Juniores, 7 giorni al via: con Scinto sul percorso del GP Baronti

26.02.2024
7 min
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SAN BARONTO – Ancora una settimana e domenica prossima scatterà anche la stagione dell’ultima categoria internazionale. Dopo i professionisti e gli under 23 infatti è la volta degli juniores. Partiranno dalla Toscana, più precisamente da Cerbaia di Lamporecchio, Pistoia, con il Gran Premio Giuliano Baronti.

Qui siamo in uno dei cuori ciclistici della regione. E il GP Baronti è dedicato ad un super appassionato di ciclismo, appunto Giuliano Baronti, scomparso nell’agosto del 2022, noto nel mondo del pedale come Neri Sottoli. Per anni ha sponsorizzato, e lo fa ancora, diverse squadre anche professionistiche.

Una foto al monumento dei ciclisti davanti a San Baronto. Qui, Scinto con due suoi ragazzi, Pavi Dell’Innocenti e Buti
Una foto al monumento dei ciclisti davanti a San Baronto. Qui, Scinto con due suoi ragazzi, Pavi Dell’Innocenti e Buti

Baronti nel cuore

Ad organizzare la gara è il Team Franco Ballerini, guidato da Luca Scinto. Siamo a Lamporecchio e questo era il “confine” tra Visconti, a San Baronto, e Nibali, a Mastromarco.

«L’idea di fare una corsa – racconta Scinto – già c’era, poi dopo la morte di Giuliano, i figli Alessio e Stefano volevano in qualche modo continuare l’opera del padre. A quel punto sono stato io a proporre una corsa di più alto livello, una corsa nazionale. E infatti il prossimo 3 marzo è da qui che si aprirà la stagione della categoria juniores».

Insomma, una piccola storia di passione ciclistica. Di rinascita, di tradizioni che vanno avanti.

«Vengono i team più importanti. Ci sono 198 iscritti. Non faremo pagare la tassa dei 5 euro, anche se va detto che questa norma non vale per le corse nazionali, ma non l’avremmo fatta pagare ugualmente. Potranno mangiare sia i ragazzi che gli accompagnatori. In più abbiamo previsto una sintesi su Radio Corsa, la trasmissione di Rai Sport del giovedì».

Tredici giri più uno

Proprio con Luca Scinto e due dei suoi ragazzi, siamo andati alla scoperta del percorso. Si tratta di un tracciato equilibrato. Non duro, ma che non regala nulla. In tutto 121 chilometri, in linea con gli standard attuali della categoria. E’ prevalentemente pianeggiante, poi nel finale si affronta una salita di 4 chilometri, prima di planare di nuovo su Cerbaia di Lamporecchio. 

«La salita l’abbiamo inserita nel finale – va avanti Scinto – così che tutti i ragazzi possano finire la corsa, mettere chilometri giusti nelle gambe. E prendere fiducia. A quel punto poi anche se si staccheranno, potranno di passo andare al traguardo che, ricordo, così come la partenza, è davanti la sede di Neri Sottoli».

Il GP Giuliano Baronti si articola su 14 giri in totale: 13 in pianura, lungo un anello di 8 chilometri, e uno di 17 chilometri che comprende anche la scalata e la discesa.

L’anello in basso è pianeggiante. Non è assolutamente difficile, ma è sempre ondulato. Le strade sono ampie, l’asfalto buono e le curve non sono affatto pericolose. Ce n’è solo una che è più secca e più stretta. Si tratta di una svolta a destra nella quale si arriverà abbastanza veloci, dopo un rettilineo. Ma nulla di pericoloso. E poi dopo la prima tornata i ragazzi l’avranno memorizzata.

Salita a San Baronto

Ma se l’anello in basso non riserva grosse peculiarità tecniche, per quello finale il discorso cambia.

«Per la salita – spiega Scinto – abbiamo scelto il versante di San Baronto noto come il Frantoio, che si attacca da località Centocampi e passa per San Giugnano».

Dalla curva (a sinistra) di Centocampi alla vetta ci sono 4,4 chilometri. Le prime centinaia di metri sono in falsopiano, praticamente pianura. Terminato il falsopiano, si passa man mano al 4, 5, 6 e 7 per cento. E per un po’ resta così.

A circa metà scalata, all’uscita da un tratto boscoso, ecco la zona dei tornanti. Sono tre in successione ravvicinati. Carreggiata stretta e pendenza del 12 per cento. Questo tratto misura più o meno 500 metri. 

Degli uliveti annunciano la fine del tratto duro. Poi la pendenza crolla, fino a diventare pianura per 150 metri. Di nuovo gli ultimi 4-500 metri sono al 4-7 per cento. Lo scollinamento è precisamente davanti alla vecchia Chiesa di San Baronto.

E’ una salita impegnativa, ma non impossibile. «Non so neanche io – dice Scinto – quante volte l’abbia fatta da atleta. Proprio nel tratto in cui spiana scoppiava la bagarre con Sorensen, Sciandri e Ballerini. Si metteva su il rapporto lungo e si menava forte. Il pezzetto finale mi dava noia, ma si faceva una grande gamba.

«Sempre su questa salita, qualche anno dopo, quando il “Ballero” era cittì, gli chiesi quante possibilità avessi di far parte della nazionale di Zolder. Lui mi rispose: “Tu al 60 per cento, ma motivato per fare un certo lavoro, vali più di molti altri, Luca”. Fu una carica incredibile per allenarmi al meglio e non deluderlo. E infatti in quel mondiale andai fortissimo».

Verso l’arrivo

Dopo aver scollinato a San Baronto, inizia la picchiata verso Lamporecchio, planata lunga 3,8 chilometri. E’ una strada larga. L’asfalto è ottimo e non mancano le curve, quasi sempre ampie e con ottima visibilità.

«E’ qui che transita anche il Gp di Larciano dei pro’ e proprio lungo questa discesa (in un tratto rettilineo, ndr) Matej Mohoric ha stabilito la velocità record di 107 all’ora».

Una volta ritornati in pianura restano circa 3 chilometri prima dell’arrivo. Le difficoltà altimetriche sono terminate, ma occhio al finale. L’ultimo chilometro, tende impercettibilmente a salire: la scelta del rapporto giusto potrebbe essere quantomai determinante.

Ai 500 metri c’è una rotatoria. E’ l’ultima curva. Da lì con una pendenza forse dell’uno per cento si va all’arrivo del Gran Premio Baronti. Si percorrono questi 500 metri finali in senso opposto alla partenza.