Per Vincenzo Albanese il passaggio nel WorldTour ha il colore rosso della divisa dell’Arkea-B&B Hotels. La squadra francese ha prelevato il corridore classe 1996 dalla Eolo-Kometa (dall’1 gennaio Polti-Kometa) e lo ha portato tra i grandi. Un cambiamento radicale che ha riguardato anche il suo ex compagno alla corte di Basso e Contador, Lorenzo Fortunato, passato in Astana.
Grande passo
Il mondo al di fuori di una professional è diverso, per certi aspetti lo è tanto, soprattutto se la squadra che ti accoglie di italiano ha solo le bici che utilizza per correre. Ma come sono andate queste prime settimane per Albanese?
«Mi trovo molto bene – ci dice – la squadra mi lascia libero, anzi, parecchio libero. La differenza rispetto a prima si sente e si vede. In prima cosa dal numero di membri dello staff e dalla cura dei dettagli. Per ora sono contento di come sta andando. Ho il chiaro obiettivo di migliorare e di cercare di fare quel passo in più rispetto a prima. Voglio cercare qualche risultato di spessore, in precedenza ci sono andato vicino, ora voglio centrare il bersaglio».
Dall’alto della montagna
Albanese ora si trova a Sierra Nevada, in ritiro per quindici giorni in modo da preparare al meglio l’inizio della stagione (nella foto di apertura durante l’allenamento di oggi).
«Sono qui da solo – racconta – la squadra è in ritiro a Gandia, ma hanno voluto che io andassi in altura. Vogliono che vada forte fin dalle prime gare a Maiorca. Sono arrivato in ritiro domenica 7 e riparto il 22 verso le corse. In altura mi trovo bene, riesco ad allenarmi al meglio e ad avere il tempo giusto per fare tutte le cose».
Team francese
L’Arkea-B&B Hotels è una formazione a grande matrice francese, per Albanese, da sempre abituato a realtà italiane, il cambio potrebbe pesare…
«La differenza si sente – prosegue nel racconto – ma la lingua piano piano la imparo. Basta buttarsi e provare. Poi tra compagni di squadra ci si parla poco perché il tempo insieme è sempre limitato. Abbiamo fatto un ritiro a dicembre e ora sono qui da solo. La cosa importante è capirsi in corsa e lì in qualche modo si riesce sempre a comunicare».
Staff immenso
Il mondo del WorldTour mette in contatto tante persone. Dai corridori allo staff si contano spesso molte figure e trovare l’equilibrio non è sempre facile.
«Abbiamo tutto a disposizione – ci spiega Albanese – ed ogni cosa ha la sua figura responsabile. Bisogna trovare il ritmo ma nello sport non si inventa nulla e a volte bisogna anche avere l’esperienza per capire da soli certe dinamiche. Qui in Arkea siamo tanto seguiti con test e personale che ci guida al meglio.
«Prima mi sono confrontato con i nutrizionisti, ne abbiamo due. Abbiamo trovato una dieta da seguire con indicazioni per ogni parte della stagione. Per quanto riguarda il lavoro in bici è cambiato poco rispetto a prima. La differenza è stata nella cura della palestra, dove ho passato più tempo. Ho fatto un piano di miglioramento che mi permetta di crescere di qualità e non di massa, cosa di cui non ho bisogno».
Tante occasioni
Il calendario è forse il punto di svolta definitivo. Correre nel WorldTour permette di programmare gli impegni alla luce del fatto che si sa dove si correrà e quando.
«Aumentano le occasioni – conclude – Albanese – prima magari ne avevo 15 all’anno ora ne ho 50. La squadra guarda ai punti, come tutte d’altronde, è una dinamica nuova per me. Alle Eolo c’era questa necessità ma non così forte. Proprio alla luce di questo andrò a caccia di punti, è una cosa che la squadra mi ha anticipato subito. Quindi tante corse di un giorno, non escludo che potrei non fare nemmeno un grande Giro. Non è una cosa che mi destabilizza, anzi, mi sento di poter dare di più perché nelle corse di un giorno trovo tante occasioni. Dopo l’esordio in Spagna dovrei correre in Francia e poi in Belgio, avrò modo di testarmi in tante corse diverse e questo mi incuriosisce parecchio. Il fatto che la squadra faccia doppia o tripla attività mi permette anche di poter variare a seconda delle esigenze di ognuno».