Tour de France 2025, Parigi, Tim Wellens, Tadej Pogacar, UAE Team Emirates

Il ginocchio di Pogacar, l’auto della Visma e il pericolo scampato

13.11.2025
4 min
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Probabilmente non sarebbe dovuta partire da Wellens. Ma quando il belga si è trovato davanti il giornalista de L’Equipe a Singapore, ha pensato bene di raccontarla tutta, aprendo la porta su due giorni di Pogacar al Tour che finora erano passati sotto silenzio. Tappe 17 e 18, si va verso le Alpi: nei giorni scorsi se ne è parlato in abbondanza, senza però mettere in relazione il giorno di Valence con il successivo.

«Nella tappa di Valence – ha raccontato Wellens (i due sono insieme in apertura) – Tadej mi disse: “Tim, abbiamo un problema, il ginocchio mi fa un male terribile”. Tanto che andò alla macchina del medico per farsi visitare. Dopo la gara andò in ospedale per degli esami, che hanno riscontrato un’infiammazione o qualcosa del genere. Nessuno lo sapeva! Ero convinto che si sarebbe ritirato. Ha sofferto molto. Avevamo dubbi sulla sua capacità di arrivare in fondo».

Valence è il giorno della seconda vittoria di Milan al Tour 2025, tappa nervosa con 1.660 metri di dislivello. Pioggia e freddo. Secondo qualcuno, la ricostruzione di Wellens non tiene conto di un episodio accaduto l’indomani, che invece spiega la tattica attendista dello sloveno sul Col de la Loze e i pochi sorrisi sulla cima.

Caos alla partenza da Vif

Prima dell’atteso traguardo alpino sulla montagna di Courchevel, che nel 2023 era costato a Tadej ogni sogno di gloria, è infatti accaduto qualcosa di insolito. Pogacar è stato vittima di un primo… incontro ravvicinato con la Visma. Eravamo alla partenza da Vif, piccolo comune nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi. I pullman erano stati incolonnati in una strada stretta in cui, fra tifosi, ammiraglie e furgoni, non c’era davvero lo spazio per passare.

E proprio mentre si stava dirigendo verso la partenza, con un taping al ginocchio destro che il giorno prima non c’era, il campione del mondo ha tamponato in modo piuttosto rovinoso un’ammiraglia della Visma Lease a Bike. Tadej è finito col mento sull’auto e sul momento ci ha fatto una risata, mentre meno divertito è parso il suo addetto stampa Zhao Haojang, che pedalava accanto a lui e ha subito un colpo altrettanto secco.

«Ci stavamo dirigendo verso la linea di partenza – ha raccontato Pogacar – e stavamo pedalando dietro a quell’ammiraglia, forse un po’ troppo vicini. E all’improvviso, non so se volesse provare i miei freni e controllare se funzionavano, ha bloccato. Ma io non ero pronto perché davanti non c’era nessuno e infatti non capisco che necessità ci fosse di frenare così all’improvviso. In ogni caso va tutto bene, è andata peggio al mio amico Zhao».

Tour de France 2025, partenza da Vif, incidente di Tadej Pogacar con l'ammiraglia della Visma Lease a Bike (immagini ITV Cycling)
Si parte da Vif, Pogacar a ruota dell’auto Visma. Di colpo la frenata e il tamponamento (immagini ITV Cycling)

L’ attacco sulla Madeleine

In realtà, così raccontano dall’entourage della UAE Emirates, nell’urto Pogacar ha battuto anche il ginocchio destro. I corridori della Visma si sono affrettati a spiegare – soprattutto Vingegaard e Jorgenson – che non è così che avrebbero voluto prendere vantaggio. Sapevano però del problema iniziato a Valence e quel giorno hanno comunque attaccato a fondo sin dalla Madeleine.

Non hanno ottenuto alcun tipo di risultato, in realtà, ma ecco spiegato perché quel giorno Pogacar abbia rinunciato a inseguire O’Connor, sia sembrato seccato con Vingegaard al punto da affiancarlo e guardarlo in faccia e nel finale sia scattato guadagnandogli altro margine. Senza una sola parola sull’accaduto che potesse suonare come una scusa.

Tour de France 2025, Col de la Madeleine, Matteo Jorgenson, Jonas Vingegaard, Tadej Pogacar
Sul Col de la Madeleine si scatena l’attacco della Visma Lease a Bike, anche se piuttosto spuntato
Tour de France 2025, Col de la Madeleine, Matteo Jorgenson, Jonas Vingegaard, Tadej Pogacar
Sul Col de la Madeleine si scatena l’attacco della Visma Lease a Bike, anche se piuttosto spuntato

«E’ stato un sollievo – ha ribadito Wellens – che non si sia arreso in montagna. Tutti si chiedevano perché non attaccasse, noi invece eravamo preoccupati per lui, fisicamente e anche mentalmente. Sono rimasto sorpreso nel leggere che non vedeva l’ora di tornare a casa, perché, tra noi, ci stavamo divertendo molto».

Tutti in attesa del piano della Visma: annunciato, tenuto nascosto, sussurrato e alla fine rimasto nel cassetto. Vingegaard ha spiegato perché pensa che il 2026 potrebbe avere un altro sapore, noi non vediamo l’ora che la giostra ricominci. Senza episodi e stranezze come quelle che vi abbiamo appena raccontato.