La nuova dimensione di Wellens, per finire come vuole lui

06.09.2023
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C’era una luce particolare negli occhi di Tim Wellens, mentre ritirava sul podio la maglia di vincitore del Renewi Tour. La luce della rivincita. Alla sua prima stagione alla Uae Emirates, dov’era arrivato non senza clamori, come uomo capace di dare quella spinta in più a un team da sempre ritenuto “Pogacar-dipendente”, il belga aveva sì vinto una gara, ma sembrava non essere più né carne né pesce, quasi schiacciato dalla preponderanza dello sloveno, in cerca di vittoria appena sale su una bici. L’infortunio del Fiandre e il conseguente stop di quasi due mesi e mezzo non hanno agevolato il suo cammino.

Non è stato un anno facile per Wellens e quella vittoria, sulle strade di casa, se l’è goduta nella tranquillità della famiglia. Mentre tramite WhatsApp si parla attraverso migliaia di chilometri di distanza, emerge chiara in sottofondo la voce di suo figlio nato nello scorso inverno, che richiama al caos famigliare che in certi casi è molto più ritemprante della calma piatta.

«Sono arrivato alla gara con tante ambizioni – racconta – ci tenevo a far bene e alla fine tutto ha funzionato perfettamente. Sapevo che molto si giocava nella cronometro dove ho chiuso 2° alle spalle di Tarling, mi ero allenato molto per quel giorno ed è stato davvero un buon inizio. Poi il giorno dopo ho sfruttato la gamba che avevo e solo Teunissen mi ha battuto. Lì ho preso la maglia per non lasciarla più. E’ stata davvero una bella settimana con la squadra, i compagni mi hanno aiutato perfettamente a difendere la maglia di leader e guardo indietro con la grande soddisfazione di aver vinto ancora. E’ un successo che significa molto».

Arrivato alla Uae sull’onda dei successi alla Lotto, il belga ha ridisegnato il suo ruolo
Arrivato alla Uae sull’onda dei successi alla Lotto, il belga ha ridisegnato il suo ruolo

Un cambio completo

Tim sa bene che in questa stagione era guardato col microscopio. 32 anni, considerato un grande interprete per le classiche, molti si attendevano di vederlo più volte sul gradino più alto del podio. Il belga però non si lamenta, è chiaro che questo successo ha spostato un po’ gli equilibri della bilancia delle sue aspirazioni.

«Il mio primo anno all’UAE Team Emirates è stato effettivamente migliore del previsto. Sono stato più di dieci anni nella stessa squadra, che era diventata un po’ una famiglia, quindi avevo un po’ di paura nel cambiare tutto, incontrare nuove persone, trovare nuovi equilibri. L’integrazione però è andata davvero bene, si sono tutti messi a disposizione e io ho fatto lo stesso.

Wellens ha avuto un grande aiuto dalla squadra, correndo da capitano al Renewi Tour
Wellens ha avuto un grande aiuto dalla squadra, qui con Trentin a scortarlo

Il Tour mancato

«Bisogna capire che cambiare tutto a una certa età non è semplice. Io ho dovuto davvero voltar pagina, cambiare anche preparazione e all’inizio avevo molti dubbi. Come avrei reagito ai nuovi allenamenti? Sentivo che alcune volte durante la stagione avevo gambe che non sentivo da molto tempo, quindi ero molto soddisfatto delle mie prestazioni in gara e non stavo tanto a guardare i risultati, sapevo che sarebbero arrivati».

Molti si sono stupiti non vedendolo al Tour de France, pensando che quella fosse una bocciatura: «Non posso negare – dice – che uno dei motivi per cui volevo venire qui era fare un grande Giro con quello che è giustamente ritenuto il migliore del mondo. E penso che sia davvero speciale vincere un grande Giro come compagno di squadra. Con un corridore come Tadej, le possibilità sono alte… Quindi di sicuro sono rimasto molto deluso di non essere riuscito a entrare nella selezione, ma questa è stata una scelta giusta perché il mio livello non era tale da garantire un rendimento all’altezza, gli infortuni della prima parte di stagione avevano influito, ero indietro con la preparazione, quindi è stata una buona decisione. L’anno prossimo spero sicuramente di essere lì in buone condizioni per rendermi molto utile per la squadra».

Wellens al Tour 2022. la sua avventura alla Lotto è durata oltre 10 anni, con molte vittorie
Wellens al Tour 2022. la sua avventura alla Lotto è durata oltre 10 anni, con molte vittorie

Il nuovo ruolo nel team

Una cosa che bisogna riconoscere a Wellens è di essersi saputo mettere in discussione. Alla Lotto Dstny era un leader, alla Uae sapeva che un leader già c’era, un leader assoluto, che vuole e sa vincere in qualsiasi corsa e situazione. Cambiare ruolo che cosa ha comportato?

«Il mio ruolo ora è portare il leader al punto cruciale totalmente davanti al plotone – spiega – in modo che sia pronto senza aver speso energie e so come si fa proprio perché per anni sono stato un leader alla Lotto e qualcuno lo ha fatto per me. Ho avuto molte opportunità nella mia carriera di cui sono molto grato. Grazie a ciò ho potuto vincere molte gare, non avrei mai potuto pensare di vincerne più di 30, quindi sono super felice di quello che ho avuto. Ma ho notato che negli ultimi due, tre anni alla Lotto volevo cambiare.

Il sodalizio con Pogacar ha subito funzionato. Qui il lancio del famoso scatto dello sloveno all’ultima Sanremo
Il sodalizio con Pogacar ha subito funzionato. Qui il lancio del famoso scatto dello sloveno all’ultima Sanremo

I programmi per un dolce tramonto

«Non volevo più avere sempre tutta la pressione sulle spalle, che è bello, ma pesante se non sei al massimo. Volevo fare qualcos’altro, qualcosa con meno pressione sulle spalle e la Uae è ideale per questo perché ha tanti corridori vincenti, anche migliori di me. Ma ciò che è stato molto importante per me è che in alcune gare ho ancora la mia opportunità e non posso lamentarmi, perché vedo che la squadra apprezza gli sforzi che faccio».

Per questo Tim non ha particolari aspirazioni per la prossima stagione, sembra aver trovato la dimensione ideale per il suo finale di carriera, esattamente come voleva disegnarlo: «Quando faccio bene il mio lavoro, la squadra è felice e questo mi dà davvero stimoli anche per la prossima stagione. Siamo una squadra, abbiamo visto che se ognuno s’impegna e svolge il proprio ruolo, i risultati arrivano. Una volta sarà a sostegno di Tadej (beh, magari anche più di una…), un’altra a sostegno di un altro compagno e ci sarà anche la possibilità che in quella gara, in quel dato giorno si lavori per me. Per mantenere alta la motivazione. E comunque un obiettivo per il 2024 ce l’ho: essere parte integrante del team in un grande Giro».