma piano. D’accordo col team, Martinez si è fermato dopo quattro frazioni. Prima di ritornare in Colombia per l’altura, Artuso se lo è portato in Veneto. Gli ha fatto fare qualche sopralluogo, degli accertamenti al ginocchio e anche una visita in galleria del vento.

«Poi – continua il coach – abbiamo rivisto qualche dettaglio della sua preparazione e fino all’ultimo ci sono state delle piccole incertezze, degli aggiustamenti. Ha saltato il Romandia che era nel programma iniziale. Una volta tornato in Europa lo abbiamo tenuto in altura ad Andorra fino all’ultimo. Dovete sapere che Martinez è un generoso. Pensate che a dicembre l’ho dovuto richiamare perché andava troppo forte!».

Sul Grappa Martinez ha controllato. Non era a tutta e, sapendo di non poter vincere la tappa, non ha rischiato nulla
Sul Grappa Martinez ha controllato. Non era a tutta e, sapendo di non poter vincere la tappa, non ha rischiato nulla

Parola a Dani

A Roma Martinez è stato raggiunto dalla sua famiglia. Mentre ci parliamo i suoi bimbi girano tra le nostre gambe. Lui è disponibilissimo e contento di raccontare. Di raccontare un secondo posto che magari, chissà, potrebbe anche incidere sul resto della sua carriera.

Dani, primo podio della tua carriera…

Sono veramente contento. Contento del podio, ma anche del lavoro realizzato sin qui. E’ un risultato che mi soddisfa appieno.

Hai trovato un Pogacar gigantesco. Ma hai battuto tutti gli altri.

Eh già! Quando abbiamo cominciato il Giro d’Italia tutti noi all’inizio credevamo che Pogacar si potesse battere. Abbiamo anche provato ad attaccarlo tutte le volte che è stato possibile, ma lui aveva una gamba molto buona. E’ un fenomeno. Alla fine Tadej ha fatto il suo Giro e noi abbiamo fatto l’altro. E in quest’altro Giro eravamo tutti vicini: Thomas, Tiberi, O’Connor… di più non si poteva fare.

Cosa ti ha soddisfatto del tuo Giro? C’è stata una prestazione in particolare?

La mia regolarità. Sono sempre andato forte, tutti i giorni, mentre di solito c’era un giorno in cui pagavo (cosa che ci ha confermato anche Artuso, ndr). Se facciamo i conti c’erano oltre 70 chilometri a crono e questo avvantaggiava appunto Thomas, Tiberi, O’Connor, ma le mie gambe erano buone anche contro il tempo.

Complice qualche sfortuna, la Bora-Hansgrohe non è stata super. Aleotti il vero supporto grande per Martinez
Complice qualche sfortuna, la Bora-Hansgrohe non è stata super. Aleotti il vero supporto grande per Martinez
Quindi nessun giorno difficile?

ne ho avuti tanti, come quello alla seconda tappa, quando verso Oropa ho avuto un problema meccanico. E poi anche nella quarta tappa sono stato coinvolto in una caduta e ho battuto una spalla. Ma ho saputo recuperare bene da questi giorni.

Dani, hai detto che almeno all’inizio e nelle prime tappe, pensavate che si potesse fare di più contro Pogacar, ebbene dopo Prati di Tivo, quando Pogacar ha fatto “solo” la volata, questa convinzione si è rafforzata? In quei giorni in gruppo si diceva non fosse più al top…

A Prati di Tivo abbiamo pensato di fare qualcosa. Era il giorno dopo la crono e magari qualcosa poteva cambiare per gli avversari. Ci abbiamo provato, ma è anche vero che la squadra era quella che era. Per infortunio abbiamo perso presto Lipowitz e non si poteva fare molto. La corsa era tutta nelle mani di UAE Emirates o Ineos Grenadiers. Poi da quel giorno è stata dura attaccarlo.

Di più non si poteva fare insomma. Qui c’è aria di festa. Ti piace Roma?

Sì, sì… è la terza volta che sono qui. Ma devo dire che mi piace tutta l’Italia. Sono cresciuto qui, le mie prime squadre da professionista sono state qui da voi e ci sono molto legato.