Il giorno di Pello e una dedica speciale per Gino

11.07.2023
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«E’ stato molto difficile – dice Pello Bilbao e si commuove – soprattutto con il Tour così vicino. Ci sono stati momenti in cui non volevo davvero più correre. Soprattutto i tre o quattro giorni successivi alla disgrazia…».

Una pausa, gli occhi lucidi a metà fra il dolore e la gioia per vittoria. Il caldo umido di Issoire fa sì che tutti continuino a grondare di sudore e trovarsi accerchiati da così tanti giornalisti non è certo il modo migliore per prender fiato. Ma ci sono cose da dire, per questo Pello guarda dritto e parla piano.

Dopo l’arrivo, assalito da microfoni e telecamere, Pello ha raccontato la vittoria e si è commosso ancora per Mader
Dopo l’arrivo, assalito da microfoni e telecamere, Pello ha raccontato la vittoria e si è commosso ancora per Mader

L’eredità di Mader

Quando si è tolto il casco, subito prima di consegnarlo al massaggiatore, ha indicato l’hashtag che è diventato la sua regola: #rideforGino (foto di apertura). Fra tutti i corridori al Giro di Svizzera, Pello è quello che ha sofferto di più per la morte del compagno. E’ stato lui uno dei primi a non voler andare avanti e sempre lui si è fatto carico di raccogliere la campagna ambientalista già lanciata da Mader. Donerà un euro per ciascun corridore che si lascerà alle spalle a un’associazione basca, Basoak SOS, che acquista terreni per piantarci alberi.

«Solo a casa ho ribaltato la situazione – prosegue nel racconto – più serenamente con la compagnia della famiglia e di mia figlia. Mi sentivo molto, molto bene sulla bici e ho cercato di convincermi che un’opportunità come questa non si sarebbe presentata mai più, che avrei dovuto sfruttarla al massimo. E ho avuto ragione. E’ stata l’occasione migliore per potergli dedicare la più grande vittoria possibile».

Il Tour ha attraversaro un altopiano verde intorno ai 1.000 metri di quota, dal Puy de Dome a Issoire
Il Tour ha attraversaro un altopiano verde intorno ai 1.000 metri di quota, dal Puy de Dome a Issoire

Un vortice di emozioni

Gli ultimi venti giorni sono stati per il basco un vortice di emozioni pazzesche. La morte di Mader, ma anche il Tour che partiva dalle strade di casa, sulle salite dei Paesi Baschi su cui è diventato corridore assieme all’amico Landa e su cui continua ad allenarsi.

«E’ chiaro che è stato un evento speciale – dice – il più speciale della mia carriera sportiva. Il calore del pubblico si è fatto sentire, la presentazione è stata speciale. La gente parlava del Tour da molto tempo e l’atmosfera era accesa. Per i Paesi Baschi è stato un grande impulso. Soprattutto perché può servire da ispirazione per i ragazzi che possono iniziare a divertirsi con il ciclismo. E’ triste sfogliare i calendari e vedere gare che stanno scomparendo, speriamo che il Tour porti un po’ di forza e capacità per sostenere le corse più piccole e il calendario giovanile di cui spesso ci dimentichiamo, che invece è il modo perché nascano i nuovi corridori».

Krists Neilands ha sferrato due attacchi molto potenti, che alla fine ha pagato. Ma il corridore c’è ed è forte
Krists Neilands ha sferrato due attacchi molto potenti, che alla fine ha pagato. Ma il corridore c’è ed è forte

Sempre a tutto gas

La giornata è stata veloce, torrida e folle. La fuga ha fatto una discreta fatica per partire e dietro la condotta degli squadroni ha abbandonato la logica. Quale il senso del tirare della Alpecin-Deceuninck, quando il vantaggio era già intorno ai tre minuti e si capiva che non sarebbero mai rientrati? E quale il senso dell’allungo in discesa di Van Aert e Van der Poel? La sensazione è che l’autonomia dei supereroi si vada normalizzando col tempo e anche loro se ne stiano rendendo conto.

«Con la squadra – prosegue Pello – abbiamo provato a fare di tutto nei 40 chilometri iniziali. Per un’ora siamo stati in cinque fra i primi venti. Tutti abbiamo provato a evadere. Matej Mohoric, Fred Wright, Mikel Landa e io stesso. Non c’era tanto da ragionare, solo andare ogni volta a tutto gas, finché all’improvviso ho visto che i Jumbo volevano lasciare andare un gruppo e quello era il momento giusto. Tutti erano al limite e io sono andato via con la fuga».

Pello Bilbao non aveva mai vinto al Tour. Ora risale anche in classifica: 5° a 4’34”
Pello Bilbao non aveva mai vinto al Tour. Ora risale anche in classifica: 5° a 4’34”

Il finale perfetto

Hanno dato tutto per restare davanti. Krists Neilands ha dimostrato di essere il più forte di tutti in salita, ma ha consumato molta energia con il suo duplice attacco e alla fine lo hanno ripreso. Il vento soffiava contro e i primi inseguitori dietro hanno capito che la cosa migliore fosse girare regolari. E quando lo hanno preso e sono entrati negli ultimi 3 chilometri, il piano di Pello è scattato alla perfezione.

«Sapevo di essere il più veloce di noi cinque – dice – dovevo solo mantenere la calma e controllare gli altri. Ho chiuso O’Connor e ho inseguito Zimmermann mentre iniziava lo sprint. Negli ultimi 200 metri non ho pensato più a niente e ho dato quel che mi restava. Quando ho tagliato il traguardo, ho buttato via tutto. Tutti sanno perché volevo vincere questa tappa. Per Gino, che era ed è sempre nella mia mente, e alla fine è arrivato il mio momento. Pensavo che non mi avrebbero lasciato andare, perché sono ancora abbastanza vicino in classifica, ma ho colto l’occasione e sono andato davvero a tutta. Sono professionista da 13 anni e finalmente sono riuscito a vincere una tappa del Tour. Questo è incredibilmente speciale. Anche perché l’avevo promesso a un amico che non c’è più».