Matej Mohoric pensava che tutto stesse andando bene. Il quarto posto della Liegi gli aveva dato la spinta giusta per andare alla Vuelta a giocarsi qualche tappa, invece già nella seconda una caduta l’aveva messo fuori gioco. Aveva raggiunto il traguardo di Lekunberri, uno di quelli che aveva cerchiato di rosso. Erano giorni che ne studiava l’altimetria: gli sarebbe bastato scollinare davanti sull’Alto de Aralar e nella picchiata successiva avrebbe fatto certamente il vuoto. Con mestizia si era diretto al pullman del team Bahrain-McLaren, senza ancora sapere che l’indomani non sarebbe ripartito. Frattura della scapola, questa la diagnosi. Una frattura… educata: nessun intervento richiesto. Solo riposo e pazienza.
Lo abbiamo ritrovato dopo quasi 4 mesi. Di buon umore e con le idee chiare. Matej dà sempre la stessa impressione di tenere tutto sott’occhio e che nulla gli sfugga. Un approccio razionale col mestiere che in apparenza lascia poco spazio per i sogni. Forse è di quelli che all’inizio si è tormentato troppo con la fissazione del peso forma, ma adesso è nel pieno delle forze e nel suo programma campeggiano, giganteschi come sempre, il Giro e il Tour per capitan Landa.
La scapola è a posto?
Sì, dopo l’infortunio ho lavorato con il fisioterapista e abbiamo recuperato abbastanza velocemente. Un mese dopo ero tornato come prima, non avevo più dolori.
Prima della caduta, eri soddisfatto del 2020, per come stava andando?
Sì, per quanto sia stato un anno molto particolare per tutti. Nel 2020 non ho vinto e per questo ero ancora più deluso per quello che mi è successo alla Vuelta. Mi sentivo molto bene, dopo il buon piazzamento alla Liegi ero motivato di andare in Spagna per cercare di vincere una tappa. In generale penso che per me il 2020 sia stato buono, ma nel 2021 vorrei fare un passo in avanti.
Senza la caduta e la frattura, avresti corso una Vuelta da protagonista?
Credo di sì, ero molto motivato e mi sentivo bene. La caduta è stata tutta colpa mia, ero troppo deciso di voler prendere le posizioni avanti in una delle ultime discese ed ho fatto un errore. Credevo davvero di poter vincere quella tappa.
Hai vinto corse a tappe di una settimana e sei andato vicino alla Liegi: hai capito se puoi puntare alle classiche oppure ai Giri?
Forse ho più possibilità di vincere le classiche difficili rispetto alle corse di tappe. Nelle salite lunghe ancora non ho dimostrato di essere tra i migliori, mentre nelle gare di un giorno è diverso. Penso di poter fare bene alla Milano-Sanremo e alla Liegi. Anche la Strade Bianche sarà un obiettivo importante quest’anno.
Puoi raccontare il finale della Liegi? Ti eri accorto che Roglic poteva vincere oppure è stato soltanto un grosso errore di Alaphilippe?
Alla Liegi sono rientrato davanti molto tardi e ho speso tante energie. Avevo anche i crampi. Sapevo che era quasi impossibile competere in volata con i quattro che erano davanti, allora ho cercato di sorprenderli. Sapevo anche che Alaphilippe è molto attento in queste situazioni e non l’ho mai visto perdere l’attimo. Sono partito cercando di sorprenderli. E anche questa volta Julian mi ha visto passare e ha sfruttato la mia scia per lanciare la sua volata. Forse era troppo convinto di essere il più forte e sicuramente non ha visto che Roglic era molto vicino alla sua destra. Ha sbagliato ed il suo errore gli è costato tanto.
Quale sarà il tuo programma 2021?
Gli obiettivi principali saranno Strade Bianche, Milano-Sanremo, Catalunya, Amstel, Liegi. Dopo le classiche mi preparo per il Giro.
E’ cambiato qualcosa nella tua preparazione?
Abbiamo imparato tanto negli scorsi anni. Abbiamo cercato di fare bene e con attenzione tutto ciò che serve e abbiamo cercato di evitare tutte le distrazioni. Negli ultimi due anni spesso sono stato in una buona condizione, ma per mille motivi ogni volta mi è mancato qualcosa per raccogliere una vittoria importante.
Hai corso con Nibali, ora sei con Landa: puoi descrivere le loro differenze come leader?
Sono tutti i due molto tranquilli. Forse Nibali in gara tante volte era bravo ad arrangiarsi da solo quando c’era da andare avanti a prendere posizioni. Landa invece sa sfruttare meglio il lavoro dei compagni. Sono entrambi grandi campioni e ho sempre cercato di imparare da loro, il più possibile.
La Slovenia è davanti a tutte le classifiche: hai voglia di prendere il tuo posto accanto a Pogacar e Roglic?
Loro hanno finito il Tour primo e secondo nella classifica generale, non penso che arrivare terzo sia alla mia portata di mano (ride, ndr).
A quale dei due sei più vicino?
Sono amico di entrambi. Spesso usciamo insieme in bici.
Le Olimpiadi sono un obiettivo?
No, penso che dopo il Giro e il Tour sarò stanco e non sono convinto che fare le Olimpiadi per me sia la scelta giusta in vista dell’ultima parte di stagione.
Quando la prima corsa per te quest’anno?
Il Trofeo Laigueglia, magari ci vediamo là…