L’Italia scopre Stenico: che sia il nostro Pidcock?

16.05.2024
7 min
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In una settimana, Mattia Stenico ha cavalcato l’onda della popolarità colpendo la fantasia degli appassionati. Al sabato, vittoria a Nervesa della Battaglia (TV) nella tappa degli Internazionali d’Italia Series di mtb (foto di apertura Billiani). Domenica, clamoroso centro a Casale Litta (VA) nella Piccola Tre Valli Varesine su strada. Venerdì successivo, addirittura l’oro europeo nel Team Relay con gli azzurri in Romania, ancora con la mtb. Risultati da campione della polivalenza, risultati che fanno sognare.

La forza del ragazzo trentino, al secondo anno junior, è proprio questa capacità di passare indifferentemente da una disciplina all’altra.

«E fino allo scorso anno c’era anche il ciclocross – afferma Stenico – ma poi abbiamo deciso di comune accordo con il mio preparatore Paolo Alberati che era insostenibile. Ho affrontato solo qualche gara a inizio stagione per poi concentrarmi sulle altre due discipline».

La vittoria alla Piccola Tre Valli, beffando D’Alessandro e Travella (foto Bergamonews)
La vittoria alla Piccola Tre Valli, beffando D’Alessandro e Travella (foto Bergamonews)
La tua passione da dove nasce?

Dalla mia famiglia, sin da quand’ero piccolo si andava in montagna, con gli sci d’inverno e le bici d’estate. All’inizio mi piaceva, ma non per l’agonismo, per quello preferivo il calcio e avrei voluto dedicarmi alle moto, ma i costi erano troppo alti. Un giorno mio padre ha letto un annuncio della Polisportiva Oltrefersina per richiamare ragazzi, mi ha portato e mi sono trovato subito bene, ho fatto le prime gare in mtb e andavo forte, così ho continuato.

Dalle tue parti comanda la mountain bike?

Non tanto, anzi se devo dire la maggior parte dei ragazzi è legata alla strada anche per i trascorsi ciclistici della regione. Io abito a un chilometro da Francesco Moser, inoltre nella mia classe c’è il figlio di Gilberto Simoni. E’ più in Alto Adige che regnano le ruote grasse… Io comunque ho iniziato a gareggiare su strada solo da allievo 2° anno, sempre su invito di Alberati.

Con Martinoli, Teocchi, Corvi, Avondetto e Siffredi, il team oro europeo di mtb (foto Fci)
Con Avondetto e Siffredi, la parte maschile del team oro europeo di mtb (foto Fci)
In una settimana da buon prospetto sei diventato addirittura l’uomo dell’oro europeo, com’è stata questa scalata?

Sapevo di avere una buona gamba, ma il cittì Celestino mi ha dato la convocazione per la staffetta quand’eravamo già sull’aereo per la Romania. In gara speravo che si potesse arrivare alla medaglia, ma vedevo i compagni che stavano davvero facendo meraviglie e Valentina Corvi mi ha passato il testimone per primo con un leggero vantaggio. Quando il campione nazionale francese Carod mi ha raggiunto (un elite, ndr) tutti pensavano che dovessi cedere.

Invece?

Quando gareggio non sono abituato a pensare troppo, seguo l’istinto. Vedevo che in salita lo staccavo ma lui era più bravo in discesa, così sull’ultima rampa ho dato tutto e sono riuscito ad andar via. I compagni erano impazziti…

L’esordio del trentino è stato in maglia Oltrefersina, dove ha imparato tanto (foto team)
L’esordio del trentino è stato in maglia Oltrefersina, dove ha imparato tanto (foto team)
Come fai a conciliare le due discipline al punto di gareggiare in entrambe nello spazio di 24 ore?

Mi favorisce il fatto che la gara di mtb è al sabato. Io mi alleno quasi sempre su strada e vado sulla mountain bike solo il giorno di vigilia per provare il tracciato. Alla domenica le gare vedono quasi sempre una prima parte tranquilla, così ho tempo per riadattarmi, ci si gioca tutto nell’ultima ora. Inoltre mi favorisce il fatto che ho un recupero veloce, l’ho visto anche nelle corse a tappe.

Che tipo di stradista sei?

Un polivalente, magari non velocissimo in volata, ma che tiene il fuorigiri dai 5 ai 20 minuti, anche in salite regolari. Ad esempio mi piace molto la gara di San Vendemiano, con tanti strappi, riesco a ripetere lo sforzo con la stessa intensità. Comunque, ad essere sincero non ho capito ancora che corridore sono…

Stenico è il primo biker ad essere approdato nel Team Giorgi. Un acquisto molto apprezzato
Stenico è il primo biker ad essere approdato nel Team Giorgi. Un acquisto molto apprezzato
Com’è stata la vittoria alla Piccola Tre Valli?

