Filippo Turconi è uno dei volti giovani di un ciclismo italiano che cresce e matura sulle nostre strade. Il corridore lombardo, 18 anni ancora da compiere, in forza alla Bustese Olonia, ha raccolto nell’ultimo periodo degli ottimi risultati. Tre successi stagionali, tutti di peso: GP Città di Cantù e Gp Liberazione di Massa, entrambi ad aprile. Nel mese di maggio, invece, è arrivata la Piccola Tre Valli Varesine.
Percorsi duri
Turconi risponde al telefono mentre sta studiando italiano, alla fine della scuola manca sempre meno. In più, come ci racconta, tra qualche giorno inizierà l’alternanza scuola-lavoro e il tempo a disposizione per le ultime interrogazioni sarà ancora meno. Filippo è al quarto anno di Ambiente, Costruzione e Territorio (ex geometri).
«Alla fine della scuola – racconta – manca una settimana praticamente. Dovremmo finire l’8 giugno, ma le ultime tre settimane sarò a fare il progetto di alternanza scuola-lavoro. Le prime due settimane le farò in un ufficio a Gallarate, mentre l’ultima in una scuola edile a Varese. Tra tutte le materie, le mie preferite sono quelle di indirizzo: mi piacciono progettazione e topografia. Nell’ultima andiamo spesso a fare dei rilevamenti in un parco vicino alla scuola, è molto interessante. Se non dovesse andare bene con il ciclismo, mi piacerebbe lavorare in questo campo».
Tre successi
Il ciclismo invece per il momento va bene e non poco. Il corridore della Bustese Olonia vince e impara, ma senza stress. Vive la bici ancora come una passione e non come qualcosa di più, anche se intorno a lui si è già acceso l’interesse di alcune squadre professionistiche. L’amore verso le due ruote nelle sue parole è evidente…
«La stagione è iniziata bene – dice con voce allegra – nei primi mesi ho ottenuto dei buoni piazzamenti che mi hanno dato fiducia. La prima vittoria è stata quella di Cantù, vicino all’arrivo c’era uno strappo ed ho giocato d’anticipo. Al GP Liberazione di Massa ci tenevo a far bene, la gara mi era piaciuta anche lo scorso anno. Il percorso è uno dei miei preferiti: duro e selettivo. Nel finale siamo arrivati in un gruppetto di tre, nel quale c’eravamo io ed un mio compagno di squadra. Ho attaccato ed abbiamo fatto il buco, così sono riuscito a vincere. L’ultimo successo è quello della Piccola Tre Valli Varesine, gara importante perché è quella di casa, correvo per vincere. Sulla salita finale mi sono buttato sui fuggitivi e li ho raggiunti, a 300 metri dall’arrivo ho lanciato la volata ed ho anticipato il gruppo di un soffio».
La Bustese Olonia
Turconi è cresciuto nella Bustese Olonia, sia ciclisticamente che umanamente, una certezza per lui. I rapporti umani valgono tanto, soprattutto quando si deve crescere e maturare, in bici come nella vita.
«Sono alla Bustese Olonia da quando corro negli esordienti – spiega Turconi – mi trovo benissimo. E’ la squadra della mia città, da quando sono qui non sono mai andato via e non mi è passato nemmeno per la mente. Le persone che ci seguono, come Della Vedova, lo fanno con passione. Il rapporto con lui è bellissimo, ci sentiamo spesso, anche al di fuori dell’ambito ciclistico. Quello che c’è alla Bustese è un modo davvero bello di vivere il ciclismo, spesso capita che dopo la gara ci troviamo a mangiare una torta tutti insieme. Anche le trasferte hanno un sapore diverso, quando dormiamo fuori capita di stare tutto il tempo nella camera di qualcuno a parlare per ore. E’ anche il vantaggio di avere compagni che conosco da tantissimo tempo, alcuni di loro li ho accanto da quando ero G4».
«Il giorno che ci alleniamo insieme – continua – è il mercoledì, tra i vari impegni scolastici è quello più comodo per tutti. Ci troviamo ad una ventina di chilometri da casa mia e facciamo distanza, solitamente ci segue anche l’ammiraglia».
Nazionale e tempo libero
Il classe 2005 ha già avuto modo di indossare i colori azzurri, assaporando l’emozione di vestire la maglia della propria Nazione.
«Ho gareggiato alla Corsa della Pace – dice – una decina di giorni fa. Erano cinque tappe e a me le gare di più giorni piacciono, peccato che in Italia non ce ne siano molte però. Correre all’estero ti mette alla prova, ti confronti con ragazzi davvero forti dei quali hai già sentito parlare. In queste corse si parte forte fin da subito, i corridori non hanno paura di attaccare e si vede che alcuni di loro sono abituati a fare sforzi prolungati e ravvicinati. Cosa che puoi imparare a fare solo nelle gare a tappe. Vestire la maglia della nazionale è una cosa bellissima, è diverso dalle gare normali. Guardarsi allo specchio con la divisa azzurra fa strano, di solito indossi quella della società di appartenenza, è una bella soddisfazione».
Filippo ha ancora 17 anni, la maggiore età arriverà ad ottobre, il lombardo si gode ancora la gioventù. E come ogni coetaneo cerca di fare nel tempo libero ciò che lo appassiona.
«Devo ammettere – replica – che durante la stagione non ho molto tempo libero. Tra scuola, allenamenti e gare, fatico a trovare dei momenti in cui non ho nulla fare. Però d’estate, con lo studio alle spalle, mi piace godermi la bici per quello che è. Spesso faccio dei giri con la mountain bike, vado a salutare i nonni oppure pedalo con mio fratello o mio cugino. Entrambi hanno un paio d’anni in meno di me. Mio fratello va anche lui in bici, sempre alla Bustese Olonia: è la squadra di famiglia (conclude con una risata, ndr)».