Movistar dà il benservito ad Arrieta e volta decisamente pagina

27.10.2021
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Alla Movistar qualcosa non va più come una volta e la scelta di non confermare Arrieta sull’ammiraglia lascia intravedere qualche crepa. Oppure, più semplicemente, quel clima da famiglia felice che si era creato negli anni di Echavarri e Indurain, col tempo si è disgregato. Attorno a Unzue e Valverde sono via via arrivati e ripartiti corridori con una rapidità sorprendente, da Landa a Lopez passando per Carapaz, mentre le immagini della serie Netflix dedicata al team hanno svelato un clima interno che appare tutto fuorché sereno. 

Arrieta è stato diesse della Movistar negli ultimi dieci anni
Arrieta è stato diesse della Movistar negli ultimi dieci anni

Addio Arrieta

L’ultima spallata su cui in Spagna ci si interroga è l’allontanamento dai quadri del tecnico di San Sebastian, storico gregario di Indurain e direttore sportivo degli ultimi dieci anni.

«Per me personalmente – ha commentato Unzue – è stata una decisione molto dura, ma che abbiamo dovuto prendere per il bene della squadra».

Tuttavia, proprio andando a rivedere gli episodi di quella serie, si intuisce come alcune decisioni dell’ammiraglia nel tempo abbiano esposto la squadra a figuracce facili da evitare semplicemente usando la testa. Come aver rincorso Carapaz alla Vuelta del 2020 per il semplice gusto della ripicca, favorendo altri e non portando a casa nulla.

Continuo chiaroscuro

I diretti interessati non parlano, ma la Spagna del ciclismo è rimasta colpita dalla scelta, dato che con Arrieta se ne va una bella fetta di quella radice navarra su cui la Banesto e la sua discendenza avevano costruito la loro immagine. Questo non significa, tuttavia, che si sia trattato di un arbitrio. Proprio perché nel team refrattario ai colpi di testa, l’allontanamento di una figura così chiave fa pensare che in qualche modo la misura fosse colma.

Arrieta non ha seguito la squadra alla Vuelta e già questo poteva far pensare che il suo futuro non passasse più per quei colori, anche se l’esito della corsa spagnola è stato un continuo chiaroscuro, con il secondo posto di Mas e il ritiro di Lopez che in qualche modo ha oscurato il risultato del compagno.

Una minicamera Netflix in ammiraglia ha raccontato le decisioni più controverse di Arrieta, qui con Unzue
Una minicamera Netflix in ammiraglia ha raccontato le decisioni più controverse di Arrieta, qui con Unzue

Proprio nei giorni scorsi, il colombiano ha detto di essere tornato all’Astana perché non aveva la sensazione di essere gradito nella squadra spagnola, mentre un altro pezzo da novanta come Soler ha preso la direzione del UAE Team Emirates. Nella Movistar di cui si diceva sempre un gran bene, non si riesce più a mettere radici…

Da Vila a Piepoli

Di certo l’ultima è stata la peggior stagione della squadra da molti anni a questa parte. Nel frattempo, passaggio che forse ha portato in evidenza le eventuali responsabilità di Arrieta o i suoi limiti, in squadra lo scorso anno è arrivato Patxi Vila come capo dei preparatori. E se inizialmente il suo era un ruolo dietro le quinte, per estrazione e capacità, la sua traiettoria si è incrociata sempre più di frequente con quella del direttore sportivo. Ugualmente su Netflix, le osservazioni del basco sulla seconda ammiraglia in occasione di alcune scelte tattiche parlano ora più di mille parole. Perciò il Team Movistar va avanti con lui, con Garcia Acosta, Pablo Lastras, Max Sciandri e José Luis Jaimereña. Mentre si può finalmente dire che sul fronte della preparazione, nel team spagnolo lavora già da un paio di stagioni Leonardo Piepoli. Il pugliese, che ha da tempo fatto pace e ammenda per il passato e allena fior di corridori, proprio in questi giorni ha partecipato al primo ritiro della squadra.

Facce nuove

Fra i nuovi arrivi, si segnalano quello di Aranburu dall’Astana e di Ivan Sosa dalla Ineos. Torna dopo vent’anni il “dottorino” Josè Ibarguen finora alla Deceuninck-Quick Step, mentre ancora dall’Astana arriva Ivan Velasco, esperto di meccanica, biomeccanica e sviluppo dell’aerodinamica.

Una svolta decisa che parla di equilibrio da ritrovare e della necessità di mettersi al passo con i team concorrenti che da anni hanno puntato sullo sviluppo tecnologico e la continua ricerca della prestazione. A fronte di una Movistar che per anni e anni si è aggrappata alle prestazioni di Valverde e alle classifiche a squadre di grandi Giri: obiettivo certo di prestigio, ma che poco infiamma il pubblico.