Bettiol sfinito, ma alla fine gli ridevano gli occhi

06.08.2023
4 min
Salva

GLASGOW – Bettiol così stanco non l’abbiamo mai visto. E anche gli altri che passano dopo l’arrivo sembrano superstiti di una tappa di montagna, con le facce nere e le gambe anche peggio, come i distacchi lasciano capire. Il mondiale si è consegnato a Mathieu Van der Poel, ma per una trentina di chilometri il toscano ci ha autorizzati a sperare che l’impossibile fosse a portata di mano.

Trema ancora, dopo essere stato buttato sull’asfalto per qualche minuto eterno. Eppure sotto il velo della fatica c’è incredibilmente un velo di divertimento. Meglio provare a vincere che aspettare, gli chiediamo appena arriva.

«Sì, mi sono divertito – risponde subito – sono emozionato dal lavoro dei miei compagni, della squadra, dei tecnici, dei massaggiatori, i meccanici. Sono fortunato a essere italiano, ci hanno messo nelle condizioni migliori. Io non avevo molte chance di vincere, ho provato a cogliere l’occasione sorprendendo i favoriti. Non bisognava stare nello stesso gruppo di Van Aert, Van der Poel e Pogacar, perciò ho provato ad anticiparli. Mi sono buttato dal burrone e sono caduto. Magari però una volta riusciamo a prendere il volo e a vincere una gara…».

Era questo il bagliore, il sogno che ancora non si è spento nello sguardo. Il senso di averli colti di sorpresa, andandosene anche se nessuno lo seguiva. Si è voltato una, due, tre volte: nessuno. Poi ha puntato il naso davanti, si è abbassato sulla bici ed è andato via da solo.

La caduta di Trentin ha rimescolato tutto?

Io sinceramente l’ho scoperto ora che è caduto, prima non sono riuscito a vedere niente. Guardavo solo avanti, cercavo di capire dove si poteva attaccare, perché comunque è stato un mondiale anomalo. A partire dalla protesta, che ci ha spezzato le gambe a tutti. Tante cadute, tanto stress, tanti rilanci, sono veramente stanco e sfinito.

Non ti abbiamo mai visto conciato così…

Ho veramente dato tutto. Oggi per me era il culmine di un intero anno. Io credevo in questo mondiale, non mi interessava se non era un mondiale adatto a me. Non mi interessava. Io volevo far bene, volevo ripagare il lavoro non solo dei miei compagni, ma di tutti. Di tutte le persone che ci sono dietro, che sono fantastiche e ci rendono orgogliosi. Secondo me abbiamo il miglior staff di tutte le nazionali e io… Io sono contento che vi siate divertiti.

Un salto dal burrone, bella metafora…

Sono molto provato. Avevo forse l’1-2 per cento di chance di riuscirci, ma ho preferito rischiare di vincere che provare a fare un piazzamento. Perché poi sinceramente, arrivare quinto, come pure decimo o undicesimo non mi interessava.

Che testa c’è voluta per continuare dopo che ti hanno preso?

A quel punto, non lo so. Non sapevo quanto avevo davanti, non sapevo quanto avevo dietro. Semplicemente mi son messo lì e ho provato a non pensare a dov’ero. Pensavo solo a finire questo mondiale, che è stato una roba assurda sotto tutti i punti di vista. Un mondiale così non era per me, però sono contento che vi siate divertiti. Ciao ragazzi.

Se ne va dondolando come un soldato ferito, un viandante stanco. Un guerriero, un sognatore che ci ha provato. E così adesso, aspettando Van der Poel subito prima di correre in pista per Ganna, ce ne andiamo anche noi con il senso che in qualche modo ce la siamo giocata.