C’è tanta Italia oggi sul traguardo della Gand-Wevelgem, anche se purtroppo non abbiamo vinto. A fare festa sono Mads Pedersen da una parte e Lorena Wiebes dall’altra, ma gli azzurri della Lidl-Trek, con l’aggiunta di Matteo Trentin, Chiara Consonni e Maria Giulia Confalonieri, hanno fatto vedere di essere pronti per sedersi a tavola nelle prossime corse del Nord.
Mads Pedersen batte Van der Poel con una volata a sfinimento, piegando il campione del mondo quando erano tutti pronti a darlo per morto, scaricando nei pedali anche la frustrazione per la Sanremo persa malamente. Eppure se Mathieu è arrivato stanco al terzo Kemmelberg è stato perché gli è toccato inseguire a lungo Jonathan Milan, andato in fuga molto presto, ma non per questo da lasciare andare.
E’ la Gand, non più corsa per velocisti, che si è decisa sul solito Kemmelberg e poi in quel tratto infinito fino a Wevelgem in cui tutto rischia ogni volta di rimescolarsi. Non è successo con gli uomini, perché Pedersen e Van der Poel hanno scelto di non giocare. E’ andata così invece per le donne. E’ la Gand di Van Aert, che ha scelto di non esserci e non si capisce il perché. Sarebbe potuta essere anche un bel banco di prova per Ganna, che ha già imboccato la via di Parigi e al Nord quest’anno purtroppo non lo vedremo. E’ la Gand in cui si è capito che in giro c’è tanta Italia che vale.
Strategia Lidl-Trek
Van del Poel ha voglia di menare le mani e lo fa capire subito. E’ suo il primo attacco ai meno 85, doppiato da quello di Milan due chilometri dopo. E’ ancora il forcing dell’iridato sul secondo passaggio del Kemmel a portare vie Pedersen, Milan e Pithie, ma quando il danese al giro successivo capisce di poter affondare il colpo, Van der Poel sente che le gambe non sono quelle spaziali di Harelbeke e si dispone a seguire. Sa che Pedersen non è uno qualunque e forse si preoccupa quando l’altro impedisce che l’andatura cali e lancia la volata lunghissima.
«In realtà avevo poca fiducia – dice Pedersen che ha già vinto la Gand, che nel 2020 si corse in ottobre – e non avevo altra scelta che arrivare al traguardo con Van der Poel. Se ci fossimo attaccati a vicenda, il gruppo ci avrebbe ripreso. Quindi è stata sicuramente una scommessa, per vincere la quale ho dovuto credere nel mio sprint. E’ stato decisivo salvarsi sul Kemmelberg e poi gestire il finale. Ho mantenuto il ritmo alto e mi sono assicurato di non superare il limite. Anche Milan mi ha aiutato molto, attaccando presto. Peccato per Stuyven, che ha bucato in un tratto sterrato».
Van der Poel senza gambe
Il campione del mondo è onesto e non cerca scuse, raramente gli capita di farlo. Ma chissà se stasera, alla luce di quello che dice e rivedendo la sua condotta di gara, si mangerà le mani per le energie buttate sul Kemmel.
«Ho sofferto molto – dice – nell’ultimo passaggio del Kemmelberg stavo quasi per staccarmi, ma per fortuna sono riuscito a tenere. Semplicemente, ha vinto il più forte. Probabilmente avevo nelle gambe la gara di venerdì ad Harelbeke, ma c’era anche Pedersen, quindi questa non è una scusa. Mi sarebbe piaciuto vincere, semplicemente non ho avuto le gambe».
Milan, volata “cecchinata”
Milan ha attaccato e poi ha sbagliato la volata, con una delle sue partenze troppo lunghe. Il quinto posto gli sta stretto. Si è sempre detto che queste siano le sue corse e oggi è la prima volta che ne abbiamo la conferma. Molto più convincente che a Sanremo. Quando lo raggiungiamo è sul pullman della Lidl-Trek, aspettando Pedersen e seguendo il finale delle ragazze.
