L’Umbria di Capecchi: i talenti ci sono, mancano i mezzi

28.03.2024
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Che cosa c’è al di là dell’Uc Foligno? Qual è la realtà umbra nel ciclismo giovanile? Domande che sono balzate alla mente mentre affrontavamo il tema di corridori come Proietti Gagliardoni e Serangeli, punte di un iceberg regionale che ha una doppia sfaccettatura, come spiega Eros Capecchi che da tre anni segue il movimento regionale come tecnico regionale.

Uno dei talenti umbri, Tommaso Francescangeli, anche lui diviso fra strada e ciclocross
Uno dei talenti umbri, Tommaso Francescangeli, anche lui diviso fra strada e ciclocross

Una gestione difficile

Capecchi ha una lunga storia nel ciclismo professionistico, oltretutto conclusa da poco tempo. Appena appesa la bici al classico chiodo (per modo di dire perché l’amore per il ciclismo non è venuto mai meno), il ciclista di Castiglione del Lago si è messo subito a disposizione del Comitato Regionale Umbro, trovandosi però in una situazione quantomeno difficile.

«Ho accettato il ruolo senza alcun compenso – afferma – tanto che spesso ci ho rimesso di tasca mia, ma per fortuna ho un’azienda ben avviata e non lo faccio per i soldi. Diverso però è il discorso quando si parla di budget e di servizi da mettere a disposizione per i ragazzi. Io avevo accettato il ruolo con tante idee e soprattutto con l’obiettivo di un progresso costante, invece mi sono ritrovato a fare passi indietro ogni anno. Anche oggi abbiamo meno mezzi del 2023, così è davvero difficile andare avanti. Io ho preso un impegno con il presidente regionale e lo porto avanti, ma alla scadenza del mandato farò bene i miei conti».

I ragazzi a tavola con Capecchi, per loro una miniera di esperienze e aneddoti
I ragazzi a tavola con Capecchi, per loro una miniera di esperienze e aneddoti
Che cosa ti è mancato?

Quando il budget viene tagliato, i programmi che avevi messo su carta vanno a farsi benedire. Io posso prestare la mia opera gratis, ma non tutti possono fare altrettanto. Così ad esempio eravamo partiti con l’idea di avere un paio di meccanici a disposizione, non potendoli pagare avevamo trovato 3 pensionati che svolgevano questo compito, ma si sono tirati indietro anche loro. Lo stesso dicasi per un massaggiatore. Sono figure importanti se vuoi prevedere una trasferta, questo inficia il lavoro dei ragazzi.

Qual è la situazione del movimento giovanile umbro?

Di grande sofferenza, soprattutto numerica. I ragazzi che fanno attività sono sempre meno e questo chiaramente è un problema che si acuisce con le categorie maggiori, perché tanti si perdono per strada. La cosa che mi dispiace di più è che a fronte di numeri bassi, il ciclismo umbro propone sempre bei corridori. Si è parlato dei talenti dell’Uc Foligno, ma ce ne sono anche altri. Laudi nel loro stesso sodalizio oppure Tommaso Brunori, Vittorio Friggi, Tommaso Alunni o anche Tommaso Francescangeli dal quale mi aspetto molto come dallo stesso Laudi. Di Serangeli si sa dell’infortunio, ma so che sta bruciando le tappe e credo che già per il campionato italiano potrà essere presente e competitivo.

Vittorio Friggi, oggi alla Mastromarco Sensi Nibali (foto terzobinario.it)
Vittorio Friggi, oggi alla Mastromarco Sensi Nibali (foto terzobinario.it)
Quanto è importante per i ragazzi avere una guida che è arrivato ai vertici del mondo ciclistico?

