Gli juniores rappresentano una categoria di transizione che vede l’alternarsi di nomi e risultati. Quando però emerge un nome in grado di vincere due tricolori consecutivi nel ciclocross e molteplici corse su strada, è bene farsi un piccolo appunto sul taccuino. I tempi però non devono essere affrettati, Samuele Scappini compirà diciotto anni il 24 aprile e quando ci risponde ha appena chiuso il libro di scuola su cui stava studiando. Entriamo così in punta di piedi a conoscere l’umbro, talento emergente del Team Fortebraccio.


Sei appena tornato dalla tua prima convocazione ad un mondiale. Che esperienza è stata?
Essere stato convocato in nazionale è stato bellissimo. E’ stata la mia prima volta. Ero partito per fare bene. Però ci sono stati degli inconvenienti che non mi hanno permesso di esprimermi al meglio.
Di che tipo?
Quindici minuti prima del via ho fatto una partenza da fermo e mi sono trovato con il manubrio in mano. Con il carbonio squarciato. Ho dovuto quindi cambiare bicicletta.
E l’altro inconveniente?
Dopo la partenza a 300 metri dal via c’è stata una caduta e sono rimasto coinvolto. Sono ripartito ma la gara era già compromessa. Una serie di avvenimenti che mi hanno fatto perdere concentrazione e lucidità e ho chiuso solo 45°.


Un mondiale sfortunato possiamo dire. La tua stagione cross vanta però 12 vittorie tra cui il secondo titolo tricolore consecutivo…
Ero dato favorito da tutti. Sono rimasto con i piedi per terra con quella maglia, che nella mia testa volevo riconquistare e confermare. Così è stato.
Portaci a quel giorno…
Le gambe le avevo e la concentrazione era al massimo. Le prime curve le ho affrontate bene guadagnando subito 20 metri. Poi pian piano ho incrementato il vantaggio e sono arrivato al traguardo con 40 secondi.
La tua categoria è stata criticata per l’impegno nelle trasferte in maglia azzurra. Che cosa hai percepito da dentro?
In nazionale mi sono sempre trovato bene. Io vado d’accordo con tutti, non mi arrabbio facilmente. Dobbiamo lavorare e seguire quello che ci dicono.


Veniamo alla strada. Ti stai già preparando?
Da domani parto con la preparazione per partire al meglio con la stagione. Il mio obiettivo è quello di diventare uno stradista. Per farlo devo vincere le gare e so che non sarà facile.
Oltre a cross e strada, gareggi anche in pista?
Sì assolutamente. Con le mie caratteristiche penso di poterla portare avanti e sento che mi tornerà utile.
Quale specialità ti piace di più?
Mi piace molto il chilometro da fermo. Sono esplosivo e sento di poter far bene.
Stai scoprendo le tue potenzialità, che tipo di corridore sei?
Se c’è un arrivo in salita, diciamo che non sono il favorito, ma me la gioco. Non sono uno scalatore. Se si arriva con un gruppetto ristretto posso dire la mia. Io mi sento velocista da pianura e mi piacciono molto anche gli arrivi in leggera salita dove c’è da spingere.


Quando partirà la tua stagione?
Le prime gare saranno a inizio marzo, ma non abbiamo ancora stilato un calendario. Parto con la preparazione poi si vedrà.
TI sei prefissato degli obiettivi?
Spero di fare bene al campionato italiano perché sarebbe la ciliegina sulla torta per la categoria juniores. Due tricolori ciclocross e uno su strada sarebbe il massimo. I miei due sogni per il 2023 sono andare al mondiale e all’europeo.
Se per strada e ciclocross gli obiettivi sono tricolori, per la pista?
Non sento di avere particolari aspirazioni. A livello nazionale sento di poter dire la mia, poi tutto quello che viene è guadagnato.