«E’ andata bene – dice sorridendo – sono contento. Di più, sono molto contento. Dopo la Sanremo ho avuto veramente dei giorni in cui ero tanto stanco. Ho dovuto prendermene un paio per recuperare bene a livello di gambe e solo ieri, dopo l’oretta e mezza che abbiamo fatto con un po’ di lavori, ho sentito che la gamba era buona e mi sono detto: dai proviamo a divertirci! L’attacco è stato improvvisato. Avevamo pianificato di giocarci le nostre carte, però ero tanto lontano dall’arrivo. Insomma, la corsa era ancora in stand by.
«Però penso che alla fine sia andata benissimo. Sono molto contento a livello personale per quello che ho fatto. Però ho “cecchinato” un po’ la volata, sono partito un po’ lungo, che mi capita spesso. Santo cielo, troppo indietro, troppo lungo… Sicuramente dovevo aspettare più tempo, però così è andata. Siamo contenti del risultato e adesso si recupera per le prossime corse e vediamo cosa siamo capaci di fare».
Il podio sfuggito
Gli diciamo che alla fine Van der Poel ci ha lasciato le penne perché in qualche modo lo hanno messo in mezzo, ma Johnny quando c’è stato l’attacco di Pedersen era dietro e non ha visto il campione del mondo ingobbirsi e rispondere senza rilanciare.
«Ah sì? Devo rivedermi il finale – dice – so che quando ha attaccato al secondo passaggio ero lì ed è stato faticoso. Mal di gambe ragazzi, questo è poco ma sicuro, mal di gambe. Diverso dal mal di gambe di Sanremo, perché penso di essermi sentito molto meglio anche a livello di alimentazione e per come mi posizionavo. Sono molto soddisfatto anche per quanto riguarda questo, perché oggi è stato il primo piazzamento che faccio quassù. Mi sarebbe piaciuto portare a casa quel terzo posto: rode un po’, devo dire. Però bisogna vedere l’insieme, la giornata, il risultato finale anche da parte della squadra, da parte di Mads. Però rode un filo, un filo tanto…».
Balsamo, è mancato un soffio
L’attesa del verdetto fra le ragazze è durata un’eternità. Dopo che Lotte Kopecky ha provato a fare la differenza sul Kemmelberg, il gruppo si è nuovamente ricomposto e la volata è diventata un affare fra grossi motori. Ha vinto Lorena Wiebes al sesto assalto, ma non ha dominato come nelle ultime volate, perché Elisa Balsamo ha provato a guastarle la festa ed è arrivata a un soffio dal riuscirci.
«Sicuramente è stata una corsa veramente molto dura – dice Elisa Balsamo – caratterizzata dal vento tutto il giorno, quindi anche da tanto stress. Purtroppo ci è mancato poco. La mia squadra ancora una volta ha fatto un grande lavoro, quindi è sempre difficile accontentarsi di un secondo posto, soprattutto quando davvero è così vicino al primo posto. Però devo dire che comunque sono soddisfatta e si guarda avanti…».
Al sesto assalto
«Questa vittoria – dice Wiebes – è in cima alla mia lista. Ci sono voluti sei anni, ma finalmente è arrivato il mio momento. Ho sentito qualcuno rimontare nello sprint e ho provato a rilanciarmi fino al traguardo. In qualche modo avevo la sensazione di aver vinto, ma non ne ero sicura e così ho preferito non esultare. Sono contenta del lavoro della squadra, ci siamo giocate molto bene la partita».
Kopecky un po’ c’è rimasta male. Voleva rifarsi dopo la sconfitta di Cittiglio e con l’attacco del Kemmel era riuscita a scrollarsi di dosso le velociste, portando con sé la stessa Wiebes.
«Balsamo e Kool non c’erano – dice la campionessa del mondo – sarebbe stato bello arrivare fino al traguardo con quel gruppetto. E’ diverso rispetto a vincere te stesso, ma è comunque una bella sensazione aver potuto aiutare Lorena. Mi sono trovata bene, questa gara si presta anche ad attaccare sui muri. Ho acquisito fiducia qui per il Giro delle Fiandre della prossima settimana».