MISANO ADRIATICO – E’ stato un weekend di lavoro intenso ed eccitante, reso ancora più frenetico dalla pioggia che ha dimezzato le attività del venerdì, costringendo tutti a comprimere le proprie attività nel tempo rimasto. La settima edizione di Italian Bike Festival, la terza nell’area dell’autodromo dedicato a Marco Simoncelli, ha battuto ancora una volta i suoi record. E se è vero che in apparenza l’affluenza di ieri è parsa leggermente inferiore rispetto a quella del sabato, resta il fatto che gli stand delle aziende sono stati presi d’assalto da un fiume di appassionati. I numeri diffusi dall’organizzazione parlano di 57.000 visitatori, il 7,5% in più rispetto allo scorso anno.
Dai social al nostro salotto
Ci siamo accorti del fermento attraverso gli occhi dei social, che ci hanno invitato e spinto a realizzare un’attività più intensa del solito, per raccontare il tanto che avveniva intorno. Esibizioni. Incontri. Esperienze. Scoperte tecniche. E’ stata una fiera viva, non una semplice esposizione. Una… creatura gigantesca capace di accogliere la curiosità degli appassionati che sin dalle prime ore del mattino si ritrovavano assiepati fuori dai cancelli.
Ci siamo presentati a Misano con lo splendido pullman nero dai divanetti bianchi che sulla fiancata ha visto aggiungersi al logo di bici.PRO anche quello di bici.STYLE. Uno stand bellissimo e originale, costruito in collaborazione con Tresca Trasformer, con Marina Romoli Onlus e con il Caffè Gabelò. Una piccola oasi, in cui sedersi per scambiare opinioni, rivedere amici e campioni e alzare i calici a fine giornata. E proprio con gli occhi degli agonisti e al contempo quelli degli appassionati di uno stile di vita silenzioso e salutare, i nostri giornalisti hanno macinato chilometri e parole per raccogliere il bello di IBF 2024.
Un mercato eterogeneo
«L’Italian Bike Festival – ragiona Alberto Fossati – si conferma un’esposizione di riferimento non solo della bicicletta, ma anche del turismo. E’ un aspetto che riscontro ormai da tre anni. Prima era un evento molto più rivolto al mezzo meccanico e a tutto quello che vi ruota intorno. Ora c’è di più e non mi riferisco solo al cicloturismo, ma anche a quanto i comprensori delle varie regioni e dei vari territori investono proprio verso la bicicletta riconoscendola come un veicolo di promozione. Questo sicuramente è un primo discorso. A IBF si riconosce anche l’interpretazione europea dello sport outdoor per eccellenza.
«Per molte aziende infatti il ciclismo è un banco di prova importantissimo, perché ha tanti utenti di fasce diverse. A partire dall’agonista fino a chi è semplicemente appassionato e pedalicchia per diletto. Si nota una grande crescita di tutto quello che è legato alle cargo bike e le e-bike. Se queste hanno delle radici ormai profonde, le cargo bike invece stanno per arrivare in diverse formulazioni, che permettono diverse scelte e di riflesso diversi utilizzi.
«Quello che invece, a mio parere, forse manca all’Italian Bike Festival è un pizzico di internazionalità che forse meriterebbe, per allargare ulteriormente il parco dei visitatori. Credo che gli investimenti futuri che l’organizzazione dovrebbe prevedere, a mio parere ovviamente, dovrebbero vertere soprattutto sul dare internazionalità all’evento».
Di gravel e pubblico
«Avendo smesso ormai definitivamente di fare gare – spiega Filippo Lorenzon – la mia mente si è aperta e ha recepito tante differenze. Per me prima la bici era quella da strada per correre o la bici da mountain bike da cross country. Invece ho visto tante altre cose, su tutte la grande varietà di gravel e la voglia di provare qualcosa di diverso. Ad esempio, dopo tanti anni, una bici in acciaio con geometrie diverse e con disegni diversi.
«Mi è piaciuta la gente, tanta, che ho visto nei due giorni. Tante donne e tanti bambini e, soprattutto il sabato, un pubblico non solo tecnico. C’erano anche tanti curiosi, però forse dipende anche dal fatto che fossimo in Romagna, dove c’è grande movimento. Una cosa che mi è dispiaciuta? Non aver fatto i test in pista, che sono uno degli aspetti più interessanti di Italian Bike Festival».
La bici tutti i giorni
«Mi è piaciuto il clima di collaborazione – racconta Stefano Masi – che si respirava tra i vari stand. I sorrisi, lo scambio di opinioni, l’intrattenimento. Tutto quello che c’è stato è stato fatto sempre col sorriso, sia con gli utenti, ma anche tra gli stessi addetti ai lavori. Mi ha impressionato in positivo la presenza di tantissime declinazioni della bici, dalla strada al gravel, tantissimo fuoristrada, ma anche molte bici urban, elettriche e cargo.
«Questa diversità mi fa capire e anche sperare che ci sia atto una rivoluzione nel senso di usare sempre più la bici per ogni momento della giornata. Il popolo di Misano mi ha dato proprio l’impressione di voler far diventare la bici il centro dei suoi spostamenti e della sua mobilità».
I bastoni fra le ruote
Italian Bike Festival da una parte è il bello della bicicletta, coniugata e declinata in ogni splendore possibile. Dall’altra però è dover fare i conti con un momento di mercato che nell’estate, al netto di poche eccezioni, ha conosciuto un rallentamento. Tanti vorrebbero spingere sulla bici come mezzo di locomozione ecologico e silenzioso e si ri trovano invece davanti la proposta del Governo di cancellare anche le corsie ciclabili delimitate da una semplice riga di vernice.
La bicicletta, soprattutto quella a pedalata assistita, ha tutti i requisiti di legge per poter essere… affrontata con gli stessi parametri di un’auto o una moto. Può essere finanziata e anche noleggiata a lungo termine, con la possibilità di scaricare le spese del noleggio. Eppure gli incentivi statali continuano a concentrarsi sulle auto e le politiche del traffico tendono a privilegiare le quattro ruote, che uccidono le città e non risparmiano i ciclisti.
Vietato tradire IBF
Servirebbe un cambio di civiltà, che negli stand di Italian Bike Festival è già scattato da un tempo, mentre giusto ieri al Salone dell’Auto di Torino, un pilota ha perso il controllo della sua auto da rally ed è finito tra la folla, provocando 12 feriti. Se non vi è chiara la differenza, forse non siamo abbastanza bravi nello spiegarla, oppure abbiamo di fronte persone che non vogliono ascoltare.
Un’ultima annotazione sulla formula di IBF. La pioggia ha rischiato di renderlo meno felice, ma mai e poi mai scambieremmo la festa di Misano con l’ipotesi che la stessa venga trasferita nei padiglioni coperti e ovattati di una fiera al coperto.
Italian Bike Festival è uno spettacolo di strada, perché il ciclismo è uno sport di strada. Portarlo via dal suo habitat significa perderlo. Lo sanno bene Francesco Ferrario e tutto il suo team: speriamo che resistano alla tentazione di mettere un tetto fra noi e lo splendido cielo del ciclismo.