Diciamo che un successo su strada era un po’ un pallino fisso per tutto lo staff. Fondriest mi aveva detto che era una gara buona, ma che dovevo rimanere tranquillo e nel caso lavorare per la squadra. Sono entrato nella fuga dove c’erano tutti team forti, all’ultimo giro è entrato Andreaus e sapevo che sull’ultima salita avrebbe provato il colpo. Gli sono rimasto attaccato e sull’ultimo strappo ho guadagnato la manciata di secondi utile per vincere.

Hai mantenuto i contatti con la Oltrefersina? Anche se non vesti più la maglia loro sappiamo che c’è tuo fratello Mattia e che ti seguono come se fossi ancora del gruppo…

Non è una squadra, ma una vera famiglia, il suo presidente Paolo Alverà mi segue costantemente, si è anche interessato per farmi avere la bici Olympia che uso abitualmente. Ho imparato quasi tutto lì, a cominciare dalla guida. Ricordo che in discesa ero negato e con pazienza si è messo lì a spiegarmi, a indirizzarmi. Io poi sono uno metodico, bastava una cosa fuori posto e andavo nel pallone, mi hanno insegnato a prendere tutto un po’ più alla leggera. Forse il vero segreto è questo…

Alberati segue la preparazione di Stenico per il 3° anno, con idee innovative
Alberati segue la preparazione di Stenico per il 3° anno, con idee innovative

Parola ad Alberati

Nelle sue risposte, Stenico chiama spesso in causa Alberati e il tecnico umbro effettivamente ha avuto un peso fondamentale nella sua evoluzione: «Io ho cominciato a seguirlo dal secondo anno fra gli allievi. Era già forte, aveva vinto il titolo italiano, ho visto che aveva valori straordinari, a quel punto bisognava fare una scelta importante, così gli ho detto di fare un passo indietro…».

In che senso?

I risultati da allievo non devono trarre in inganno, bisogna guardare più in là. Gli ho detto che per un po’ avrebbe dovuto allenarsi meno, ambientarsi, prendere confidenza senza chiedere troppo a se stesso. Poi ci si è messo anche il Covid che ha avuto lunghi strascichi, insomma al primo anno junior non spiccava. Ma io conoscevo il suo valore, così gli ho detto di mollare presto il ciclocross per preparare al meglio il 2024. Era una scelta, io sono un propugnatore della multidisciplina, ma dovevamo fare un investimento. Ora ne godiamo i frutti.

Su strada Mattia aveva già sfiorato il podio al GP Liberazione di Massa
Su strada Mattia aveva già sfiorato il podio al GP Liberazione di Massa
Come fa a emergere in entrambe le discipline a così breve distanza di tempo?

Ci sono più ragioni. Una è il talento innato che viene dal patrimonio genetico trasmesso dai genitori. Un altro è la sua capacità di lavorare su alcuni aspetti, come la flessibilità articolare o le catene cinetiche, considerando che le pedalate sono diverse per ampiezza e ritmo. Molto però influisce anche la preparazione che è stata mirata per questo, avvicinandolo agli standard europei e quindi staccandoci un po’ dalle modalità di qui.

Spiegaci come…

Ne parlavo anche con Salvoldi, noi in Italia abbiamo la scuola che fino a giugno occupa spazio e quindi i nostri ragazzi hanno meno tempo per allenarsi. Se d’inverno esci da scuola alle 14 e alle 16 comincia a far buio, quanto puoi allenarti? Io allora ho chiesto alla famiglia di Stenico, ma anche di altri ragazzi, un investimento: se i ragazzi hanno un buon rendimento scolastico, sono disposti a saltare due giovedì al mese e passare la mattinata ad allenarsi? Gli effetti si vedono, c’è maggiore uniformità con quanto fanno negli altri Paesi dove infatti si allenano ore in più. In questo modo, con ore a disposizione si può fare molto volume a bassa intensità sviluppando più mitocondri nella muscolatura e facendo poi un 20 per cento di lavoro in fuorigiri. Sono sessioni che stanno facendo la differenza.

Una stagione finora trionfale in mtb, con vittorie all’Italia Bike Cup e agli Internazionali
Una stagione finora trionfale in mtb, con vittorie all’Italia Bike Cup e agli Internazionali
Ora si staglia all’orizzonte il cambio di categoria…

Dopo la vittoria europea iniziano a farsi sentire anche i devo team, oltre alle squadre italiane. Nella scelta peserà la disponibilità a garantire a Mattia la possibilità di fare la doppia attività senza dover scegliere. Io dico che ha grandi possibilità, se lo lasciamo tranquillo…