CESANO MADERNO – Uno scatto secco in una curva che girava a destra e non l’hanno più visto fino al traguardo. Nico Denz porta a casa la sua terza tappa al Giro d’Italia e la prima per la Red Bull-BORA-hansgrohe in questa edizione. Dopo la linea finale quasi non ci crede, sbatte la bici prendendola dalla parte alta del manubrio e digrigna i denti.
Il team austriaco dopo tanti problemi e qualche colpo sfortunato arriva a conquistare ciò che era considerato l’obiettivo minimo quando il gruppo si trovava in Albania. Con il passare dei giorni si era capito che non sarebbe stato semplice. Roglic nell’arrivo di Tagliacozzo si è fatto battere in astuzia e gambe da Ayuso. Ad Asiago è arrivata la fuga ma lo sloveno ha ceduto rimanendo fuori dal gruppo dei migliori.


I leader a casa
In un certo momento si è pensato che il Giro della Red Bull-BORA-hansgrohe si fosse sgretolato nelle fragilità di Roglic e della sfortuna di Hindley. Quando i due capitani designati si sono ritirati è cambiato tutto nella testa di chi era rimasto. Il primo a dare un segnale di questo tipo è stato il giovane Pellizzari, nella stessa tappa in cui Roglic ha alzato bandiera bianca. L’attacco del marchigiano sulla salita di San Valentino ha acceso gli animi dei tifosi ma per una formazione che vuole vincere e ha investito per farlo non basta un terzo posto anche se ambizioso e sorride al futuro.
«Eravamo partiti in questo Giro – racconta con il volto rosso a causa del caldo esploso ieri sulla corsa – con l’idea di vincere con Roglic o Hindley. Quando poi entrambi sono stati costretti al ritiro le cose sono cambiate. Il nostro diesse Christian Pomer mi ha guardato dicendomi che la tappa 18, quella di ieri, sarebbe stata perfetta per le mie caratteristiche. Prima di allora non eravamo focalizzati su una vittoria di tappa».




Cosa hanno voluto dire per voi i ritiri di Hindley e Roglic?
Non si tratta solo di due corridori che tornano a casa, ma anche di sogni che finiscono e di un sacco di lavoro che abbiamo fatto in prima linea che, alla fine, non è servito a nulla. Se decidi di essere triste per questo, allora ti deprimi e non fai nulla. Al contrario, se decidi di lottare, ed è quello che abbiamo fatto e faremo, può succedere qualcosa di bello.
Quanto è importante il successo di ieri per il team?
Tanto. La vittoria di ieri significa che ogni corridore qui è in grado di fare bene e la forza della Red Bull-BORA non si limita solamente a un uomo solo. E’ una caratteristica che siamo stati in grado di dimostrare anche nei giorni scorsi. Non ci siamo mai arresi.
La tua può essere l’unica vittoria per voi.
Forse, ma è arrivata ed era importante reagire dopo giorni difficili. Lo abbiamo fatto bene.


Arrivano due tappe importanti e impegnative, sosterrete Pellizzari?
Chiaro (dice senza nemmeno il tempo di metabolizzare la domanda, ndr). Giulio sta facendo un lavoro fantastico e sì, avrà tutto il supporto che possiamo dargli. Ciò che posso fare io per lui si concentra maggiormente nelle parti iniziali della tappa. Ovviamente cercheremo di dargli lo stesso aiuto che avrebbe avuto Roglic, in modo che possa avere la possibilità di ottenere il miglior risultato possibile.
Ora che obiettivi avrete?
Non abbiamo più obblighi d’ora in poi, abbiamo vinto una tappa. Insomma, possiamo solo divertirci e goderci la gara.