Con il Giro d’Italia alle porte, dove sarà al via, e la vittoria alla Milano-Torino, Isaac Del Toro è nuovamente sotto i riflettori. Il messicano del UAE Team Emirates continua a crescere, dimostrando maturità e costanza. Ma quanto queste qualità sono aumentate in lui? E’ un tema che abbiamo voluto approfondire con Joxean Fernand Matxin, tecnico e talent scout della squadra emiratina.
Archiviata questa prima porzione di stagione, ora il messicano correrà il Giro dei Paesi Baschi (7-12 aprile), poi andrà in altura e inizierà il grande lavoro in vista della corsa rosa. E’ tempo non tanto di primi bilanci, che ovviamente sono positivi, ma per fare il punto e capire qual è lo “stato dell’arte” di Del Toro. Lui ad inizio stagione aveva dichiarato: «Per il 2025 sono più ambizioso. Voglio fare meglio e ottenere risultati migliori, il che è qualcosa che arriva con il tempo». Vediamole dunque queste ambizioni e attraverso cosa passeranno.
Joxean, possiamo dire che Del Toro ha fatto un altro step di crescita?
E’ un corridore con tanto talento e tanta classe. Ho piena fiducia che possa diventare, piano piano ma neanche troppo lentamente, un grandissimo atleta. Lo ha già dimostrato vincendo diverse gare l’anno scorso e si è confermato quest’anno conquistando la Milano-Torino.
Avete previsto un percorso di crescita per Del Toro: è in linea con i parametri prefissati?
Sì, assolutamente. Ma non poniamo un focus rigido su numeri o obiettivi specifici. Non lavoriamo con macchine. Vogliamo che la crescita sia graduale, un passo alla volta. Il mio approccio è quello di migliorare ogni anno. I risultati ci sono, ma non ci basiamo solo sulle vittorie. Le prestazioni sono importanti, l’approccio alla vita da corridore (e non solo), le sue reazioni di fronte a tutto questo… e quelle di Isaac sono sempre più corpose.
Parlare di numeri non è facile, ma avete notato dei miglioramenti da quel punto di vista?
Isaac è in fase di miglioramento, anche perché sta completando il suo sviluppo fisico. Nei giovani, ogni giorno può rappresentare un progresso. I buoni corridori eccellono inizialmente su brevi durate come uno o dieci minuti, ma crescendo migliorano anche sui venti o trenta minuti. Isaac sta progredendo in tutti questi aspetti: sia nelle fasi intense e brevi che in quelle più lunghe. Questo ci rende fiduciosi, ma evitiamo di mettergli pressioni o aspettative eccessive.
A livello umano come ti sembra? E’ più maturo rispetto all’anno scorso? Si dice che si sia integrato bene a San Marino.
E’ molto maturato, anche se lo era già. Ha un cuore grande ed è una persona che si lascia voler bene. E’ franco e responsabile: se c’è da aiutare, aiuta. Se c’è da prendersi una responsabilità, lo fa. Lo vedo spesso scherzare, ma quando è il momento di fare sul serio, è sempre pronto. Cuore e talento, e tutto questo si riflette anche in corsa.
Ti aspettavi la sua vittoria alla Milano-Torino?
Non era nei programmi iniziali. Isaac doveva essere competitivo all’inizio della stagione per poi fermarsi in vista del Giro d’Italia, ma un piccolo problema al ginocchio ha cambiato i suoi piani. Alla Milano-Torono il leader doveva essere Jan Christen, ma si è rotto la clavicola, avevamo bisogno di un sostituto. Ma non ci sembrava giusto un sostituto che prima magari avrebbe dovuto aiutare Christen.
E lo avete detto a Del Toro…
Esatto, abbiamo chiesto a Isaac di correre la Milano-Torino e di farlo da leader. Gli abbiamo dato questa chance. Nonostante il calendario intenso, ha colto l’opportunità e ha vinto.
Dopo la Vuelta dell’anno scorso, ora arriva il Giro d’Italia. E’ pronto? Come può aiutare Juan Ayuso?
E’ sicuramente pronto fisicamente. Quella esperienza gli è servita moltissimo. Con Juan ha un rapporto perfetto, c’è grande amicizia e lo stesso vale per Tadej e tutti gli altri della squadra. Isaac è felice in questo ambiente e la squadra lo sostiene con affetto. AL Giro sarà un aiuto importantissimo per Ayuso.
Può già contare sul supporto dei big del team?
Assolutamente. Per esempio, quando vediamo che sta bene e può vincere, può contare sull’aiuto di corridori come Adam Yates. Un anno fa era in una squadra dilettantistica e oggi corre in un team WorldTour, a volte anche da leader. Questo per lui è un sogno e non lo dà mai per scontato.