Non solo Remco Evenepoel manca all’appello in questo inizio di stagione. A non aver ancora attaccato il numero sulla schiena c’è anche Superman, Miguel Angel Lopez. Il piccolo scalatore colombiano infatti, causa Covid, è stato costretto a rivedere i suoi piani. Era atteso in Europa a gennaio per il ritiro con la Movistar e invece ancora non lascia il Sud America.
Verso la consacrazione
Questa doveva essere, e magari lo sarà, la stagione del rilancio definitivo di Lopez. In autunno aveva lasciato l‘Astana per passare alla corte di Eusebio Unzue, quindi alla Movistar. In estate aveva domato le salite del Tour mostrandosi all’altezza dei migliori scalatori al mondo e in alcuni casi il migliore in assoluto. E’ stato lui infatti a portarsi a casa la tappa più dura della Grande Boucle, quella con arrivo sul Col de la Loze.
Poi la caduta terribile nella crono inaugurale di Palermo al Giro che ha posto fine alla sua stagione e infine il Covid. Ma se ti chiamano Superman un motivo ci sarà.
«Io non mi abbatto – dice Lopez – si ho cominciato un po’ tardi per via del Covid. Per ora va bene, sto recuperando poco a poco. Ma non sono preoccupato di iniziare ad aprile. Pensando al Tour de France già altre volte ho cominciato la stagione in quel mese. E’ già successo nel 2017, per esempio, ed è stato un anno abbastanza buono».
Quell’anno però Lopez non corse il Tour ma la Vuelta. Veniva dalla vittoria dell’anno precedente al Giro di Svizzera e quell’ottavo posto in Spagna per lui fu la certezza di poter puntare ai grandi Giri.
«Abbiamo una strada bene definita di gare di avvicinamento tra cui Romandia e Delfinato (esordirà comunque ad aprile, ndr). Sapere che si corre mi rende tranquillo. Il tracciato del Tour è abbastanza duro ed è importante arrivarci freschi e di sicuro ci riusciremo».
Mtb immancabile
Qualcuno ha anche detto che non fosse solo il Covid a rallentare Lopez, ma anche i postumi della caduta del Giro appunto. In realtà quella Lopez l’aveva superata già da tempo, tanto che aveva messo sotto stress il suo fisico persino con l’amata Mtb. Non si era riuscito ad incontrare con il suo “compaesano”, amico e campione del mondo, Leonardo Paez, come fa sempre, ma anche stavolta non aveva rinunciato alle scorribande sulla ruote grasse. Parte integrante del suo inverno.
In ogni caso, lo scalatore di Pesca, nel dipartimento di Boyaca, si è allenato con costanza. E in realtà lui in Europa era venuto. Lo aveva fatto ai primi di gennaio, proprio in vista del ritiro con la squadra e della Clasica de Almeria, ma appunto è stato fermato dal Covid. E tutto sommato non stava neanche male.
Più leader, meno pressione
Però c’è molta attesa sul 27 enne colombiano. Davvero può far bene. Ha tutte le carte in regola e il cambio di casacca genera curiosità. Uno dei motivi per cui ha lasciato l’Astana era la pressione a quanto pare. Tutti pensiamo: ma come lì sarebbe stato leader unico nei grandi Giri, tanto più con Fuglsang che ha detto di voler tornare a puntare alle classiche, e qui invece ci sono altri capitani a cominciare da Mas. Come mai?
«All’Astana facevo sempre il Giro e la Vuelta – ha detto Al Tiempo ad inizio marzo – poi l’anno scorso mi hanno portato al Tour, ma senza pressioni e sono andato bene. Quest’anno ho cambiato team e programma. Finalmente potrò fare il Tour e poi anche laVuelta. Il fatto di essere in più capitani la vedo come una cosa positiva perché in questo modo la pressione può alleggerirsi. All’Astana ero capitano unico e l’intero team lavorava per me. E non sempre è facile».