Fuori dal Giro Next Gen: i ragionamenti di Delle Vedove

20.06.2024
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Mentre i corridori degli altri devo team erano impegnati sulle strade del Giro Next Gen, Alessio Delle Vedove si dava da fare allo ZLM Tour. Corsa per professionisti di categoria 2.1 che il veneto ha disputato tra le fila dell’Intermarché-Wanty. Anche quest’anno Delle Vedove non ha preso parte alla corsa di casa dedicata agli under 23, ma non si dispera. 

«Allo ZLM – dice – non mi aspettavo di fare prestazioni così alte come poi dimostrato. Ho fatto registrare i miei migliori numeri, nell’ultima tappa ho fatto una tirata per i miei compagni che ha spaccato il gruppo. Alla fine dei cinque giorni eravamo tutti contenti, sia io che la squadra. Chiaro che non correre il Giro Next Gen mi è dispiaciuto, più per un fatto di appartenenza che di calendario. La squadra ha deciso che sarebbe stato più utile, per me, fare una gara con i pro’ che con gli under 23. Erano dell’idea che mi potesse far bene per il motore e per l’esperienza».

Mentre i suoi pari età erano al Giro Next Gen Delle Vedove correva in Olanda allo ZLM Tour con i pro’
Mentre i suoi pari età erano al Giro Next Gen Delle Vedove correva in Olanda allo ZLM Tour con i pro’

Ancora lontano dall’Italia

Per un ragazzo giovane come Delle Vedove gareggiare lontano dall’Italia ha un peso, un dispiacere legato al piacere di vedere parenti e amici che alla corsa in sé. 

«Alla fine – continua – non ho corso nessuna delle due edizioni del Giro Next Gen, mi manca. Ma non mi mancano le corse di alto livello dedicate agli under 23. Da inizio anno, come nel 2023, ho preso parte al Tour de Bretagne, Gent-Wevelgem, Parigi-Roubaix e Youngster Coast Challenge. E ultimamente ho raccolto un buon ottavo posto alla Omloop Het Nieuwsblad U23. Al Giro Next Gen la squadra ha deciso di puntare alla classifica con Toussaint che fino alla caduta era quinto».

Non gli sono mancate le gare per confrontarsi con gli U23 più forti, qui alla Youngster Coast Challenge
Non gli sono mancate le gare per confrontarsi con gli U23 più forti, qui alla Youngster Coast Challenge
Come ti hanno comunicato la cosa?

Dicendomi chiaramente che avrebbero puntato alla classifica, quindi hanno ritenuto più utile mandarmi ad altre gare, lo ZLM, per crescere. Non avrebbe avuto senso, secondo loro, fare otto tappe per provare a vincerne una e poi andare di conserva per il resto del tempo. Sarebbe stato meglio lavorare, fare fatica e ritmo tra i grandi. 

Saltando però il confronto con i tuoi coetanei. 

Contro di loro ho corso da inizio anno, li conosco molto bene. De Schuyteneer l’ho incontrato alla Loir et Cher, Teutenberg al Bretagne e alla Roubaix under 23. Avrò modo di incrociarli anche in altre occasioni, come al Flanders Tomorrow Tour. Poi non sono stato nemmeno troppo fortunato, al Tour de Bretagne non ero stato bene e mi sono ritirato. Non sapevo come avrei reagito ad un’altra gara di otto giorni. 

E allo ZLM hai imparato quindi?

Tanto, ero in camera con Gerben Thijssen che è uno dei velocisti del momento e sta emergendo. Passare cinque giorni con lui a parlare, confrontarsi e correre insieme mi ha dato tanto. In Olanda ho avuto modo di affrontare ventagli, capire come si corre in gruppo tra i professionisti, risparmiare energie, limare e ho visto da dentro le volate. Essere al Giro Next Gen sarebbe stato un senso di appartenenza, come per un francese fare il Tour, ma le gare di spessore under 23 non mi mancano. 

Le hai viste le tappe del Giro?

Tutte! Ogni volta che c’era una volata in casa calava il silenzio totale e mi immergevo nello schermo. Ho visto i ragazzi della Soudal QuickStep Devo lavorare molto bene per Magnier. Anche Teutenberg è andato forte, anche se forse mi sarei aspettato qualcosina in più. Degli italiani mi è piaciuto Conforti, si è difeso molto bene. 

Quale volata ti sarebbe piaciuto vincere?

Da velocista direi tutte, senza ombra di dubbio. Forse le più interessanti, per percorso e dinamiche, sono state quella di Saint-Vincent e di Borgomanero. 

Cosa te n’è parso della maglia rosa Widar?

Non ho mai avuto modo di correrci contro, viste le grandi differenze di fisico abbiamo calendari tanto lontani. Però non mi aspettavo potesse andare così forte, sapevo delle sue qualità ma da quelle a vincere il Giro ce ne passa. Il nome che avevo evidenziato era Nordhagen ma si è ritirato per motivi di salute. 

Il clima all’interno della Wanty-Circus è sereno e rilassato, quello giusto per lavorare
Il clima all’interno della Wanty-Circus è sereno e rilassato, quello giusto per lavorare
Tutti giovanissimi, di primo anno. 

Esatto! De Schuyteneer, Widar, Torres, Nordhagen… Questi 2005 stanno facendo dei numeri pazzeschi, hanno fisico e vanno forte. Fa strano dirlo perché hanno un anno in meno di me, ma 20 anni sei quasi vecchio. Poi molti hanno già un contratto nel WorldTour.

E per te che si dice?

Nulla di scritto o di detto. L’unica cosa che si sa è che a dicembre mi scade il contratto. Ma con la squadra sta andando bene, parleremo sicuramente. 

Saresti disposto a fare un terzo anno nel devo team?

Onestamente sì. Da noi alla Wanty-ReUz il terzo anno si corre per il 60 per cento con i professionisti e per il restante 40 con gli under 23. Se dovessi ritenere di aver bisogno di fare un altro anno a imparare e correre in questa categoria lo farei volentieri. I primi anni vanno forte e passano, ma al Giro Next Gen il mio compagno che ha vinto, Artz, è ultimo anno. Anche Teutenberg è 2002 e avete visto che numeri ha fatto in primavera. Solo in Italia se sei al quarto anno tra gli under 23 ti dicono di andare a lavorare, all’estero pensano che sei pronto, maturo. 

Delle Vedove non esclude di correre un altro anno tra gli under 23 nel 2025
Delle Vedove non esclude di correre un altro anno tra gli under 23 nel 2025
Non senti pressioni?

Nessuna, chiaramente se sei al quarto anno e ancora non hai accordi magari sei più timoroso. Però la squadra non mette nessuna pressione o fretta, anzi. Quando al Bretagne stavo male mi hanno detto di fermarmi completamente, di riposarmi, andare al mare, non pensare alle corse per una settimana. Mi sono ripreso, sono tornato e alla Omloop Het Nieuwsblad ho fatto ottavo. Ti danno tutto per fare bene, poi però vogliono vedere risultati e impegno, come giusto che sia.