Io credo che sia importante instaurare con loro un rapporto franco – sentenzia Capecchi – spesso il tecnico diventa anche più dell’amico, quasi un confessore. Io cerco di essere uno di loro, anche se quando serve tirare le redini lo faccio senza farmi pregare. Chiedo serietà ed allegria nelle giuste proporzioni e mi ci metto anch’io, non sono certamente un musone… Il problema reale è poter preparare un vero calendario d’impegni, dagli esordienti agli juniores. Faccio un esempio…

Prego…

Il primo anno della mia permanenza avevamo organizzato un ritiro prima dei campionati italiani, lo scorso anno abbiamo dovuto cancellarlo, quest’anno non si sa. Ma se alla prima trasferta senti il dirigente che dice: «Soldi non ce ne sono…», allora mi chiedo anch’io che cosa ci sto a fare. Eppure si potrebbero fare tante cose utili. Avevamo persino allestito un paio di ritiri in altura a Livigno, con i ragazzi e le società che avevano contribuito, noi come comitato pagavamo solo il viaggio, poi ognuno provvedeva per sé ed erano state belle esperienze, che avevano fatto gruppo.

Il Team Fortebraccio ha sempre sfornato ottimi corridori. Qui Tommaso Alunni alla Coppa d’Oro 2021 (foto Daniele Mosna)
Il Team Fortebraccio ha sempre sfornato ottimi corridori. Qui Tommaso Alunni alla Coppa d’Oro 2021 (foto Daniele Mosna)
Ora che cosa è rimasto, quali occasioni avrete?

Noi saremo comunque presenti a tutte le prove previste per rappresentative regionali e io porterò con me 1-2 elementi per team. Vogliamo far fare loro attività, portarli a correre e far vedere quel che valgono. Anche per dare lustro all’attività delle società. I ragazzi di Foligno sono sicuramente in evidenza, ma ci sono anche altri gruppi che stanno lavorando bene, vedi il Team Fortebraccio da cui proviene Samuele Scappini ora alla Beltrami, oppure l’Uc Città di Castello o ancora il Gc Mocaiana. Noi vorremmo dare loro un sostegno, so che lo stesso presidente federale Massimo Alunni cerca sponsor, ma non è facile.

Si parla tanto di Proietti Gagliardoni e Serangeli perché hanno “assaggiato” la vetrina della nazionale, secondo te ci sono altri ragazzi che possono arrivare a quei livelli?

Sicuramente, ad esempio Edoardo Rulli – risponde Capecchi – che per il secondo anno corre nell’Onec Team, è stato sfortunato nel 2023 dopo che era partito fortissimo, poi quelli che ho già citato. Io con i ragazzi sono sincero: il ciclismo non ha pietà, chi va forte va avanti, chi va piano alla fine sparisce e non c’è tempo per aspettare. Ai miei tempi si facevano tutte le tappe per crescere, oggi devi emergere già da junior sennò non trovi squadra e ti fermi. Io comunque, affrontando il mio mondo ora con un altro punto di vista, credo che serva una ventata di ringiovanimento dell’ambiente, soprattutto sul piano tecnico.

Samuele Scappini, tricolore junior nel ciclocross, oggi alla Beltrami TSA – Tre Colli (foto Instagram)
Samuele Scappini, tricolore junior nel ciclocross, oggi alla Beltrami TSA – Tre Colli (foto Instagram)
E’ un tema questo che ricorre spesso, altri sport stanno crescendo proprio perché i tecnici di base stanno progredendo e aggiornando i propri credo in base a quello che viene dall’estero. Nel ciclismo avviene?

Con fatica, perché molti tecnici rimangono ancorati a vecchi schemi, alla tradizione che ormai è sorpassata. I giovani sono sicuramente più aperti mentalmente, ma bisogna dar loro modo di crescere. Io i corsi di formazione li ho fatti e sinceramente non apprendevo nulla di nuovo: sapere com’è fatta la bicicletta mi dice poco… Questo non credo sia un problema solo della mia regione, bisogna che tutto il ciclismo italiano si dia una svegliata. Non è un caso se dopo che i miei ragazzi correvano l’Eroica e si confrontavano con gli stranieri, nelle successive settimane volavano. Serve un progresso generale, altrimenti confrontarsi con le altre nazioni sarà come andare in guerra con le pistole ad acqua.