Casa Visma: non è ancora allarme, ma quasi…

08.04.2024
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In un modo o nell’altro, i grandi cicli si somigliano tutti. Per questo quando la settimana scorsa è stato annunciato che Merijn Zeeman, numero uno dei tecnici Visma-Lease a Bike, passerà dal prossimo anno al calcio nelle file dell’Alkmaar, la mente è andata a quando Rod Ellingworth lasciò, sia pure per il solo 2020, il Team Ineos Grenadiers. In un modo o nell’altro quel passaggio di mano segnò l’inizio del ridimensionamento della squadra britannica, che vinse il Giro con Bernal e poi si mise in cerca di una nuova identità. Ellingworth fece in tempo a tornare e poi ad andarsene di nuovo e nel vuoto lasciato libero dagli inglesi si è infilata con prepotenza la squadra olandese di Vingegaard e Van Aert. Il loro ciclo avrà qualche ripercussione per la partenza di Zeeman?

Zeeman, capo dei tecnici della Visma, dal prossimo anno passerà al calcio
Zeeman, capo dei tecnici della Visma, dal prossimo anno passerà al calcio

Due cadute all’unisono

Il primo a saltare giù dalla nave è stato Primoz Roglic. La sua scelta non è legata alla partenza del tecnico, quanto piuttosto alla necessità di avere un proprio spazio al Tour de France. Nonostante ciò, la partenza dello sloveno ha aperto una voragine nell’organico del team che lo scorso anno ha vinto i tre grandi Giri e al momento rischia di non vincerne neanche uno. Chiaramente nel discorso entrano due cadute: quella di Van Aert a Waregem e quella di Vingegaard ai Paesi Baschi.

Già è parsa una forzatura la presenza del belga come uomo di classifica al Giro, ma adesso le incertezze sul suo recupero e quello del danese rendono il quadro ben più confuso. Al punto che la possibilità di Pogacar di fare la doppietta Giro-Tour, che fino a un mese fa sembrava irrealistica, adesso sembra meno remota. Con questi immensi campioni funziona così: se non hanno intorno rivali della loro grandezza, è difficile batterli. Come conferma il dominio di Van der Poel al Fiandre e ancor più alla Roubaix.

Anche Roglic coinvolto nella caduta dei Paesi Baschi, ma per una volta se l’è cavata con poco (foto Instagram)
Anche Roglic coinvolto nella caduta dei Paesi Baschi, ma per una volta se l’è cavata con poco (foto Instagram)

Linea verde per Roubaix

Proprio ieri, complice anche il forfait in extremis di Van Baarle, la presenza della Visma-Lease a Bike nella corsa del pavé è rimasta legata all’entusiasmo dei gemelli Tim e Mick Van Dijke e al talento di Per Strand Hagenes. Solo che quando si è varcato il muro dei 220 chilometri l’entusiasmo è stato scalzato dalla fatica, come è giusto che sia per atleti così giovani.

«Nel contesto dello sviluppo dei talenti – ha spiegato proprio Merijn Zeeman al belga Het Nieuwsblad – volevamo vedere fino a che punto potevano spingersi i nostri tre corridori più giovani. E loro hanno dimostrato di avere una prospettiva per il futuro. Naturalmente ci aspettavamo di più, sicuramente alla Roubaix, che per noi è un po’ più adatta rispetto al Fiandre. L’opening-weekend (vittorie di Tratnik e Van Aert, ndr) e la Dwars door Vlaanderen (vittoria di Jorgenson, ma caduta di Van Aert, ndr) sono state un sollievo per i risultati. Se avessimo avuto tutti i nostri leader lì, avremmo potuto lottare anche per la Roubaix, ma si è imposta la Alpecin-Deceuninck. E Mathieu era addirittura in una classe a parte».

Van Aert è convalescente in Belgio, sul mare di Knokke. Per ora la Visma non rivede i suoi piani (foto Instagram)
Van Aert è convalescente in Belgio, sul mare di Knokke. Per ora la Visma non rivede i suoi piani (foto Instagram)

Van Aert e il Giro

E adesso il gioco si fa spinoso. Manca meno di un mese all’inizio del Giro (4 maggio) e Van Aert si è fatto fotografare ancora fasciato e immobile sul balcone di un centro residenziale sul mare di Knokke. 

«Nove giorni dopo l’intervento chirurgico – ha scritto su Instagram, prima di ringraziare tutti quelli che lo stanno sostenendo – e inizio a sentirmi di nuovo un po’ me stesso. Spero di tornare presto in sella alla mia bici, ma in questo momento il recupero completo delle ferite e delle ossa rotte ha la mia priorità assoluta».

In realtà non è ancora dato di sapere quando potrà riprendere gli allenamenti e questo, in un ciclismo che vive di calcoli millimetrici, è un bel problema. Quel che fa onore alla squadra olandese è voler per ora mantenere fede all’impegno del Giro, che potrebbe in ogni caso diventare un buon rodaggio sulla strada eventuale del Tour. Il recupero per ora procede.

«Si tratta di una combinazione di costole e clavicole rotte – spiega Zeeman – un polmone contuso e una vasta ustione sulla schiena. Le cose stanno migliorando, ma non possiamo ancora dire quando potrà riprendere ad allenarsi sui rulli. Non dico che non possa accadere presto, ma al momento resta da vedere. Non so dire neanche di quanto lavoro avrà bisogno Wout per arrivare bene al via del Giro. Tutto dipende dal punto di partenza, dalla condizione che gli sarà rimasta. Il principio di base è che in corsa dovrà essere al 100 per cento. E’ uno dei nostri leader e non andrà al Giro solo per pedalare: questo è chiaro come il sole. Il tempo è poco, ma speriamo di ottenere informazioni dettagliate sulla situazione di Wout nelle prossime settimane».

Vingegaard ha riportato fratture e un pneumotorace: è ancora in ospedale (immagine Eurosport)
Per Vingegaard fratture e un pneumotorace: è ancora in ospedale (immagine Eurosport)

Vingegaard e il Tour

Il Tour per fortuna è più lontano, anche se neppure le condizioni di Vingegaard sono così tranquillizzanti. Il danese è sparito dai radar, come è giusto che sia, ma il bollettino relativo alla sua caduta è nettamente peggiore rispetto a quello di Van Aert. Per lui si parla di costole e clavicole fratturate, di un polmone contuso e un polmone collassato.

«C’è un po’ più di tempo per Jonas – chiude Zeeman – perché ovviamente punta al Tour. Solo che abbiamo deciso di non mantenere il ritiro in quota di Sierra Nevada che dovrebbe iniziare il 6 maggio. Troveremo un altro avvicinamento. Ogni giorno migliora un po’, ma è ancora in ospedale e questo ovviamente dice abbastanza. Tutto quello che possiamo fare ora è pensare a quanti più scenari possibili. Wout potrebbe non arrivare pronto per il Giro, come Vingegaard potrebbe non essere pronto per il Tour. Speriamo di poter concretizzare tutto questo nelle prossime settimane».