Allarme Gaudu: preparazione andata storta?

15.06.2023
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Davvero un brutto momento in casa Groupama-FDJ. Se da una parte Madiot ha sacrificato Demare per andare al Tour con un gruppo di scalatori focalizzati sulla rincorsa al podio, dall’altra il leader di questi scalatori – David Gaudu – è uscito dal Delfinato con le ossa rotte. Qualcosa per cui allarmarsi sul serio? Anche Nibali prima dei suoi Tour migliori, incluso quello vinto nel 2014, uscì dalla corsa a tappa francese con più dubbi che certezze, ma in questo caso lo sprofondo è più evidente e crea incertezze, rese più pesanti dal difficile clima psicologico.

«La gente mi ha criticato molto in questi ultimi giorni – ha detto il francese – le critiche passano, non mi interessa. E’ la legge dello sport. Ma sentirmi dare del “figlio di puttana” nei messaggi privati di Twitter è un’altra cosa, sentir insultare i membri della mia famiglia non lo accetto…».

Il Delfinato ha lasciato in Gaudu dubbi e amarezza, che cercherà di smaltire nel ritiro di Tignes
Il Delfinato ha lasciato in Gaudu dubbi e amarezza, che cercherà di smaltire nel ritiro di Tignes

Errori di preparazione?

Se nei giorni scorsi avevamo parlato di Enric Mas e dei suoi problemi di stomaco, dalla squadra francese si esclude che Gaudu possa aver avuto qualche malanno specifico. Per questo il trentesimo posto in classifica (a 25’49” da Vingegaard) e il quasi totale anonimato sono stati un vero schiaffo. Fortunatamente però, pur con qualche allarme e le dovute verifiche da fare, la squadra non si è lasciata prendere dall’isteria. Il rendimento del bretone sin dallo scorso Tour de France è sempre stato di alto livello e il secondo posto alla Parigi-Nizza (fra Pogacar e Vingegaard) hanno spinto la squadra a puntare su un podio finalmente vicino. Ma certo la speranza era di arrivare al via di Bilbao con altri segnali.

«Non ho dubbi – ha dichiarato Gaudu – che la condizione fisica tornerà. Il lavoro a monte che ho fatto sul Teide e che proseguirò a Tignes riguardo alla bici e all’alimentazione ha sempre funzionato, adesso invece no. Il paradosso è che non mi sento stanco, quindi evidentemente abbiamo fatto alcuni piccoli errori in preparazione che nei prossimi giorni dovremo analizzare bene. Sono frustrato dai miei risultati, per questo ho voltato subito la pagina su questo Delfinato».

Il passivo di Gaudu nella crono di Belmont de la Loire è stato di 2’22”, ma peggio è andato sulle salite
Il passivo di Gaudu nella crono di Belmont de la Loire è stato di 2’22”, ma peggio è andato sulle salite

Delfinato amaro

Quel che pesa è l’impatto emotivo di una situazione imprevedibile e inattesa. E’ difficile mandare giù certi bocconi quando per tutto l’anno sei stato e hai parlato da protagonista, assumendoti anche qualche rischio di troppo nel dettare la formazione del Tour. A suo favore depone lo storico: anche lo scorso anno uscì male dal Delfinato (17° a 9’13” da Roglic), ma alla fine ottenne il quarto posto della Grande Boucle, dietro Vingegaard, Pogacar e Thomas.

«Non è la prima volta che vivo un Delfinato complicato – conferma Gaudu – se guardiamo alle due volte in cui sono stato il più forte al Tour de France, nel 2019 e nel 2022, ogni volta qualcosa era andato storto. Devo solo riuscire a mettere le cose in prospettiva. L’obiettivo rimane il Tour de France. Avrei preferito fare meglio, ma questa è la situazione. E non chiedetemi che cosa pensi di Vingegaard. Purtroppo non l’ho visto per tutta la settimana (ride, ndr)».