EDITORIALE / Cinque euro di troppo che spaccano il gruppo

19.02.2024
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A un anno circa dalle prossime elezioni federali, tutto tace. Cordiano Dagnoni va avanti per la sua strada e lo si vede a tutti gli eventi cui un presidente federale è chiamato a partecipare e magari (e anche giustamente) se ne serve per rafforzare la sua candidatura. Sul fronte delle opposizioni c’è solo un gran silenzio. L’unico che ha continuato a parlare, moderno grillo parlante del web, s’è beccato 20 anni di squalifica per non aver pagato una multa di 1.500 euro, che equivalgono all’ergastolo sportivo (*). Altri per un motivo o per l’altro (a volte anche legittimo) sono stati disinnescati.

La Aspiratori Otelli Alchem CWC farà correre esordienti, allievi e juniores: è fra i team più attivi
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La tassa di iscrizione

Sui social qualche segno di malumore serpeggia, soprattutto per l’introduzione di regole senza il coinvolgimento delle parti interessate. C’è da un lato il cambiamento relativo alle visite di idoneità dei corridori stranieri. Tuttavia quella di cui si discute di più è relativa alla tassa di iscrizione per le corse regionali.

Cinque euro per corridore, come sostegno per gli organizzatori. In una gara regionale con 180 partenti, si tratterebbe di circa 900 euro per l’organizzatore della corsa: serviranno a cambiare il bilancio della sua gestione? E serviranno per sanare il movimento giovanile in Italia?

Vedendola infatti dal punto di vista delle grandi società giovanili che hanno le categorie dagli esordienti agli juniores, l’esborso potrebbe essere critico. La decisione è stata presa nelle ultime settimane e comunicata a metà febbraio, quindi a poche settimane dall’inizio della stagione: l’unico sistema probabilmente è adeguarsi. A quanto risulta, parecchi comitati regionali l’avrebbero rigettata, ma la regola rimane.

La sensazione, del tutto ipotetica, è che si stia cercando di portare sulla strada le abitudini tipiche della mountain bike (settore sempre più importante in ambito federale), dove l’iscrizione effettivamente si paga.

Al Sud poche gare e ancor meno soldi: i 5 euro saranno un vantaggio per qualcuno? (foto Team Nial Nizzoli Almo)
Al Sud poche gare e ancor meno soldi: i 5 euro saranno un vantaggio per qualcuno? (foto Team Nial Nizzoli Almo)

Lo sport gratuito

Imporla oppure no è facoltativo, discutere con le parti prima di varare una riforma dovrebbe essere la base. Anche l’UCI ha sempre avuto il vizietto di riscrivere il regolamento tecnico senza sentire aziende e corridori. Ora però ha capito la necessità del confronto e adesso prima di deliberare fa i suoi passaggi. L’anno prima per l’anno dopo: basta leggere quello che ci ha spiegato nei giorni scorsi Claudio Marra.

Per i cinque euro non è successo o almeno pare. Se infatti le parti sono state invitate e non si sono presentate, allora il discorso decade. Quelli che abbiamo sentito, dicono di averlo scoperto dalle varie delibere e di non averne saputo nulla in precedenza. Il discorso alla fine verte più sul modo che sul merito.

Intendiamoci: chiunque abbia figli che praticano sport anche a livello agonistico è ben consapevole dei costi che deve sostenere. Per l’attrezzatura, le trasferte e le quote mensili. Il ciclismo è l’unico sport in cui ancora non si paga, salvo in certi casi per essere professionisti, ma quella è una deviazione su cui nessuno ha mai voluto vederci chiaro. Non si commette peccato se si vuole che il ciclismo si allinei al resto dello sport, ma trattandosi di una rivoluzione copernicana, indire un tavolo di lavoro fra tutte le parti sarebbe davvero il minimo.

La Coppa d’Oro ha dichiarato di non voler far pagare tasse di iscrizione (foto Mosna)
La Coppa d’Oro ha dichiarato di non voler far pagare tasse di iscrizione (foto Mosna)

I costi fissi

Una società di juniores che debba pagare 5 euro per corridore in ogni gara regionale, si ritrova a spendere non meno di 2.000 euro all’anno. Considerando che alle corse non ci sono quasi più rimborsi per vitto e alloggio, salvo qualche gara particolarmente importante, alla fine dell’anno i soldi da spendere per trasferte e attività si aggirano attorno ai 7-8.00 euro. Poi ci sono i 40 euro per la tessera federale. Quindi le biciclette, che ormai quasi tutti comprano e sono botte da 40-60.000 euro. Gli integratori, gli pneumatici di scorta, l’abbigliamento aggiuntivo per altri 5.000 euro. La differenza si fa spesso con le conoscenze che ti permettono di risparmiare su qualche voce, tipo il casco e gli occhiali che di solito si trovano in amicizia. Aggiungiamo al mazzo anche i costi di un’assicurazione integrativa, dato che quella federale non è fra le più brillanti (probabilmente anche in rapporto ai costi).

Insomma, le spese crescono e i budget si riducono. A volte ci sembra di infierire quando invochiamo le squadre perché vadano all’estero per fare attività internazionale. Sono attività che costano e la FCI lo sa bene, dato che i costi di gestione delle nazionali e la preparazione olimpica sono una bella gatta da pelare. Se ad essi si aggiunge il consistente esborso per la produzione televisiva del Giro d’Italia Donne, si ha la conferma che far quadrare i conti sia impegnativo in ogni ambito e che il segno meno sia una presenza possibile. Se è così lassù in cima, è facile comprendere la preoccupazione di chi in questi anni lavora per far quadrare i conti delle società di base.

(*) Andrea Fin aveva ricevuto un’inibizione di 3 mesi e la sanzione pecuniaria: non avendola pagata, è scattata la sospensione più lunga, che si interromperà nel momento in cui regolarizzerà la sua posizione amministrativa.